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Gentile Direttore,

leggo sul Formiche.net di ieri il puntuale resoconto del Convegno di ALI, Alleanza Liberaldemocatica per l’Italia, in cui, tra l’altro, si dà atto degli obiettivi perseguiti dalle associazioni che si sono fatte promotrici di una nuova aggregazione liberale.
Tra queste associazioni, oltre ad ALI e LIBMOV, si cita correttamente anche quella che fa riferimento a Enzo Palumbo, già senatore dell’antico PLI, tuttavia precisando che “non ha niente a che vedere con Rete Liberale”.

Immagino che tale incidentale precisazione – che tuttavia è contraria alla realtà dei fatti ed anche ai pregressi riferimenti rinvenibili su Formiche.Net – sia diretta conseguenza della lettera a Lei indirizzata dal sig. Riccardo Lucarelli, a nome di un’associazione denominatasi anch’essa Rete Liberale, e che Formiche.net ha recentemente pubblicato, nella quale si prendevano le distanze dal progetto a cui la mia associazione, per l’appunto RETE LIBERALE, sta da tempo lavorando in sinergia con altre associazioni di area, in particolare LIBMOV e ALI, per la creazione, anche in Italia, di un movimento liberale organizzato e significativo, che si collochi in continuità con l’antica tradizione del liberalismo italiano e nell’area politica del liberalismo europeo rappresentato dall’ALDE.

Questa mia lettera ha lo scopo di precisare, a mia volta, che “RETE LIBERALE” nasce nel 2006 in Sicilia ad iniziativa di Enzo Palumbo e di altri liberali provenienti dallo storico PLI, con la missione di ricostituire in Italia un partito liberale democratico e riformatore organizzato; nel 2009 confluisce nel PLI, dal quale esce nell’ottobre 2013 per riprendere la sua missione originaria di movimento pre-partitico.
Il tutto, ben prima e comunque con ben diversi intenti rispetto a quelli resi palesi dalla letture che è possibile fare sul sito della rete Liberale del sig. Lucarelli.

Il simbolo di RETE LIBERALE, che compare sulla relativa pagina di FB, è quello stesso ideato nel 2007, e che come tale risulta riportato nel noto volume “I simboli della discordia”, pubblicato nel 2012 da Gabriele Maestri, ricercatore dell’Università La Sapienza di Roma, che ha censito quasi tutti i simboli dei partiti o movimenti politici
italiani che si sono succeduti dal dopoguerra ad oggi, nel testo di cui mi permetto di rimetterle qui allegato l’estratto riguardante proprio i vari simboli liberali, e che potrà comunque consultare cliccando sul seguente link:
http://isimbolidelladiscordia.blogspot.it/p/il-libro-pubblicato-da-giuffre.html

Che possa nascere una certa qual confusione nominalistica tra i tanti movimenti che in Italia si autodefiniscono “liberali” è comprensibile, e ciò proprio a causa della mancanza di un movimento liberale talmente significativo da potersene assumere la paternità nella generale convinzione dell’opinione pubblica.

Da qui la moltiplicazione dei soggetti sedicenti tali, un fenomeno che finirà solo quando il nuovo soggetto al quale stiamo lavorando diventerà realtà.

Nel frattempo, comunque, credo che non ci possa essere alcuna confusione politica con la Rete Liberale del sig. Lucarelli, che si autodefinisce come “conservatore e di centro-destra”; denominazioni, queste, entrambe estranee al lessico con cui sogliono definirsi i liberali europei ed anche quelli italiani di un tempo, per i quali, un partito liberale, secondo la nota definizione di Benedetto Croce, è “l’unico partito di centro che si possa concepire”, ed è anche, per sua natura, più progressista che conservatore.

In ogni caso, il progetto al quale stiamo lavorando, con Silvia Enrico, Alessandro De Nicola e Giulio Ercolessi, ed in stretto contatto con ALDE ed altri movimenti liberali italiani egualmente interessati, è proprio quello di evitare che in futuro simili confusioni siano ancora possibili.
La ringrazio per l’ospitalità che sul sito Formiche.net da lei diretto usa dare, “rara avis”, alla voce dei liberali italiani variamente organizzati, e La ringrazio in particolare per quella che vorrà dare a questa mia precisazione.

Salvatore Buccheri
Vice-presidente di Rete Liberale

Che cosa vogliamo costruire con Giannino, De Nicola ed Enrico

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