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Tassi & Congiuntura: in area Euro tassi in calo in modo particolare dopo la pubblicazione dei dati sulla fiducia dei consumatori Usa nel pomeriggio. La giornata è stata comunque caratterizzata da bassi volumi, in attesa anche del flusso di emissioni tra oggi e domani e dei dati preliminari di febbraio sull’inflazione tedesca ed europea in programma giovedì e venerdì.

EMISSIONI TEDESCHE

Sul fronte emissioni oggi sarà il turno della Germania con l’emissione del nuovo Bund trentennale fino a 3 Mld€ e domani l’Italia emetterà fino a 9 Mld€ di titoli tra cui un nuovo decennale. Gli operatori mantengono prevalentemente un atteggiamento attendista in vista anche del discorso che terrà domani Draghi e prima degli importanti dati sull’inflazione di febbraio. Nel frattempo l’aggiornamento invernale delle stime della Commissione Europea ha evidenziato l’attesa di una crescita all’1,2% ed all’1,8% rispettivamente per il 2014 ed il 2015. Atteso inoltre un contesto di inflazione molto bassa: all’1% quest’anno ed all’1,3% il prossimo. Negli Usa tassi in calo soprattutto dopo il dato sulla fiducia dei consumatori, penalizzato dal ridimensionamento della percezione prospettica. Le condizioni correnti del mercato del lavoro sono comunque risultate relativamente stabili. L’indice della fiducia relativo alle condizioni correnti ha addirittura raggiunto il massimo da circa 6 anni. A dicembre i prezzi delle case misurati dall’indice S&P/CS hanno mostrato un rialzo del 13,4% a/a dal 13,7% di novembre. Si è trattato del primo rallentamento da giugno. Oggi saranno in pubblicazione ulteriori dati sul settore immobiliare di gennaio (vendite di nuove abitazioni) che probabilmente usciranno in linea col recente trend del settore, ossia in contrazione, alla luce anche del maltempo che ha caratterizzato questo inizio del 2014. Segnaliamo anche l’esito dell’asta da 32Mld$ di Treasury a 2 anni che ieri ha ricevuto la maggiore domanda da 8 mesi da parte della categoria indirect-bidder, nella quale rientrano anche le banche centrali straniere.

LE VALUTE

Dollaro in lieve deprezzamento verso euro con il cambio €/$ che continua ad oscillare sopra area 1,37 in attesa probabilmente degli importanti dati sull’inflazione tedesca e dell’area Euro che potrebbero impattare sulle eventuali mosse della BCE nella riunione della prossima settimana. Prima resistenza a quota 1,3780. Yen in lieve apprezzamento generalizzato nella seduta di ieri con il cambio vs euro che continua comunque ad oscillare all’interno del range 140-141. Il membro della BoJ Miyao ha ieri dichiarato che la ripresa dell’economia nipponica è al momento guidata dai consumi e dai settori non manifatturieri piuttosto che dalle esportazioni. Per oggi la prima resistenza di rilievo si colloca in area 141,30. Buon andamento anche della sterlina nella seduta di ieri; il membro della BoE Miles ha poi dichiarato questa mattina che gli operatori non devono attendersi un improvviso aumento dei tassi d’interesse da parte dell’Istituto. Tra le valute peggiori figura il dollaro australiano dopo che i prezzi del ferro hanno toccato i minimi da 7 mesi e lo yuan cinese si è portato ai minimi da luglio verso dollaro. Attualmente il dollaro australiano è molto dipendente dall’evolversi della situazione in Cina, principale consumatore mondiale di metalli industriali. Sul fronte emergente seduta positiva per il rand sudafricano, risultata la migliore valuta a livello globale, dopo che il PIL del quarto trimestre ha evidenziato una crescita inattesa del 3,8% su base trimestrale. Il cambio vs euro è così tornato sui minimi da oltre un mese. In lieve deprezzamento il real brasiliano durante la notte in attesa di conoscere oggi le future mosse della Banca centrale che è attesa aumentare il tasso di riferimento di 25pb.

