Skip to main content

Tensione in ascesa ad Ankara, visti i venti di guerra tra Siria e Turchia, con il caccia di Damasco abbattuto da Ankara e l’instabilità – pericolosa per l’intero Medio Oriente – dettata delle mosse di Recep Tayyip Erdogan, come la censura ad alcuni social network. Dopo Libia e Egitto, un altro fronte caldo si apre nel Mediterraneo con l’economia turca in crisi, dopo che il progressivo aumento del Pil dal 2000 ad oggi sta registrando un preoccupante stop.

IL FRONTE SIRIANO
Ultimo in ordine di tempo il già citato incidente di due giorni fa, quando un caccia aereo militare siriano è stato abbattuto dalla difesa antiaerea turca mentre bombardava un gruppo di ribelli che cercava di prendere il controllo di un valico di frontiera nel nord est del Paese. Il premier Erdogan, azzoppato da alcuni scandali e da uno scontro tutto intestino con l‘amico-rivale Gul, ha subito sottolineato che “la nostra risposta sarà forte se si viola il nostro spazio aereo”, oltre ad elogiare senza mezzi termini l’armata turca per aver abbattuto l’aereo siriano. Ma Damasco sostiene che Ankara si è resa protagonista di un’aggressione militare “ingiustificata e senza precedenti”.

VENTI DI GUERRA?
Ma cosa sta accadendo nell’area di Kassab, nel nord della provincia di Latakia, vicino al confine con la Turchia? I ribelli jihadisti hanno lanciato un’offensiva contro le forze lealiste. Passaggio sul quale si registra anche la presa di posizione della Comunità Armena di Roma, secondo la quale con il pretesto della guerra civile in Siria “il governo turco prosegue, ora come cento anni fa, la politica di aggressione contro le locali comunità armene”. Gruppi paramilitari turchi avrebbero attaccato la zona popolata quasi esclusivamente dai discendenti di quegli armeni che sfuggirono al genocidio del 1915.
Un sacerdote armeno, parroco in Kessab, attraverso la sua pagina Facebook ha postato la notizia che due giorni fa, alle 6 del mattino, la città sarebbe stata bombardata da parte di gruppi paramilitari turchi e la popolazione del paese (1500 anime) sarebbe fuggita verso Latakia (a circa 60 km da Kessab). E Kessab sarebbe finita così nelle mani delle milizie turche.

APPELLO ALL’ONU
Come ha scritto il Kessab Educational Association di Los Angeles in una nota ufficiale rivolta al numero uno dell’Onu, Ban Ki-Moon, si chiede l’intervento immediato delle Nazioni Unite in Siria per proteggere la vita dei cristiani di minoranza armena a Kessab. Al momento impazza una battaglia nel nord-ovest della Siria al confine con la Turchia. L’antica città cristiana armena di Kessab e le sue frazioni (con una popolazione di 3.500 abitanti) sarebbero state attaccate venerdì 21 marzo da cecchini e bombe. Gruppi paramilitari turchi avrebbero attaccato la zona popolata quasi esclusivamente dai discendenti degli armeni sfuggiti al genocidio del 1915.

STRATEGIE E PROSPETTIVE
Ciò potrebbe rendere la zona un altro fronte caldo in quella porzione di territorio a cavallo fra Europa e Asia. Un’eventualità da scongiurare secondo la comunità internazionale, compresa l’Italia, già chiamata a dirimere la questione libica ed egiziana, in primis per le oggettive difficoltà che l’intera area registra anche in relazione all’epicentro vero di un possibile “sisma”: l’economia turca.

CRISI IN TURCHIA?
Se dal 2000 ad oggi si è avuta una crescita costante del 5% del Pil, è altrettanto vero che i numeri di Ankara offrono un’analisi diversa. Le proteste di Gezi Park dello scorso giugno prendevano spunto dal “no” alla costruzione di un nuovo centro commerciale da parte del governo. L’edificazione del terzo aeroporto di Istanbul è in stand-by per via di una serie di analisi che non consentono al Paese ulteriori esposizioni con le banche, visto e considerato, così come si sussurra in molteplici ambienti finanziari, che gli istituti mediorientali, fino ad oggi prodighi di crediti con Ankara, avrebbero deciso per uno stop. In più la crisi personale e politica che sta investendo Erdogan è un evidente deterrente. A questo si sommano un video compromettente che starebbe per essere diffuso con il premier in compagnia dell’ex miss Turchia e gli scandali mai sopiti del circuito legato a politica e interessi edilizi che hanno coinvolto Erdogan e anche suo figlio tramite una ong. Su tutto ciò aleggiano le elezioni amministrative alle porte, accanto allo scontro ormai aperto con il presidente della Repubblica Abdullah Gul, deciso a staccare la spina al vecchio compagno di partito. Elementi che potrebbero segnare la fine politica del tre volte premier.

