Il nucleare, nella sostanza, è già oggi (e da tempo) una realtà con la quale è obbligatorio relazionarsi nel merito degli aspetti di sicurezza, e in tal senso comunque sarà opportuno procedere, a prescindere di come si risolverà il dibattito in auge al momento: su questo tema i cittadini hanno una percezione meno nitida di quello che dovrebbe essere, ma è importante che le istituzioni e l’autorità lavorino in questo senso per una crescita culturale del Paese. Il commento di Francesco Campanella, direttore dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, Isin
Dalla Rivista
Per l'indipendenza energetica gas e rinnovabili non bastano. Perché puntare sul nucleare secondo Fregolent
L’Italia ha il dovere di fare delle scelte oculate, un piano strategico per il futuro. Oggi, grazie ai fondi derivanti dal Pnrr, abbiamo ingenti risorse da investire nella transizione energetica. Bastano il gas e le rinnovabili? Purtroppo no, è evidente. L’intervento di Silvia Fregolent, senatrice della Repubblica italiana e membro dell’Intergruppo parlamentare per l’energia nucleare
L'Italia è pronta a cogliere la sfida del nucleare. Gava (Mase) spiega come
L’integrazione del nucleare nel mix energetico nazionale italiano è fondamentale per affrontare le sfide della decarbonizzazione e garantire un futuro energetico sostenibile e sicuro. Le iniziative del governo e l’impegno nella ricerca e nello sviluppo delle nuove tecnologie rappresentano passi decisivi in questa direzione. L’intervento di Vannia Gava, vice ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica
Tutti gli ingredienti per decarbonizzare l'Italia (senza pregiudizi). L'analisi di Zollino
Giorgia Meloni alla Cop29 ha rivendicato il ruolo dell’Italia in prima linea sul nucleare. Nel Paese, spiega Giuseppe Zollino, professore di Tecnica ed economia dell’energia e Impianti nucleari a fissione e fusione presso l’Università degli studi di Padova, un mix di rinnovabili e nucleare è più sostenibile di una soluzione 100% rinnovabile, in termini di superfici occupate, materiali impegnati nella costruzione degli impianti, emissioni nel ciclo di vita, costi complessivi del sistema. Per farlo, però, servono conoscenza, coraggio e autentica assenza di pregiudizi
Ucraina e Medio Oriente sono appese a due narrazioni (e a Trump). Scrive Nava
La storia definirà in un futuro prossimo i nuovi equilibri mondiali, ma è un fatto che nel grande gioco geostrategico stanno cambiando le regole. Abbiamo raccontato la fine della Guerra fredda, le speranze della globalizzazione, l’iper potenza americana, lo scontro di civiltà e ora una rivalità fra alleanze complesse e sistemi in crisi – la Nato, i Brics, l’asse filorusso, l’Ue – che poco assomiglia all’ideale del multilateralismo. L’analisi di Massimo Nava, editorialista del Corriere della Sera e scrittore
Dal Muro di Berlino ai Brics, vecchie e nuove conflittualità raccontate dal prof. Niglia
Le attuali tendenze del mondo sono molto diverse da quelle di trentacinque anni fa e questo forse ci fornisce l’occasione per ripensare il senso storico della caduta del Muro di Berlino. Il commento di Federico Niglia, docente di Storia delle relazioni internazionali all’Università per Stranieri di Perugia e consigliere scientifico dell’Istituto Affari Internazionali
Cosa impedisce all'Italia di assumere una leadership globale. L'analisi di Parsi
L’Italia, sebbene posizionata in un contesto europeo e globale di primo piano, non sembra in grado di giocare un ruolo di guida incisivo. La necessità di una cooperazione globale inclusiva è più urgente che mai, ma resta da vedere se le potenze sapranno affrontare con successo le sfide che si prospettano. La riflessione di Vittorio Emanuele Parsi, professore di Relazioni internazionali presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Dalla riunificazione tedesca uno spunto per il futuro dell'Europa. I consigli di Valensise
È opinione diffusa che a favorire la caduta della cortina di ferro non fu la distensiva Ostpolitik tedesca, bensì la pressione economica e militare degli Usa e la fermezza del Papa polacco, Giovanni Paolo II, a difesa di Solidarność. Per la stabilizzazione, che l’Europa deve promuovere nel suo interesse, non si potrà prescindere da un’appropriata dimensione di difesa e sicurezza, non solo militare ma economica ed energetica, e da una deterrenza efficace. L’analisi di Michele Valensise, ambasciatore e presidente del Centro italo-tedesco per il dialogo europeo Villa Vigoni
35 anni dopo il crollo del Muro, il prezzo delle illusioni. La riflessione di Sessa
Nel ricordare oggi la caduta del Muro di Berlino riviviamo l’entusiasmo di quell’avvenimento, ma non possiamo dimenticare che le grandi speranze accese nel 1989 e poi con la riunificazione della Germania mostrarono presto le loro fragilità. Sono trascorsi pochi decenni, ma se siamo arrivati a far scoppiare nel cuore dell’Europa una guerra, prima o poi dovremo avere l’onestà di riconoscere che ci sono stati errori di valutazione della situazione di cui stiamo pagando il prezzo. L’analisi di Riccardo Sessa, ambasciatore e presidente della Sioi
Cosa (non) è successo dalla caduta del Muro di Berlino. Scrive Talò
A 35 anni dalla caduta del Muro, ci troviamo in un mondo diventato multipolare o meglio apolare, caratterizzato da trasformazioni magmatiche, in cui nessuna potenza singola riesce a dominare il sistema internazionale. La storia non solo non ha smesso di esistere ma si è messa a correre. La geopolitica mondiale si è fatta sempre più complessa, e non vediamo emergere i dirigenti politici del cambiamento come è avvenuto in quel 1989. L’analisi di Francesco M. Talò, ambasciatore, già consigliere diplomatico del presidente del Consiglio e rappresentante permanente d’Italia alla Nato