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La Cia non tiene un sacco di conferenze pubbliche, ma i nostri omologhi stranieri ne fanno meno“, ovvero nessuna.

John Brennan, direttore della Cia, ha aperto con una battuta la prima sortita pubblica nella storia dell’agenzia, tenuta mercoledì a Washington DC, nel corso di un incontro sulla sicurezza nazionale, organizzata in collaborazione con il Center for Security Studies dell’Università di Georgetown.

Un evento storico, per certi versi, a cui hanno preso parte anche l’ex direttore dell’Fbi Robert Mueller e il professore e direttore del CSS, Bruce Hoffman.

I CAMBIAMENTI IN ATTO

La più antica agenzia della nazione è in una fase di profondo cambiamento. Ha aperto da poco profili su FacebookTwitter, una mossa che per molti osservatori testimonia la voglia di inaugurare una nuova fase di dialogo tra Stato e cittadini.

Lo stesso Brennan ha definito la Cia una “organizzazione che apprende“, non monolitica e che sta lavorando duramente per adattarsi ai tempi.

LE SFIDE DEL FUTURO

L’agenzia, ha detto “deve adeguare se stessa a un futuro che include perseguire l’evoluzione delle reti terroristiche in più continenti nel mezzo di mutamenti tecnologici“, come le minacce cibernetiche, allargate ormai a svariati cambi: dal furto di tecnologie e segreti industriali, ad attacchi mirati grazie alla proliferazione dell’Internet delle cose.

CREDERE NELL’UOMO

Tuttavia – ha sottolineato rimarcando la superiorità della persona sulla macchina -, “nonostante le enormi conquiste tecniche che hanno aiutato la raccolta di informazioni nel corso degli anni, nulla sostituisce l’intuizione delle fonti umane”.

L’IMPORTANZA DELL’INTELLIGENCE

Poi un appello ai suoi concittadini e di riflesso agli alleati, ancora scossi per i riverberi di alcuni dossier recenti, come il Datagate. “Dobbiamo avere la fiducia del popolo americano per fare il nostro lavoro, quindi dobbiamo spiegare bene le nostre motivazioni, valori e obiettivi, illustrare bene il lavoro che svolgiamo per suo conto“.
C’è “una sconcertante varietà di minacce da affrontare tutte insieme”: i pericoli di armi di distruzione di massa; la tratta di esseri umani; i cartelli della droga; la lotta settaria; l’accesso al cibo e all’acqua e “attacchi informatici provenienti da nazioni rivali, gruppi criminali e hactivisti“.
Perché rimane il fatto che l’agenzia ha l’obbligo di intervenire davanti ai pericoli e “un’intelligence tempestiva, precisa… è la pietra angolare d’ogni aspetto di sicurezza nazionale” sin “dai tempi di George Washington“.

PRIMA LA PRIVACY

Per Brennan è però necessario trovare un bilanciamento tra segretezza e trasparenza. Le nuove tecnologie e il controllo maggiore da parte dei sostenitori della privacy ha fatto sì che la Cia oggi sia ad “un bivio“.

E questo spartiacque, conclude Brennan, non diminuirà né la fiducia nello Stato, né il prestigio e l’influenza degli Stati Uniti nel mondo. Perché, sottolinea citando il presidente Barack Obama, c’è l’assoluta convinzione che “bisogna proteggere la Nazione, preservando le libertà che la rendono tale“.

Dialogo, libertà e sicurezza. Ecco la Cia 2.0 di John Brennan

"La Cia non tiene un sacco di conferenze pubbliche, ma i nostri omologhi stranieri ne fanno meno", ovvero nessuna. John Brennan, direttore della Cia, ha aperto con una battuta la prima sortita pubblica nella storia dell'agenzia, tenuta mercoledì a Washington DC, nel corso di un incontro sulla sicurezza nazionale, organizzata in collaborazione con il Center for Security Studies dell'Università di Georgetown.…

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