Skip to main content

Reduce dalla due giorni di Dublino, l’europarlamentare Giuseppe Gargani fa un bilancio del Congresso del Ppe e della lista dei Popolari che si sta sviluppando in Italia in vista delle Europee. Lanciando un appello a Bruno Tabacci e ai popolari del Pd.

Onorevole, ci racconta com’è andata a Dublino?
Il Congresso è stato più vivace dei precedenti. C’è stata l’opposizione da parte di numerosi delegati rispetto alle affermazioni sulla bontà dell’Europa così com’è. Questa idea infatti è lontana da come la pensano gli elettori. E’ emersa la necessità di fare una campagna per le Europee che punti sull’impegno per un’Europa concreta, di sviluppo, politica e non più solo soggetta all’economia.

Ospite d’onore del Congresso è stata l’ex premier ucraina Iulia Timoshenko…
Ci sono stati applausi per lei ma non una presa di posizione chiara sulla questione, Putin non è nemmeno stato nominato negli interventi. È una cosa molto negativa.

A che punto siamo con la lista Ppe in Italia?
Credo che a latere del Congresso sia Alfano che Mauro che Cesa abbiano dialogato per trovare una piattaforma in modo da varare un nuovo soggetto politico con una lista unica. Bisogna però fare in fretta, entro tre, quattro giorni al massimo.

C’è spazio per Berlusconi in questa lista?
No, la lista si deve chiamare popolare e deve quindi registrare l’adesione convinta ai valori del popolarismo. Non può bastare solo un’adesione formale al Ppe, come per Forza Italia.

Cosa pensa della lista congiunta Ppe-Alde che hanno proposto Dellai e Tabacci?
Non è ipotizzabile. Mi sento di fare un appello a Tabacci affinché tenga conto della sua storia e della sua cultura. Non si affidi all’Alde. Una cosa è essere liberale in Italia, un’altra è la famiglia dell’Alde in Europa. Essa non corrisponde alle tradizioni liberali, piuttosto è vicina a posizioni euroscettiche. C’è addirittura una diversità più marcata tra Ppe e Alde che tra Ppe e Pse.

A proposito di Pse, cosa dire a tutti i popolari del Pd che ora si ritrovano “socialdemocratici” in Europa?
Io ho sempre messo in guardia i cattolici e i popolari del Pd e li ho sollecitati nel prendere una decisione a riguardo. Non vedo proprio Enrico Letta, Fioroni, Marini, ecc. in una lista targata Pse. Ritornino nella propria famiglia, questo è il consiglio.

Tabacci lasci perdere l’Alde e Letta molli il Pse. L’appello di Gargani

Reduce dalla due giorni di Dublino, l’europarlamentare Giuseppe Gargani fa un bilancio del Congresso del Ppe e della lista dei Popolari che si sta sviluppando in Italia in vista delle Europee. Lanciando un appello a Bruno Tabacci e ai popolari del Pd. Onorevole, ci racconta com’è andata a Dublino? Il Congresso è stato più vivace dei precedenti. C’è stata l’opposizione da…

Ecco come nasce il miracolo economico della Polonia

Erano giovani uomini alti, di carnagione chiara che con un secchio d’acqua e una spatola di gomma chiedevano, a cenni, di pulire i vetri delle auto agli italiani che correvano come pazzi per non perdersi una briciola del mini-boom dell’Italia “da bere” pre-tangentopoli. Erano polacchi, scappati dal colpo di stato militare del generale Jaruzelski, coi suoi occhiali fumè, imposto dai…

Ecco come è cambiata la vita di una bambina siriana in un anno. Il video di Save the Children

“Solo perché questo non accade qui non significa che non sta accadendo”. La divisione Save the Children del Regno Unito ha diffuso questo spot su come è cambiata la vita di una bambina siriana in un anno. Secondo l’organizzazione, la guerra in Siria ha provocato la morte di 11mila bambini. In due giorni il video ha fatto 3 milioni di…

Telecom, ecco novità e sorprese dei conti svelati da Patuano

Dopo aver incassato la vittoria sulla governance, Marco Patuano deve affrontare i mercati. Che oggi hanno bastonato il titolo di Telecom Italia in apertura a -3% a Piazza Affari. Una reazione a caldo ai risultati 2013 e soprattutto alla decisione di non distribuire quest'anno il dividendo sulle azioni ordinarie. Nessuna sorpresa, comunque. Tanto che dopo due ore dall’apertura della seduta…

Ucraina, Putin e la tigre di carta

Grandi articoli di critica a Vladimir Putin, ma un po' di rigore storico ci permette, a noi da sempre -negli anni- strenui difensori della Tymoshenko, di fare 2 osservazioni di carattere generale: 1. La Crimea si è sempre sentita figlia della grande madre Russia; 2. L'aver abolito la seconda lingua, appunto quella russa, da parte del trasformistico parlamento di Kiev,…

Infrastrutture Italia strade italia investire

Senza infrastrutture il declino è inevitabile

Infrastruttura, parola che, anche nell’Italia postideologica e della politica frammentata, pare un tabù. È scomparsa dai programmi di governo, quasi dietro di essa si celi qualcosa di losco, di mafioso, di corruttela ineludibile. Eppure l’infrastruttura costituisce un termine di paragone fra arretratezza e sviluppo, tra vecchio e nuovo, fra lo star fermi e il progredire. Un giornalista politico-economico, Beniamino Pagliaro,…

Penultimo tango a Parigi

Nel cronicario dell’eurozona le vicissitudini francesi occupano quel posto d’onore che ben s’addice a un popolo che balla sempre sul confine fra Italia e Germania, indeciso ogni volta fra il consegnarsi ai disastri contabili dei paesi latini o iscriversi d’ufficio nel club di quelli che contano. Nello spread vieppiù ampio fra i fondamentali economici e quelli politici della Francia, ormai…

Con l'Alde per un'alleanza liberal-popolare anche con Tabacci e Mauro. Il manifesto di Fare

S'infittisce il dibattito fra i 13 movimenti che hanno presentato questa settimana la Lista Alde per le prossime elezioni europee. UN PATTO AL CENTRO DEL DIBATTITO LIBERAL-POPOLARE E' in particolare il patto stipulato e reso noto ieri tra il Centro Democratico capeggiato da Bruno Tabacci e i Popolari per l'Italia capitanati da Mario Mauro e Lorenzo Dellai a suscitare discussione.…

Ucraina, così il gas americano neutralizzerà il ricatto energetico di Mosca

Il gas naturale come arma diplomatica. Se fino ad ora era stata Mosca a usare la leva del ricatto energetico - con il colosso russo Gazprom che ha minacciato di tagliare le forniture di gas all'Ucraina se Kiev non salderà il suo debito, che ammonta a 1,8 miliardi di dollari, e non pagherà le forniture correnti - anche Washington ha…

×

Iscriviti alla newsletter