Secondo l’eurodeputata popolare Kalniete le 600 petroliere della flotta ombra, che esportano il 70% del petrolio russo, immettono 12 miliardi di dollari nel bilancio di guerra russo ogni mese. La flotta ombra è raddoppiata quest’anno. Queste petroliere non sono assicurate e il loro personale è scarsamente addestrato. “Sono pericolosamente usurate e, di fatto, sono bombe a orologeria ecologiche che minacciano le acque del mondo con fuoriuscite di petrolio. La flotta ombra russa è una minaccia ibrida diretta per la Lettonia e gli altri Paesi del Mar Baltico”
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Tagli e mal di pancia. Tutti i grattacapi in casa Opec+
Il cartello a guida saudita decide di continuare a limitare la produzione fino a giugno, ma il mercato confida nelle condizioni macro e non reagisce con preoccupazione. Intanto sono diversi i Paesi che rompono i ranghi e pompano più di quanto convenuto: dilemmi in vista alla prossima riunione
Petrolio, le sanzioni Usa rallentano le esportazioni russe. E sul gas…
Una parte delle navi petroliere che il Cremlino utilizza per trasportare il suo greggio hanno cessato le operazioni da quando Washington ha stretto le maglie delle sue sanzioni. Intanto l’Austria si scopre completamente dipendente dal gas russo, ma prende sostanza il corridoio Nord Africa-Germania (via Italia)
Domanda anemica e perplessità cinesi. Crolla il prezzo del petrolio
Slittano i principali indici del greggio dopo l’aumento delle riserve statunitensi e i segnali di rallentamento da parte del gigante asiatico. L’offerta di petrolio dovrebbe rimanere robusta a fronte di una domanda in flessione. Sembra scongiurato lo shock petrolifero – ma i prezzi sono tutt’altro che bassi
Petrolio, avanti coi tagli per Riyadh e Mosca. Ma il futuro si complica
Arabia Saudita e Russia confermano che il taglio alla produzione durerà fino a fine anno, nonostante il conflitto tra Israele e Hamas e il rischio di shock energetico. Gli introiti del greggio sono una questione esistenziale per i due Paesi, che stanno navigando tra indebolimento della domanda e transizione energetica. E la sfida sarà difendere le loro ragioni nel Global South
Petrolio, perché l’attacco di Hamas può ribaltare l’equilibrio in Medioriente
L’impennata dei prezzi del petrolio sembra più una reazione istintiva che una riedizione della crisi degli anni 70. Ma una “manina” dell’Iran nella guerra in corso tra i militanti jihadisti e Israele può causare effetti a cascata nel complesso reticolo di relazioni tra i Paesi mediorientali e quelli Opec+, ridisegnando gli equilibri globali. Occhio a Arabia Saudita e Russia
Così Putin e Xi vogliono creare un nuovo ordine energetico. Parla Sassi
Tra Mosca e Pechino ci sono ampie convergenze su energia e politica. Mentre la Russia cerca di aggirare le sanzioni e preservare lo status di potenza esportatrice, la Cina riflette su equilibri internazionali e sicurezza energetica, ed entrambe guardano al Sud globale. L’esperto di geopolitica energetica mappa risorse, strategie e la relazione tra le autocrazie
La raffineria di Priolo andrà ai ciprioti di Goi. Tutti i dettagli
Messa alle strette dal governo Meloni, l’azienda petrolifera russa ha accettato di cedere l’impianto di raffinazione a un fondo di private equity in cordata con il trader svizzero – scavalcando all’ultimo l’offerta di Crossbridge/Vitol
Greggio, prezzi in picchiata nonostante il price cap. Durerà?
All’indomani del tetto al prezzo del greggio russo, il taglio di produzione Opec+ e le interruzioni lungo le catene di produzione, l’indice Brent ha segnato il minimo del 2022. Ecco i motivi per cui sta calando (e cosa potrebbe farlo risalire)
La sorte del petrolio (russo e non) tra price cap e Opec+
L’entrata in vigore del tetto al prezzo del greggio russo sta già colpendo i proventi del Cremlino. Ma mentre la Russia pensa alle contromisure, il cartello di produttori petroliferi sceglie la linea attendista di fronte alle vecchie e nuove incertezze sul mercato. La previsione di Staunovo (Ubs)