twitter@FDepalo

Perché la Turchia in crisi mostra i muscoli alla Siria

Tensione in ascesa ad Ankara, visti i venti di guerra tra Siria e Turchia, con il caccia di Damasco abbattuto da Ankara e l'instabilità - pericolosa per l'intero Medio Oriente - dettata delle mosse di Recep Tayyip Erdogan, come la censura ad alcuni social network. Dopo Libia e Egitto, un altro fronte caldo si apre nel Mediterraneo con l'economia turca in crisi,…

Appello per un Centrodestra Popolare e Conservatore

L’editoriale del direttore Michele Arnese ha posto l’accento in Formiche.net su un antico nodo della politica moderata italiana, oggi divenuto vera pietra angolare, vale a dire l’unificazione delle forze popolari. Infatti, sia per ragioni di sistema – la nuova legge elettorale in approvazione – e sia contingenti – le imminenti elezioni europee – è chiaro che tale prospettiva ha una…

Ecco perché Renzi ha poche possibilità per far ripartire l’Italia

Riceviamo e volentieri pubblichiamo Per cercare di individuare un percorso nuovo e credibile di crescita dell’economia italiana occorre partire da alcune considerazione di fondo. In riferimento al debito pubblico, il Fiscal Compact – che si configura come un irrigidimento (costituzionalizzazione) della disciplina di bilancio – si limita a ribadire le regole del Six-pack: i paesi devono ridurre l’eccedenza del rapporto…

Dal Veneto una lezione di ribellismo democratico

Giocosamente, fra buffonerie, ciacole, bevute allegre, sberleffi alla politica e ai partiti, utilizzazione intelligente delle tecnologie ben oltre lo streaming grillino, quei territori che, nell’Ottocento anticlericale, venivano definiti la Vandea della penisola, hanno quietamente, prendendosi una settimana per realizzare il loro progetto elettronico, votato per la propria indipendenza. Ridicolizzando i plebisciti, ai quali avevano al tempo partecipato poche centinaia di…

Vi spiego perché il Front National è il Movimento 5 Stelle di Francia. Parla il prof. Darnis

La Francia svolta a destra. Il primo turno delle elezioni municipali registra un’avanzata del Front National di Marine Le Pen, quasi al 5 per cento su base nazionale. Un risultato che segna un calo dei socialisti di Hollande, ma anche il riconoscimento dell'estrema destra come forza anti-sistema. A crederlo è Jean-Pierre Darnis, responsabile di ricerca dell’Istituto Affari Internazionali (Iai) e…

Perché le riforme del Pd piacciono poco a Ncd

Sono tre i punti su cui concorda il Pd sulla riforma del bicameralismo: il Senato non sarà più una camera politica che esprime la fiducia, non sarà più quindi un organo elettivo (e sarà eletto con una nomina di secondo grado) e di conseguenza verrà meno il bicameralismo perfetto. Sono questi, a quanto si apprende, i contenuti emersi durante l'ultima…

Il problema è Shaun. Rivogliamo Fiocco di neve

Poi ci si stupisce se uno è contro la modernità. E ci si chiede come mai con le nuove generazioni è sempre più complicato comunicare. Per forza. Prendete i cartoni animati, ad esempio. Nel volgere di una generazione sono cambiati completamente. I genitori crescono con Fiocco di neve e Nebbia e i figli con Shaun e Bitzer. Già. Mentre in…

Chi è Dario Nardella, l’erede di Renzi a Firenze vittorioso in primarie mosce

Sarà Dario Nardella l’erede di Matteo Renzi a Palazzo Vecchio? Il primo risultato che arriva da Firenze in vista delle amministrative del 25 maggio va in questa direzione. Il candidato renziano ha vinto ieri le primarie con l’82,5% dei voti. Una percentuale bulgara che fa ironizzare il trionfatore: “Mi sento un po’ il sindaco di Sofia”. GUARDA LE FOTO GLI…

Perché la Corea del Sud è pazza per gli F-35

La Corea del Sud ha confermato la scelta dell'F-35 nella gara per il caccia F-X III, diventando così – una volta ratificata la decisione da parte del governo – il terzo cliente del programma, dopo Israele e Giappone, ad acquisire il velivolo attraverso il meccanismo delle “US Foreign Military Sales”. Le consegne dei 40 F-35 in versione convenzionale a cui…

Crimea, gli effetti economici delle sanzioni contro la Russia

L’annessione della Crimea alla Federazione Russa ha determinato la reazione degli Stati Uniti e dell’Unione Euro-pea. I primi due round di sanzioni adottate dai paesi occidentali hanno colpito principalmente esponenti politici e amministrativi russi e ucraini. I vantaggi dell’annessione russa sono principalmente di natura strategica. E’ vero-simile pensare che la prosecuzione del processo di annessione spingerà i paesi occidentali ad…

×

Iscriviti alla newsletter