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Vi spiego il gusto della cucina italiana. Il racconto di Lamantia

Di Filippo Lamantia

La cucina italiana è diventata ufficialmente patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Il cuoco Filippo Lamantia celebra sulla rivista Formiche la ricchezza delle materie prime e il peso della tradizione del Belpaese, ma soprattutto quell’idea di ospitalità calorosa e condivisa che da sempre accompagna la tavola italiana. Un patrimonio fatto non solo di saper fare, ma di valori, relazioni e identità nazionale

Quando la politica si siede a tavola. La riflessione di Latella

Di Maria Latella

La cucina, la tavola e la condivisione di un pasto restano strumenti antichi, ma potentissimi per costruire relazioni e aprire dialoghi. Un valore che oggi trova nuova conferma anche nel riconoscimento della cucina italiana come patrimonio dell’umanità Unesco, riconosciuta a livello internazionale per il suo ruolo culturale, sociale e identitario. La riflessione della giornalista Maria Latella

Così l'Italia attraverso il cibo parla di bellezza ed eleganza. Scrive Nuschese

Di Franco Nuschese

La Cucina Italiana è diventata oggi ufficialmente patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Pubblichiamo il contributo di Franco Nuschese, proprietario di Cafe Milano e presidente del Georgetown entertainment group, sul ruolo della cultura del cibo italiano nel mondo. “L’Italia con la sua tradizione di accoglienza e di condivisione, ha in questo senso un dono naturale: attraverso il cibo, parla di bellezza ed eleganza”

Dove finisce l’acqua inizia il conflitto. E il jihadismo si insinua. Scrive Bertolotti

Ogni pozzo, ogni condotta, ogni bacino diventa un terreno di confronto e competizione invisibile, in cui il jihadismo, la criminalità e la disperazione si incontrano e si fondono. Una competizione, in contesti caratterizzati da debolezza istituzionale e disuguaglianza sociale, che gioca un ruolo di catalizzatore per l’insorgenza o la radicalizzazione di gruppi armati non statali. L’analisi di Claudio Bertolotti, direttore di Start InSight

Perché Xi Jinping non può fare a meno dell'Europa. Scrive Balme (Sciences Po)

Di Stéphanie Balme

Le relazioni Ue-Cina non sono mai state un accordo bilaterale “classico”. La Cina persegue una strategia di multilateralismo bilaterale con legami privilegiati con singoli Stati europei e criticando la mancanza di centralità dell’Ue. L’analisi di Stéphanie Balme, direttrice del Centro di studi internazionali presso Sciences Po

La matrioska russa in mano cinese. I tre scenari di Radchenko

Di Sergey Radchenko

L’unico scenario che la Cina è determinata a evitare è quello di una sconfitta totale della Russia. Una vittoria russa e uno stallo, al contrario, sono entrambe ipotesi piuttosto accettabili. L’analisi di Sergey Radchenko, Wilson E. Schmidt distinguished professor alla Johns Hopkins school of advanced international studies

Nella mente del nuovo ordine mondiale cinese. L'analisi di Matteo Dian

Di Matteo Dian

La Repubblica Popolare Cinese sta elaborando un modello alternativo e lavorando con i propri partner per realizzarlo. Il suo successo si misurerà sulla capacità di promuovere un modello di interazione politica ed economica con altri Stati. L’analisi di Matteo Dian, professore di Politica internazionale dell’Asia orientale presso l’Università di Bologna, pubblicata sulla rivista Formiche in vista dell’incontro “Turning tides? – The future of China–EU relations”, la conferenza internazionale che si svolgerà il 27 e il 28 ottobre presso l’Università di Bologna in occasione del 50esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Ue e Cina

Quel filo atlantista che lega Margaret Thatcher e Giorgia Meloni

Di Lorenzo Malagola

Thatcher e Meloni – atlantiste convinte – sono legate dalla certezza che l’Occidente non possa abdicare al proprio ruolo di guida globale. Se Thatcher fu la migliore alleata di Reagan, Meloni ha saputo ricucire i fili spezzati delle relazioni tra Italia e Stati Uniti nel momento più critico dei rapporti tra Ue e amministrazione Usa. L’analisi di Lorenzo Malagola, deputato di Fratelli d’Italia, pubblicata nell’ultimo numero della rivista Formiche, in occasione dei 100 anni dalla nascita della lady di ferro

Cento anni di Margaret Thatcher. L'eredità politica e morale nel ricordo di O'Sullivan

Di John O'Sullivan

La grande lezione sociale incarnata dalla Lady di ferro è che, senza le virtù vigorose, una società non avrà mai la forza di esprimere pienamente quelle virtù più dolci che tutti desideriamo veder fiorire. In occasione del centenario dalla nascita, John O’Sullivan, presidente di Danube institute e speechwriter della prima donna a Downing Street, rilegge la storia di Margaret Thatcher, apostolo delle virtù vigorose nella vita politica e nazionale. L’analisi pubblicata nell’ultimo numero della rivista Formiche

Thatcher-Meloni, due parabole diverse ma una stessa lezione. Ecco quale secondo Carone

In comune, al di là delle differenze di epoca e di stile, c’è la retorica della necessità. Thatcher ripeteva “There is no alternative” per dire che non ci sono strade diverse dalle sue riforme. Meloni chiede fiducia come garanzia di stabilità, punta sulla crescita e lavora sul riconoscimento internazionale. Due leader donne che hanno reso inevitabile la propria guida. L’analisi di Martina Carone, direttrice della comunicazione di Youtrend strategies e docente di Analisi dei media presso l’Università di Padova, pubblicata nell’ultimo numero della rivista Formiche, in occasione dei 100 anni dalla nascita della lady di ferro

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