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Dove finisce l’acqua inizia il conflitto. E il jihadismo si insinua. Scrive Bertolotti

Ogni pozzo, ogni condotta, ogni bacino diventa un terreno di confronto e competizione invisibile, in cui il jihadismo, la criminalità e la disperazione si incontrano e si fondono. Una competizione, in contesti caratterizzati da debolezza istituzionale e disuguaglianza sociale, che gioca un ruolo di catalizzatore per l’insorgenza o la radicalizzazione di gruppi armati non statali. L’analisi di Claudio Bertolotti, direttore di Start InSight

Perché Xi Jinping non può fare a meno dell'Europa. Scrive Balme (Sciences Po)

Di Stéphanie Balme

Le relazioni Ue-Cina non sono mai state un accordo bilaterale “classico”. La Cina persegue una strategia di multilateralismo bilaterale con legami privilegiati con singoli Stati europei e criticando la mancanza di centralità dell’Ue. L’analisi di Stéphanie Balme, direttrice del Centro di studi internazionali presso Sciences Po

La matrioska russa in mano cinese. I tre scenari di Radchenko

Di Sergey Radchenko

L’unico scenario che la Cina è determinata a evitare è quello di una sconfitta totale della Russia. Una vittoria russa e uno stallo, al contrario, sono entrambe ipotesi piuttosto accettabili. L’analisi di Sergey Radchenko, Wilson E. Schmidt distinguished professor alla Johns Hopkins school of advanced international studies

Nella mente del nuovo ordine mondiale cinese. L'analisi di Matteo Dian

Di Matteo Dian

La Repubblica Popolare Cinese sta elaborando un modello alternativo e lavorando con i propri partner per realizzarlo. Il suo successo si misurerà sulla capacità di promuovere un modello di interazione politica ed economica con altri Stati. L’analisi di Matteo Dian, professore di Politica internazionale dell’Asia orientale presso l’Università di Bologna, pubblicata sulla rivista Formiche in vista dell’incontro “Turning tides? – The future of China–EU relations”, la conferenza internazionale che si svolgerà il 27 e il 28 ottobre presso l’Università di Bologna in occasione del 50esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Ue e Cina

Quel filo atlantista che lega Margaret Thatcher e Giorgia Meloni

Di Lorenzo Malagola

Thatcher e Meloni – atlantiste convinte – sono legate dalla certezza che l’Occidente non possa abdicare al proprio ruolo di guida globale. Se Thatcher fu la migliore alleata di Reagan, Meloni ha saputo ricucire i fili spezzati delle relazioni tra Italia e Stati Uniti nel momento più critico dei rapporti tra Ue e amministrazione Usa. L’analisi di Lorenzo Malagola, deputato di Fratelli d’Italia, pubblicata nell’ultimo numero della rivista Formiche, in occasione dei 100 anni dalla nascita della lady di ferro

Cento anni di Margaret Thatcher. L'eredità politica e morale nel ricordo di O'Sullivan

Di John O'Sullivan

La grande lezione sociale incarnata dalla Lady di ferro è che, senza le virtù vigorose, una società non avrà mai la forza di esprimere pienamente quelle virtù più dolci che tutti desideriamo veder fiorire. In occasione del centenario dalla nascita, John O’Sullivan, presidente di Danube institute e speechwriter della prima donna a Downing Street, rilegge la storia di Margaret Thatcher, apostolo delle virtù vigorose nella vita politica e nazionale. L’analisi pubblicata nell’ultimo numero della rivista Formiche

Thatcher-Meloni, due parabole diverse ma una stessa lezione. Ecco quale secondo Carone

In comune, al di là delle differenze di epoca e di stile, c’è la retorica della necessità. Thatcher ripeteva “There is no alternative” per dire che non ci sono strade diverse dalle sue riforme. Meloni chiede fiducia come garanzia di stabilità, punta sulla crescita e lavora sul riconoscimento internazionale. Due leader donne che hanno reso inevitabile la propria guida. L’analisi di Martina Carone, direttrice della comunicazione di Youtrend strategies e docente di Analisi dei media presso l’Università di Padova, pubblicata nell’ultimo numero della rivista Formiche, in occasione dei 100 anni dalla nascita della lady di ferro

Così l’eredità di Margaret Thatcher continua a ispirare i leader di oggi. Scrive Montanari

Di Lorenzo Montanari

Durante i suoi tre mandati, Margaret Thatcher ridefinì il conservatorismo europeo. Oggi Giorgia Meloni, in qualità di presidente dei Conservatori e riformisti europei dal 2020 al 2025, ha ridisegnato il movimento conservatore nel continente, riunendo alleati e dando voce a una nuova generazione. L’intervento di Lorenzo Montanari, vice presidente di Americans for tax reform, pubblicato nell’ultimo numero della rivista Formiche, in occasione dei 100 anni dalla nascita della lady di ferro

I progressisti ritrovino la politica partecipata. Gli antidoti di Giuliano Amato alla crisi

Di Flavia Giacobbe

La sinistra attraversa una crisi profonda in Europa e negli Usa. Secondo Giuliano Amato, le cause vanno cercate nella perdita del radicamento territoriale, nell’incapacità di rispondere alle disuguaglianze e in una comunicazione calata dall’alto. Per rilanciare la spinta progressista serve la politica partecipata, fatta anche dal basso e guardandosi negli occhi. Se usano soltanto la strumentazione dei sondaggi, o il comunicatore politico che gli spiega gli esiti, vinceranno i conservatori

Alle radici della crisi europea della sinistra. L'analisi di Ignazi

Di Piero Ignazi 

La sinistra interpreta e rappresenta quei valori di apertura e di libertà senza concorrenza. La sua egemonia nelle aree urbane, e soprattutto metropolitane in Italia come in Europa garantita da ceti borghesi, costituisce il piedistallo da cui partire per andare alla conquista dei voti popolari prospettando una nuova politica economica pro-labour e non più solo pro-market. L’analisi di Piero Ignazi, professore di Politica comparata presso l’Università di Bologna

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