COMMODITY

Torna a calare l’indice generale GSCI ER trainato al ribasso esclusivamente dal settore energia (-0,9%). Ieri infatti sono proseguite le prese di profitto sul gas naturale Usa che nelle ultime due sedute è riuscito a perdere quasi il 20% dopo che le temperature sono attese migliorare negli stati Uniti. Sessione negativa anche per il greggio che ieri ha di fatto azzerato i guadagni della seduta precedente in attesa degli importanti dati sulle scorte Usa in pubblicazione oggi. Positivi i metalli preziosi (0,3%) con l’oro che è riuscito a spingersi fin sopra i 1340$/oncia per la prima volta da fine ottobre beneficiando dei dati macro Usa non “brillanti”. Stabili invece i metalli non ferrosi; in rialzo il comparto agricolo (0,3%) con il mais e la soia migliori materie prime di ieri. In forte rialzo questa mattina l’olio di palma sulla speculazione che le scorte in Malesia (secondo produttore al mondo) potrebbero scendere.

AZIONARIO

Ieri i listini europei hanno chiuso contrastati intorno alla parità con un recupero nel finale mimando il movimento di Wall Street che ha consentito di recuperare gran parte delle perdite della giornata. A livello di singoli indici quello spagnolo è riuscito a chiudere in positivo (0,5%), mentre una debolezza si è verificata su quello britannico (-0,5%). Gli altri principali listini hanno chiuso intorno alla parità. L’indice Stoxx 600 ha chiuso in rialzo dello 0,1% con un’ennesima giornata caratterizzata dallo stock picking degli operatori. L’andamento tra i vari settori è stato infatti divergente con quelli legati alle costruzioni (1%), tempo libero (0,7%) ed healthcare (0,7%) oggetto di acquisti, a fronte di vendite che hanno colpito soprattutto il settore delle risorse base (-1,4%) e le utility (-0,4%). Il settore minerario sta probabilmente risentendo del rallentamento dell’economia cinese che a sua volta sta impattando sull’andamento dei metalli industriali. In Italia il Ftsemib ha chiuso invariato nonostante il buon andamento del settore bancario con la Popolare di Milano in rialzo di quasi il 7%. In calo moderato Enel (-0,6%) penalizzata dalla debolezza del settore europeo, leggermente positiva Eni (0,3%). Tra i titoli più pesanti della giornata troviamo Prysmian (-3,4%) dopo l’annuncio di un calo dei margini per il 2013. Forte calo settore del lusso per la matricola Moncler (-11%) dopo la pubblicazione dei risultati preliminari per il 2013. Questa mattina le borse europee hanno aperto intorno alla parità. Negli Usa andamento laterale per le borse con una chiusura in lieve calo. L’indice S&P500 continua a collocarsi in prossimità dei massimi storici nonostante gli ultimi dati macro Usa siano risultati deludenti. Ieri è stato il turno della fiducia dei consumatori di febbraio calata oltre le attese.

Come in Europa questa incertezza sui listini stimola la selettività sui titoli, con movimenti divergenti a livello settoriale. Ieri i settori più comprati sono stati i servizi ai consumatori (0,6%) e le risorse base (0,4%; in questo caso l’andamento è stato divergente rispetto all’Europa), mentre tra i più penalizzati figurano i finanziari (-0,5%) e gli industriali (-0,4%). Resta su livelli contenuti la volatilità misurata dall’indice Vix tornato sotto la soglia del 14%. Sul fronte emergente l’indice MSCI EM è calato per il secondo giorno consecutivo penalizzato dai timori di rallentamento dell’economia cinese e nuove tensioni politiche in Turchia. Il listino turco è stato quello che ha perso maggiormente a livello mondiale (-3,2%) dopo la richiesta di dimissioni del primo ministro Erdogan da parte dell’opposizione dopo alcune intercettazioni che proverebbero l’esistenza di fondi neri a suo nome. Inoltre ieri sono calati di molto anche i listini cinesi sulla scia del deprezzamento dello yuan e dei minori finanziamenti al settore immobiliare. Giornata negativa anche in America Latina con i principali listini in calo di oltre l’1%. Questa notte in Asia si è invece assistito ad un tentativo di recupero (comunque molto contenuto) delle borse cinesi che ha favorito altre borse di paesi limitrofi. In calo di uno 0,5% l’indice Nikkei giapponese guidato dal settore energetico e retail.

Che cosa è successo nelle Borse

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