L’Italia, che ospita il G7, si presenta al cospetto dei grandi della Terra come leader globale di tradizione e innovazione, grazie alla forza di 4,7 milioni di piccole e medie imprese. Negli ultimi cinque anni, il valore dell’export è cresciuto di 9,2 punti percentuali. Sull’esportazione di macchinari hi-tech il valore delle operazioni supera i cento miliardi di euro. E per la creazione di posti di lavoro le Pmi sono imprescindibili. Colloquio con il presidente di Confartigianato, Marco Granelli
intervista
G7, è l’Africa l’area di leadership italiana. Parla Marchetti
Conversazione con il docente universitario: “L’inclusione dell’Africa nel G7 è la proposta di punta del governo italiano per differenziarsi rispetto agli altri. L’unico governo che ha pieni poteri e forza politica è quello italiano. Macron ha sciolto il Parlamento e sa che è in difficoltà. Biden ha sondaggi molto negativi, come Scholz. La presenza del Santo Padre? Ha un valore doppio, strategico e contenutistico”
Altro che cuneo fiscale, la vera svolta per i salari sono gli investimenti pubblici e una minore flessibilità. Parla Roventini
Se le retribuzioni in Italia non sono cresciute come dovevano, rimanendo al passo con le altre grandi economie, è per colpa della compressione della spesa pubblica per gli investimenti e della mania della flessibilità. L’Intelligenza Artificiale può essere un problema se il Paese non si farà trovare pronto. Conversazione con l’economista e direttore dell’Istituto di Economia della Scuola Superiore Sant’Anna, Andrea Roventini
Berlusconi e l'estraneità alla politica come chiave del suo successo. Il ricordo di Ignazi
La chiave del successo, il bifrontismo, la capacità di catalizzare il consenso e soprattutto la disintermediazione come cifra politica. Si rivolgeva direttamente alle persone, essendo anche un mago della televisione. Meloni ha raccolto una parte del suo elettorato ma ha tratti stilistici differenti. Conversazione con il politologo Piero Ignazi, a un anno dalla scomparsa di Silvio Berlusconi
Tutte le ragioni di Schlein per festeggiare. Parla Parisi
Elly Schlein ha tutti i titoli per godersi questo risultato. È vero che il polo capeggiato da Meloni esce dalla competizione meglio dall’ancora ipotetico campo largo, ma i partiti e i leader che avevano sfidato il suo Pd ne escono indiscutibilmente disfatti. I partiti del centrodestra sono serenamente divisi sul futuro e rissosamente aggrappati al presente. Il Movimento 5 Stelle è ridimensionato ma faticherà ad essere junior partner. E ciò che sta accadendo in Francia ci dice tanto sull’Occidente. Intervista all’ex ministro e docente universitario, Arturo Parisi
Perché l'asse Meloni-von der Leyen conviene a entrambe. Parla Palano
Il risultato uscito dalle urne ci consegna un quadro nel quale sono le persone a prevalere, più che i partiti in sé. Dalla personalizzazione, l’unico che viene penalizzato è il Movimento 5 Stelle, il grande sconfitto. Questo, nei rapporti con i dem, lo indebolisce ulteriormente e lo rende un partner meno appetibile. La Lega a traino Vannacci potrebbe essere un’insidia per il governo e a Meloni conviene l’asse con von der Leyen. Conversazione con Damiano Palano, politologo e direttore del dipartimento di Scienze politiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore
Il Parlamento Ue non è stravolto, ma la politica sì. Parla Martinelli (Milano-Bicocca)
Dopo il voto, i passi tecnici saranno la proclamazione degli eurodeputati e la formazione dei gruppi, dopodiché si passerà al lato più politico: la scelta di un nome per la presidenza della Commissione e a seguire tutti i commissari, che dovranno essere poi votati dal Parlamento Ue. Nel mezzo, un cambiamento del quadro politico inedito, le cui conseguenze non sono del tutto prevedibili. Conversazione con Claudio Martinelli, Università di Milano-Bicocca
Così Putin ci vuole convincere che l’Ucraina è perduta. Parla il prof. Teti
L’obiettivo strategico di Mosca è distruggere lo spirito combattivo dell’Ucraina, convincendo i Paesi occidentali che questa guerra è sostanzialmente una causa persa, dice il professore dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara
Il consenso e la nuova Ue che va a destra. Come si vincono le elezioni secondo Parsi
“La politica estera dell’Ue? Non mi aspetto grandi cambiamenti se resterà centrale il Ppe. Macron? Era un leader carismatico nella prima elezione ma poi si è progressivamente appannato. Nell’emergenza bellica rientrano le politiche industriali”. Conversazione con Vittorio Emanuele Parsi, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Macron sconfitto. Ora la Francia è più instabile e per l'Ue è un problema. Parla Darnis
Il partito del presidente francese si ferma al 15%, mentre il Rassemblement National super la soglia del 30. Un’affermazione robusta, che induce Macron a sciogliere le camere e a convocare nuove elezioni a fine giugno. Questo potrà portare a una difficile coabitazione. Ora il Paese agli occhi dell’Europa si presenta come instabile e l’esempio del Rn sarà un traino per altri partiti di destra in Ue. Conversazione con il politologo Jean-Pierre Darnis