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Quel filo atlantista che lega Margaret Thatcher e Giorgia Meloni

Di Lorenzo Malagola

Thatcher e Meloni – atlantiste convinte – sono legate dalla certezza che l’Occidente non possa abdicare al proprio ruolo di guida globale. Se Thatcher fu la migliore alleata di Reagan, Meloni ha saputo ricucire i fili spezzati delle relazioni tra Italia e Stati Uniti nel momento più critico dei rapporti tra Ue e amministrazione Usa. L’analisi di Lorenzo Malagola, deputato di Fratelli d’Italia, pubblicata nell’ultimo numero della rivista Formiche, in occasione dei 100 anni dalla nascita della lady di ferro

Cento anni di Margaret Thatcher. L'eredità politica e morale nel ricordo di O'Sullivan

Di John O'Sullivan

La grande lezione sociale incarnata dalla Lady di ferro è che, senza le virtù vigorose, una società non avrà mai la forza di esprimere pienamente quelle virtù più dolci che tutti desideriamo veder fiorire. In occasione del centenario dalla nascita, John O’Sullivan, presidente di Danube institute e speechwriter della prima donna a Downing Street, rilegge la storia di Margaret Thatcher, apostolo delle virtù vigorose nella vita politica e nazionale. L’analisi pubblicata nell’ultimo numero della rivista Formiche

Thatcher-Meloni, due parabole diverse ma una stessa lezione. Ecco quale secondo Carone

In comune, al di là delle differenze di epoca e di stile, c’è la retorica della necessità. Thatcher ripeteva “There is no alternative” per dire che non ci sono strade diverse dalle sue riforme. Meloni chiede fiducia come garanzia di stabilità, punta sulla crescita e lavora sul riconoscimento internazionale. Due leader donne che hanno reso inevitabile la propria guida. L’analisi di Martina Carone, direttrice della comunicazione di Youtrend strategies e docente di Analisi dei media presso l’Università di Padova, pubblicata nell’ultimo numero della rivista Formiche, in occasione dei 100 anni dalla nascita della lady di ferro

Così l’eredità di Margaret Thatcher continua a ispirare i leader di oggi. Scrive Montanari

Di Lorenzo Montanari

Durante i suoi tre mandati, Margaret Thatcher ridefinì il conservatorismo europeo. Oggi Giorgia Meloni, in qualità di presidente dei Conservatori e riformisti europei dal 2020 al 2025, ha ridisegnato il movimento conservatore nel continente, riunendo alleati e dando voce a una nuova generazione. L’intervento di Lorenzo Montanari, vice presidente di Americans for tax reform, pubblicato nell’ultimo numero della rivista Formiche, in occasione dei 100 anni dalla nascita della lady di ferro

I progressisti ritrovino la politica partecipata. Gli antidoti di Giuliano Amato alla crisi

Di Flavia Giacobbe

La sinistra attraversa una crisi profonda in Europa e negli Usa. Secondo Giuliano Amato, le cause vanno cercate nella perdita del radicamento territoriale, nell’incapacità di rispondere alle disuguaglianze e in una comunicazione calata dall’alto. Per rilanciare la spinta progressista serve la politica partecipata, fatta anche dal basso e guardandosi negli occhi. Se usano soltanto la strumentazione dei sondaggi, o il comunicatore politico che gli spiega gli esiti, vinceranno i conservatori

Alle radici della crisi europea della sinistra. L'analisi di Ignazi

Di Piero Ignazi 

La sinistra interpreta e rappresenta quei valori di apertura e di libertà senza concorrenza. La sua egemonia nelle aree urbane, e soprattutto metropolitane in Italia come in Europa garantita da ceti borghesi, costituisce il piedistallo da cui partire per andare alla conquista dei voti popolari prospettando una nuova politica economica pro-labour e non più solo pro-market. L’analisi di Piero Ignazi, professore di Politica comparata presso l’Università di Bologna

Kyiv è un laboratorio per la difesa comune. Borsari spiega perché

Di Federico Borsari

L’Ucraina, suo malgrado, è divenuta un laboratorio vivente di innovazione militare e industriale. La difesa europea può solo beneficiare di un’integrazione più profonda con quella del Paese. Varie sono le lezioni per l’Europa. Prima tra tutte non vedere Kyiv soltanto come destinataria di aiuti, ma come co-architetto della sicurezza europea. L’analisi di Federico Borsari, non resident fellow presso il Center for european policy analysis

Dal pubblico al privato, misure concrete per l'Ucraina (e meno proclami). Scrive l'amb. Herbst

Di John E. Herbst

Nonostante i rischi legati al conflitto, esistono ampie opportunità in settori-chiave dell’economia ucraina in cui alcune aziende occidentali stanno già ottenendo buoni risultati. I governi e le istituzioni finanziarie internazionali potrebbero facilitare questo processo affrontando la questione dell’assicurazione contro i rischi di guerra. La riflessione di John E. Herbst, direttore senior dell’Eurasia center dell’Atlantic council e già ambasciatore degli Stati Uniti in Ucraina e Uzbekistan, ospitata sull’ultimo numero della rivista Formiche dedicato alla Conferenza Ucr2025

Neutralizziamo il ricatto energetico russo. L’analisi del ministro ucraino Galushchenko

Di German Galushchenko

L’energia è da tempo uno strumento di ricatto dell’aggressore. È fondamentale che anche i paesi europei rifiutino questa dipendenza, diversificando le fonti. La conferenza di Roma è la dimostrazione di come il Paese, con il sostegno dei partner internazionali, stia costruendo non solo il futuro, ma anche la sicurezza energetica dell’intera Europa. Pubblichiamo la riflessione di German Galushchenko, ministro dell’Energia dell’Ucraina, ospitata nell’ultimo numero della rivista Formiche dedicato alla Conferenza Ucr2025

Ricostruire, riformare, rinascere. Il progetto Ucraina della vicepremier Svyrydenko

Di Yulia Svyrydenko

Pubblichiamo l’intervento di Yulia Svyrydenko, Primo vice Primo ministro e ministro dell’Economia dell’Ucraina ospitata nel numero di luglio della Rivista Formiche. “Nonostante le sfide l’Ucraina non si limita a ricostruire ciò che è andato perduto, ma getta le basi per una trasformazione, rafforzando le istituzioni, accelerando le riforme e creando un’economia resiliente e moderna in linea con i valori europei. La conferenza di Roma punta a raggiungere risultati tangibili con nuovi accordi, investimenti e migliorando il coordinamento tra i soggetti coinvolti. Il Paese ha una strategia chiara, un’agenda riformatrice dinamica e una forte determinazione al successo”

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