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L'incontro di Meloni e Mattarella con Rahmonov avvicina il Tagikistan all'Europa

In un’area dove a dare le carte sono Mosca e Pechino, rispettivamente principale partner militare e principale partner economico, l’Europa dovrebbe mettere in campo una nuova agenda regionale sia per rafforzare l’economia locale con programmi di sviluppo, sia per sostenere il Paese nello sfruttamento armonico delle sue risorse e, quindi, esercitando un soft power geopolitico

Biden, Piano Mattei e presidenzialismo. Tutti gli indirizzi di Giorgia Meloni

Tra l’emergenza-alluvione e i frutti del G7, il premier ha fatto il sunto delle politiche italiane caratterizzate da Ue, Africa e riforme. “Altro che isolamento, l’Italia è credibile e rispettata a livello internazionale. L’autonomia? Per rafforzare la coesione nazionale, anche per responsabilizzare delle Regioni. Il presidenzialismo? Per assicurare la stabilità dei governi”

Dal G7 al Kazakistan (tappa solo rimandata). L'Asia Centrale nell'agenda Meloni

Anche se rimandato, l’incontro tra il premier e il presidente kazako Tokayev previsto per domenica, conferma tutto l’interesse italiano per un’area delicatissima. Mosca non è più il riferimento principale per Astana, da cui giungono in Europa le esportazioni di petrolio come alternativa al greggio russo colpito dalle sanzioni. L’Italia è il primo partner commerciale in Europa, sotto l’ombrello dell’European Union-Kazakhstan Enhanced Partnership and Cooperation Agreement

Facciamo l'Eastmed, il gasotto delle democrazie. L'appello di Formentini

Parla il vicepresidente della Commissione Esteri della Camera: “Sarebbe interesse di tutti i players mediterranei stabilizzare l’intera area con una nuova e grande infrastruttura. Mi auguro che le diffidenze turche possano essere smussate. E nei Balcani l’Italia può portare know how, tecnologia, sicurezza”

Dal Covid ai conti pubblici, ecco perché Meloni era pronta davvero

Possibile ammettere, senza faziosità, che in Italia esiste una destra del buongoverno che naturalmente può piacere o meno, ma che ha piena legittimità di governare, senza rischi né per la finanza pubblica né per la democrazia

Le conseguenze economiche di un conflitto su Taiwan

L’analisi del centro di ricerca con sede a New York non lascia dubbi: in uno scenario conservativo, l’impatto sull’economia regionale e globale sarebbe comunque devastante. Soprattutto per l’industria dei semiconduttori e dei settori a valle. Basterà lo “scudo di silicio” come deterrente per evitare un’escalation?

 

Macron-Meloni e il nuovo rapporto con la Francia. Gli scenari di Gressani

“Siamo in un contesto europeo particolare. Nei giorni scorsi l’Eliseo ha esposto in modo molto chiaro la sua inquietudine rispetto alla fragilità della relazione tra la Francia e la Germania, con il rinvio del summit. Scholz sta attraversando una tempesta perfetta. La Francia può essere interessata a cercare, su alcuni dossier, un sostegno da Roma”. Intervista al direttore del Groupe d’études géopolitiques (Geg) dell’Ecole Normale Supérieure e del Grand Continent

L'interesse nazionale si trova fuori dai confini dell'Italia

Mediterraneo, Balcani, Medio Oriente, Indopacifico: non più solo punti cardinali ma cardini di un nuovo ordine geopolitico da amministrare e non da subire

Libia, Libano e Afghanistan. Perché i tre dossier (dimenticati) restano centrali

Mentre Teheran invia carburante in Libano, dopo aver rifornito Hezbollah, la Turchia membro Nato partecipa allo Sco summit e prova a dire la sua in Libia e Afghanistan. Dove la Cina punta alla ricostruzione e inizia a mandare i suoi treni della Via della Seta

Tra gas, Libia e Nato. Il bilaterale Draghi-Erdogan visto da Politi

Il direttore della Nato Defense College Foundation: “Parlare con tutti non significa essere d’accordo con tutti o d’accordo su tutto, però significa capire che c’è una serie di attori regionali che sono obiettivamente cresciuti di importanza”. La Libia, il gasdotto Eastmed, la questione curda e l’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato

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