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“L’esempio è sempre più efficace del precetto”
(Samuel Johnson)

In Italia non si va in carcere per reati finanziari. Nel resto d’Europa sì. È la fotografia, sintetizzata forse in modo un po’ brutale ma realistico, dell’Università di Losanna, che ha esaminato i dati sui detenuti nelle carceri europee per reati in materia fiscale, economica e finanziaria. Detenuti che in Italia sono appena lo 0,4%, contro il 4,1 della media europea e il 38,6% del Liechtenstein, che sarà pure un paradiso fiscale, ma non fa sconti a chi infrange le regole.

Proprio le regole, e il rispetto delle stesse, sono il cuore della questione: quanto incide il mancato rispetto delle regole, o meglio l’incapacità e la mancanza di volontà di farle rispettare, sulla competitività del sistema economico del nostro Paese?

La storia di Al Capone docet: qualche autorevole commentatore, forse provocando un po’ troppo, ha suggerito l’ipotesi che se la Germania è storicamente la locomotiva d’Europa mentre l’Italia arranca in retrovia, lo si deve anche al fatto che le sue carceri ospitano 55 volte più detenuti per reati finanziari rispetto a quelle nostrane. Senza voler essere così provocatori, ma molto più banalmente, guardando l’Italia sembra di vedere una lampante connessione tra la scarsa sanzione ai reati fiscali e la più alta evasione fiscale e contributiva in Europa.

Badate bene, lungi da me e da tutti noi sostenere la tesi che l’evasione fiscale e l’economia sommersa si curino a colpi di codice penale e misure restrittive. Come afferma un vecchio adagio manageriale, in tutti i sistemi umani compreso quello fiscale, vale molto di più l’esempio del precetto. Però è di tutta evidenza che la oggettiva mancanza di un deterrente possa incoraggiare comportamenti illeciti. Comportamenti che poi, non mi stancherò mai di ricordarlo, al tirare delle somme fanno la differenza tra un’economia che stenta e una che si sviluppa in maniera florida.

In conclusione, forse si può provare a ribaltare il ragionamento: non più galera per gli evasori – fermo restando che alcune misure come la ri-penalizzazione del falso in bilancio potrebbero essere utili – ma metodi innovativi per il contrasto dell’infedeltà fiscale e finanziaria, a cominciare dalla creazione di un vero sistema a interessi contrapposti che faccia degli stessi cittadini le prime sentinelle anti-evasione.

Avremmo tanti vantaggi: una base imponibile molto più ampia di quella attuale, molte più risorse per rilanciare la nostra economia ed una fotografia più realistica e vera della nostra economia e della nostra società.

Senza neanche bisogno di sovraffollare ulteriormente le patrie galere…

Evasione e certezza delle pene...

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