Si apre il tradizionale appuntamento economico in Grecia con il discorso in videoconferenza del presidente ucraino che punta il dito contro Berlino e Washington, alla presenza tra gli altri del commissario europeo Paolo Gentiloni. Che osserva come “la Grecia è uno dei pochi Stati membri dell’Ue che soddisfa, e addirittura supera, l’impegno della Nato per il 2% del Pil investito in spesa per la difesa che nel 2023 si è attestata al 3%. Ciò dovrebbe incoraggiare coloro che sono in ritardo a intensificare i loro sforzi”
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Europa, armi e Kyiv. Il governo si prepara al primo appuntamento del G7
Il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari indica la traccia dell’esecutivo sui punti maggiormente significativi: “Il governo di centrodestra garantisce il sostegno all’Ucraina. Navalny? Morto perché incarcerato dal regime di Putin. L’Occidente dovrebbe inviare più munizioni a Kyiv”
Spese per la difesa fuori dal patto? In Europa la voce dell'Italia è ascoltata. Parla Loperfido (FdI)
Conversazione con il deputato della commissione Difesa: “Una vittoria dell’Italia e del governo Meloni”. Ma non solo: nel futuro, anche il dibattito sul centro unico di fornitura in vista della costituzione di un mercato unico europeo nel settore degli armamenti, “con vantaggi anche all’industria italiana della difesa che può contare su aziende tecnologicamente avanzate su scala mondiale”
Dal Consiglio europeo, piccoli passi verso la difesa comune. L’analisi di Politi
“Non pretendo già da oggi l’esercito europeo ma almeno standardizzare i sistemi d’arma e per ora siamo ancora molto lontani. L’Ucraina? È chiaro che i Paesi occidentali devono tenere duro sul principio che non ci sono cambi di territorio se non concordati tra le parti. Non ci sono perché in quel caso si aprirebbe un vaso di Pandora in tutta Europa, anche a danno dei russi”. Conversazione con il direttore della Nato defense college foundation, Alessandro Politi
L’Ucraina rivende armi Nato ad Hamas? Così la disinformazione russa sfrutta la crisi
La macchina propagandistica del Cremlino ha riciclato uno dei suoi ritornelli per adeguarlo al contesto della crisi in Israele. L’accusa dell’ex presidente Medvedev, secondo cui armi dell’Alleanza sarebbero finite in mano ai jihadisti per colpa del “regime neonazista” ucraino, è stata rilanciata sui social e corroborata con un finto video BBC-Bellingcat
Ucraina, armi e geopolitica. Lo scatto in avanti di Berlino secondo Pelanda
“La mediazione vaticana? Per un conflitto di questo tipo la soluzione passa solo dalle pressioni Usa da effettuare sulla Cina e sulla Russia. Gli aiuti a Kiev? La notizia è nel potenziamento da parte della Germania. L’Italia nell’Indo-Pacifico? In questa agenda si inserisce bene Roma, che già è entrata molto più pesantemente di quanto riportato sulla stampa”. Intervista all’economista e accademico Carlo Pelanda
Un delirio il referendum contro l'invio di armi in Ucraina. La versione di Parsi
“Pensare che si possa vietare il sostegno ad un Paese invaso con un quesito referendario è una forma di deresponsabilizzazione dei decisori. I promotori? Sono gli stessi che si lamentavano della dittatura da Covid. Così formulato, la Corte avrà facilità nel respingerlo”. L’analisi di Vittorio Emanuele Parsi, docente all’Università del Sacro Cuore
Sostegno all’Ucraina. Le (nuove) ambiguità di Conte sono un assist a Putin
Intervistato da “Avvenire”, il leader del Movimento 5 Stelle critica il governo Meloni per il sostegno militare offerto a Kyiv, glissa sulle responsabilità russe e agita il rischio escalation come fa la propaganda del Cremlino. Ecco cosa non torna
Ucraina, l’Italia non si gira dall’altra parte. Le parole di Meloni e Crosetto
Per raggiungere “l’obiettivo di assistere il popolo ucraino” è necessario “anche l’aiuto militare”, ha detto il presidente del Consiglio. Quando il governo deciderà un eventuale sesto pacchetto di aiuti militari seguirà la stessa procedura adottata dall’esecutivo Draghi relazionando il Copasir, ha spiegato il ministro della Difesa
Dalle parole ai fatti. Sull'Ucraina il rischio è Salvini. Parla Parsi
“Ci sono soggetti che pensano di lucrare politicamente su un atteggiamento di non assunzione di responsabilità verso l’Ucraina”, spiega il professore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. “Sulle armi l’Italia, a maggior ragione, è chiamata a fare la sua parte”