Skip to main content

Infrastruttura, parola che, anche nell’Italia postideologica e della politica frammentata, pare un tabù. È scomparsa dai programmi di governo, quasi dietro di essa si celi qualcosa di losco, di mafioso, di corruttela ineludibile. Eppure l’infrastruttura costituisce un termine di paragone fra arretratezza e sviluppo, tra vecchio e nuovo, fra lo star fermi e il progredire.

Un giornalista politico-economico, Beniamino Pagliaro, giovane d’età (è nato nel 1987) e fresco di idee, col suo Senza rete. Infrastrutture in Italia: cronache del cambiamento (Guerini e Associati), si rivolge alla gente comune, ma soprattutto a chi esercita un potere, per fare osservare quanto il nostro paese difetti di innovazioni (tecnologiche, ma in particolare strutturali), si potrebbe dire: per vizio congenito: connesso alla sua stessa storia unitaria, costantemente a due velocità, dispendiosa nel superfluo, avara nel necessario.

Nel suo volume, denso di esempi (il più emblematico è quello della rete ferroviaria a due binari, uno su cui «sfreccia l’alta velocità» mentre «sul binario accanto il treno regionale rallenta e si ferma per far correre il fratello più fortunato»), è rispecchiato un Paese a «disparità dominante», ma sostanzialmente privo del senso del futuro, di capacità d’azione in ogni comparto, ma di frequenti annunci di opere che però rimangono nei cassetti della burocrazia o, specifico io, di una democrazia non decidente. Certo, come riconosce l’a., «il debito dello Stato non lascia spazi. Il costo del lavoro e la pressione fiscale sono surreali». Ma non si può fermarsi a contemplare il passato e a piangersi addosso se restiamo indietro persino per costruire stradine per collegare una frazione col paesino montuoso di una regione del profondo sud.

Come giustamente nota Pagliaro, «il clima in cui l’Italia ha progettato, deciso, discusso (soprattutto) e costruito (poco) opere infrastrutturali o servizi di trasporto è carico di ideologie e miti, compromessi e promesse, forzature e superficialità». Però le infrastrutture «ti portano il lavoro, fanno arrivare la frutta al supermercato, il gas alle caldaie di casa. Insomma, costituiscono il substrato sul quale viviamo, ci sviluppiamo o siamo costretti ad arretrare rispetto alla civiltà circostante». Certo, la crisi economico-finanziaria mondiale ci ha penalizzati oltre la peggiore delle previsioni di governi zeppi di tecnici. Ma anche nelle famiglie più povere si usa aguzzare l’ingegno per non soffocare nella propria inerzia. Le infrastrutture, di qualsiasi tipo e collocazione, sono le vie attraverso le quali è possibile saltare il fosso delle difficoltà, in primo luogo quelle che noi stessi produciamo perché non vogliamo rischiare.

 

Infrastrutture Italia strade italia investire

Senza infrastrutture il declino è inevitabile

Infrastruttura, parola che, anche nell’Italia postideologica e della politica frammentata, pare un tabù. È scomparsa dai programmi di governo, quasi dietro di essa si celi qualcosa di losco, di mafioso, di corruttela ineludibile. Eppure l’infrastruttura costituisce un termine di paragone fra arretratezza e sviluppo, tra vecchio e nuovo, fra lo star fermi e il progredire. Un giornalista politico-economico, Beniamino Pagliaro,…

Penultimo tango a Parigi

Nel cronicario dell’eurozona le vicissitudini francesi occupano quel posto d’onore che ben s’addice a un popolo che balla sempre sul confine fra Italia e Germania, indeciso ogni volta fra il consegnarsi ai disastri contabili dei paesi latini o iscriversi d’ufficio nel club di quelli che contano. Nello spread vieppiù ampio fra i fondamentali economici e quelli politici della Francia, ormai…

Con l'Alde per un'alleanza liberal-popolare anche con Tabacci e Mauro. Il manifesto di Fare

S'infittisce il dibattito fra i 13 movimenti che hanno presentato questa settimana la Lista Alde per le prossime elezioni europee. UN PATTO AL CENTRO DEL DIBATTITO LIBERAL-POPOLARE E' in particolare il patto stipulato e reso noto ieri tra il Centro Democratico capeggiato da Bruno Tabacci e i Popolari per l'Italia capitanati da Mario Mauro e Lorenzo Dellai a suscitare discussione.…

Ucraina, così il gas americano neutralizzerà il ricatto energetico di Mosca

Il gas naturale come arma diplomatica. Se fino ad ora era stata Mosca a usare la leva del ricatto energetico - con il colosso russo Gazprom che ha minacciato di tagliare le forniture di gas all'Ucraina se Kiev non salderà il suo debito, che ammonta a 1,8 miliardi di dollari, e non pagherà le forniture correnti - anche Washington ha…

A Dublino, in casa del Ppe, prove tecniche di listone unitario popolare alle Europee

Al Congresso del PPE di Dublino prove tecniche per una lista unitaria popolare alle prossime elezioni europee. Un Congresso molto partecipato: 2000 delegati, 12 Capi di Stato e di Governo in carica; confermato Joseph Daul quale Presidente del PPE, con l’indicazione di Jean Claude Juncker quale successore di Manuel Barroso alla guida della Commissione europea. (GUARDA LE FOTO DI ALFANO…

La sussidiarietà. Mappe e rotte di esplorazione

Lunedì 24 marzo alle ore 17.30 presso la pontificia Università Gregoriana (Aula tesi C012) i giovani del Cenacolo Sinderesi insieme a la Pontificia Università Gregoriana, la Fondazione Konrad Adenauer e la Gregorian Biblical Press presenteranno il volume "La sussidiarietà. Mappe e rotte di esplorazione" a cura di Samuele Sangalli. Saluti: R.P. François-Xavier Dumortier S.J., Rettore Magnifico Pontificia Università Gregoriana Dott.ssa Katja Christina Plate, Direttrice della Rappresentanza della Fondazione Konrad…

L’Udc alle Europee senza Berlusconi. Parla De Mita

L’Udc persegua la linea uscita dal Congresso, bene la lista comune alle Europee con Popolari e liberaldemocratici. Giuseppe De Mita, deputato Udc, non ci sta a sentir parlare ancora di un possibile dialogo con Silvio Berlusconi, come suggerito dall’ex ministro Gianpiero D’Alia. E spiega a Formiche.net perché la strada da seguire è un’altra. “Il Congresso ha segnato un punto positivo…

danimarca

Rinnovabili, perché non si può più tornare indietro

Parafrasando uno slogan di alcuni manifestanti dei G8 si potrebbe dire “Signori dell’energia fossile e nucleare, non vi sembra che sia una cinica pretesa venirci a dire che l’unico mondo possibile è il vostro? Chris Nelder, un noto analista e consulente energetico americano, su Smartplanet.com, spiega che, nonostante le resistenze della vecchia struttura energetica, ormai il punto di non ritorno della transizione…

×

Iscriviti alla newsletter