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La guerra energetica dietro il piano Witkoff: gasdotti, (dis)accordi e nuove scoperte

Il no al gasdotto Eastmed si mescola con la presenza di Cosco al Pireo, con l’esigenza europea di chiudere definitivamente al gas russo e con i ricavi di Mosca in netto calo rispetto al 2024. Cina e Stati Uniti si incontrano e si scontrano nel Mediterraneo, con i player periferici che si muovono di conseguenza. Il risultato è un risiko, che vede ridisegnare le strategie non solo dei singoli Paesi ma di interi settori industriali e di policies ad essi interconnesse

Perché (anche) l'Fmi scommette sulla nuova Siria

Una Siria dotata della necessaria infrastruttura amministrativa, economica, finanziaria e geopolitica è una buona notizia anche per l’Europa e il Mediterraneo, dal momento che lì si può riverberare quel nuovo ordine di pace avviato a Gaza e proseguito nel solco degli accordi di Abramo. Giorgia Meloni nel suo recente incontro con al-Sharaa ha ribadito il sostegno di Roma alla ricostruzione di una Siria stabile e sovrana, anche attraverso investimenti da parte delle aziende italiane in settori di reciproco interesse

Perché la visita di Abbas da Meloni conferma la centralità di Roma

Soprattutto alla luce di altre macro destabilizzazioni come quella in Mali, dove Al Qaeda intende allargare la crisi a tutta la regione del Sahel, lo sforzo italiano tarato sulla striscia assume ancora più valore. Il riferimento è non solo alla presenza militare nel centro aperto da Usa e Israele per promuovere la tregua, ma anche al grande obiettivo rappresentato dalla Conferenza di Ricostruzione in programma a metà novembre al Cairo, che l’Italia sta co-organizzando

Quali proposte porterà Meloni al Consiglio europeo

In occasione delle comunicazioni al Parlamento della presidente del Consiglio, spicca la postura italiana sulle sanzioni russe, sul coinvolgimento dei Carabinieri a Gaza e sulla contrarietà alla transizione ecologica di Timmermans che può essere controbattuta per preservare l’industria e i livelli occupazionali del nostro Paese

Cibo e ricostruzione per Gaza, così l'Italia lavora per la stabilità del Medio Oriente

Una postura, quella di Roma, che già con il progetto Food for Gaza era stata messa in chiaro. Non a caso l’Italia ha provveduto a nominare l’attuale rappresentante speciale presso la Fao, Bruno Archi, come inviato speciale per la ricostruzione a Gaza. Un ulteriore segnale di come l’Italia intende essere protagonista, in questa prima fase sul piano umanitario e a seguire nel dossier ricostruzione

Non solo firme. La giornata di Meloni in Egitto parte della ricostruzione di Gaza

Un apporto, quello italiano, particolarmente apprezzato dal presidente Trump che ha definito Meloni “una governante molto forte, sta facendo un bel lavoro”. L’occasione per Giorgia Meloni è stata utile anche per discutere con il Presidente dell’Egitto, Abdel Fattah Al Sisi di una serie di aspetti interconnessi al rilancio di un processo politico che conduca ad un quadro di pace: l’Italia ha da giocare in questo senso la carta del Piano Mattei, che tocca i confini fisici e politici della questione, non fosse altro perché lambisce quei paesi che confinano con l’area o questione

Gaza, che cosa farà l'Italia dopo la firma per la pace

Già nel recente passato i Carabinieri avevano lavorato fianco a fianco con la polizia palestinese, erano stati però richiamati nel 2023 per poi far rientro nel gennaio scorso con una mini delegazione e Rafah e Gerico per assicurare la formazione del personale locale. Un rapporto di fiducia, quindi, con territori e comunità

Diplomazia, non bandiere. L'accordo di Gaza spiegato da Scurria

Conversazione con il vicecapogruppo al Senato di FdI: “Le piazze pro Pal? Chiedevano una cosa che in realtà il governo stava già facendo in silenzio. La stabilità dell’intera regione mediorientale potrebbe essere garantita proprio da questo nuovo sforzo, nato dalla cooperazione di più Paesi. Meloni? Credibile perché giusta e sincera”

Von der Leyen resta presidente e rilancia sull’Africa con il Corridoio di Lobito

Con il voto schiacciante a favore della presidente e della Commissione dovrebbe chiudersi la “stagione” delle mozioni contra personam, anche in considerazione del fatto che le crisi a Gaza e Kyiv necessitano di una guida europea stabile e pienamente operativa

Regionali in Calabria. I dolori del campo largo e le conferme del centrodestra

Il voto in Calabria conferma governatore il presidente uscente Roberto Occhiuto, vincitore con il 58% circa contro il 41% di Pasquale Tridico. Affluenza al 43,1%, in leggero calo rispetto alle precedenti elezioni regionali. Ecco tutti i dettagli

 

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