Skip to main content

Washington e Pechino testano nuovi canali di dialogo militare. Ecco come

Una delegazione bipartisan del Congresso Usa ha visitato la Cina, raccogliendo segnali di apertura da Pechino sul rafforzamento delle comunicazioni militari. Restano però condizioni e ambiguità: Pechino lega i progressi a concessioni americane su Taiwan e altri dossier sensibili

Bloccare la Russia sul campo per arrivare a una trattativa. La ricetta di Zagordnyuk (e di Zelensky?)

Putin non cerca negoziati, e sarà fermato solo con la forza sul campo. Per Zagorodnyuk i partner occidentali devono subito puntare su capacità moderne per Kyiv, evitando sistemi obsoleti, per inficiare ogni velleità offensiva del Cremlino. In questa dimensione si collocano gli accordi con gli Usa promossi da Zelensky. Che infatti non sembrano piacere a Mosca

La marina britannica solca il Mar Cinese sotto gli attacchi simulati di Pechino

La missione britannica Operation Highmast nel quadrante indo-pacifico, è stata accompagnata da navi e caccia di Pechino, simulando attacchi missilistici. Un banco di prova, una contro esercitazione o un test di deterrenza?

Cosa c'è dietro l’avventurismo della politica estera di Putin. Scrive Polillo

Se il Mondo ritrovasse la pace, la Russia, come grande potenza in grado di competere con gli Stati Uniti, com’era avvenuto nei precedenti 40 anni di storia (1948/1989), non avrebbe futuro. Sarebbe spazzata via dall’inquietante presenza della Cina, che comunque preme ai suoi confini. L’analisi di Gianfranco Polillo

Dall'accordo sui minerali all'accordo sulle armi. Il nuovo epicentro delle relazioni Kyiv-Washington

L’intesa sulle armi, così come quella sui minerali, si colloca in un contesto geopolitico in cui Kyiv deve garantire sostegno militare e industriale dagli Stati Uniti, promuovendo accordi che superano la logica dell’aiuto gratuito e puntino a una partnership fondata su scambi concreti

Il voto in Moldavia consegna una responsabilità all'Ue. Loperfido spiega quale

Più dell’influenza russa poté il popolo. Nonostante una campagna elettorale caratterizzata da diversi tentativi di infiltrazione del Cremlino, con influencer pagati per orientare l’opinione pubblica e grossi investimenti in questo senso, in Moldavia trionfa il fronte europeista di Maia Sandu. Ora, però, all’Europa la responsabilità di essere capace di includere e difendere sempre di più quelle zone tumultuose nella logica di allargamento a tutta l’area dei Balcani. Conversazione con il deputato Emanuele Loperfido, membro della delegazione Osce che ha monitorato l’esito elettorale

La Cina userà traghetti civili per invadere Taiwan. L’allarme dell’intelligence Usa

L’impiego dei ro-ro è parte centrale della strategia cinese: navi civili trasformate in strumenti militari a basso costo e alto impatto. Il loro uso nello Stretto di Taiwan non è solo logistica, ma un segnale politico che rende più concreto lo spettro di un’invasione e impone a Stati Uniti e alleati di ricalibrare deterrenza e regole d’ingaggio. Il report della Dia

La Libia è a un punto di svolta. L'appello del ministro Ali Milad Bin Younes alla partnership e al rinnovamento

Di Ali Milad Bin Younes

Riceviamo a pubblichiamo l’intervento di Ali Milad Bin Younes, ministro delle Risorse Marine, Governo della Libia. “Con le giuste partnership e politiche, che devono essere definite congiuntamente da tutte le parti e fazioni attuali in Libia, il Paese può trasformarsi da teatro di divisione a partner affidabile per la cooperazione in materia di sicurezza, fornitura di energia, sviluppo sostenibile e integrazione regionale”, scrive il ministro

Sviste americane. I rischi di puntare sulla destra radicale Ue secondo Sisci

Gli Stati Uniti rischiano di illudersi sulla destra radicale europea. A differenza dell’Italia di Meloni, in Germania, Francia e Regno Unito questi movimenti restano ideologici, filorussi e antiamericani. Puntarci potrebbe trasformarsi in un errore strategico dalle conseguenze gravi. Il commento di Francesco Sisci

Tornano le sanzioni europee conto l’Iran. Teheran si difende, ma potrebbe reagire

I tentativi di dialogo negoziali sono naufragati e gli E3 hanno reintrodotto le sanzioni previste dall’accordo del 2015 sul nucleare. Il Jcpoa, che permetteva questo sistema di “snapback”, sembra del tutto naufragato e mentre il presidente Pezeshkian parla di misure ingiuste, da Teheran potrebbero muoversi reazioni ibride

×

Iscriviti alla newsletter