Secondo alcune indiscrezioni, l’ex amministratore delegato di Google Schmidt sarebbe sul punto di lanciare una nuova società che applicherebbe l’intelligenza artificiale al processo di ricerca e sviluppo scientifico. Nonostante i pochi dettagli disponibili, le prospettive sono certamente d’impatto
Esteri
Accordo Tokyo-Seul. Da Camp David passa l'eredità di Biden
L’incontro a tre a Camp David sarà un tassello fondamentale nella costruzione di un’architettura di sicurezza nell’Indo Pacifico e nell’eredità politica di Joe Biden. Washington, Tokyo e Seul si coordinano intanto con una hotline per condividere le questioni comuni, come il contenimento della Cina e la minaccia atomica della Corea del Nord
Sánchez (forse) ce la può fare. Cosa succede nella politica spagnola
Giornata decisiva per decidere chi guiderà il prossimo governo spagnolo. L’ex presidente delle Baleari, Francina Armengol, è diventata presidente del Congresso dopo un accordo dei socialisti con alcuni partiti regionali. Ma la partita è ancora aperta…
Investimenti, commercio e... un jet nuovo? Perché Mbs andrà a Londra
Fonti del governo britannico confermano la visita del principe ereditario in autunno. Sul tavolo il piano da mille miliardi di Riad per sganciare l’economia del Paese dal petrolio, l’accordo tra Regno Unito e Consiglio di cooperazione del Golfo e il possibile ingresso saudita nel Gcap. Sullo sfondo la questione dei diritti umani. Ma le urne si avvicinano e i tories di Sunak hanno bisogno di risultati
Pugno duro. Ecco chi è il nuovo inviato filippino a Pechino
Il presidente filippino Marcos Jr. ha nominato come nuovo inviato speciale a Pechino un personaggio noto per le sue uscite politicamente scorrette, soprattutto nei confronti della Repubblica Popolare. Segnalando così un cambio di marcia nei rapporti diplomatici tra i due Paesi
Italia in Africa, tra visione e interesse nazionale
Il primo auspicabile risultato della strategia del governo Meloni è quello di un nuovo approccio culturale all’Africa, in grado di superare i numerosi preconcetti ideologici che hanno a lungo ostacolato un dibattito sano, costruttivo e definito per perseguire gli interessi nazionali. Bisogna scardinare il paradigma che per molto tempo ha abbinato la cooperazione allo sfruttamento. Il punto di Nicola Pedde, direttore dell’Institute for global studies e professore di Geopolitica dell’energia
Gli ultimi scontri a Tripoli ci ricordano che in Libia comandano le milizie
Decine di morti e feriti a Tripoli per un regolamento di conti tra bande rivali. La Libia è ancora un hotspot di caos nel Mediterraneo allargato. Con il passare del tempo, i gruppi armati libici si sono sviluppati e sono diventati parte delle istituzioni di sicurezza statali, ricevendo finanziamenti anche dal governo. Da lì le milizie hanno messo le mani su altre realtà economiche e di potere nel Paese. La mancanza di un governo centrale forte ha permesso la proliferazione di questi gruppi armati
In Ucraina, nessun compromesso all'orizzonte. Gli scenari di Bozzo
Il docente della Cesare Alfieri ritiene impraticabile la proposta di compromesso avanzata da un funzionario Nato. Nel conflitto ucraino, entrambi i contendenti hanno risorse sufficienti per portare avanti una guerra d’attrito. Ben oltre gli orizzonti temporali di breve periodo
Il grano e le speranze di Kyiv adesso passano dal Danubio
In seguito alla fine dell’accordo sul grano, si cercano vie alternative per far arrivare i prodotti ucraini sul mercato globale. E al momento, l’opzione del Danubio sembra essere quella più adatta
Niger, Mali, Burkina Faso. L'approccio che serve per il Sahel secondo Mayer
È difficile capire se l’Europa sarà in grado di cambiare il suo approccio in Africa, ma è certo che su questo si gioca gran parte della credibilità internazionale del nostro governo. Se vuole essere davvero credibile, l’Unione europea deve innanzitutto partire dai bisogni della popolazione locale: sistemi sanitari efficienti, acqua potabile, elettricità prodotta da energie rinnovabili, posti di lavoro. Non solo l’impostazione securitaria che favorisce le élite militari (e dunque i colpi di stato)
















