Conversazione con il direttore della Nato Defense College Foundation: “Le proteste in Serbia? Vedo una possibile, anche se non probabile, fine della lunga stagione di Vucic. I Paesi balcanici hanno aspettato più di vent’anni per l’adesione all’Ue e ora non sono più disposti ad aspettare ancora. Il lavoro di Sorensen? Il gioco non è totalmente determinato dall’Unione europea”
KFOR
Kosovo-Serbia, perché l'attentato all'acquedotto frena il dialogo
Ferma condanna dell’attentato è stata espressa dall’inviato Ue Miroslav Lajcak, che nelle scorse settimane aveva auspicato l’inizio entro dicembre di una nuova fase negoziale nell’ambito del dialogo sotto l’egida Ue: ma di fatto questo episodio ne frena l’impulso
Più visti, meno tensioni. La mossa dell'Ue sul Kosovo
Il Consiglio europeo ha adottato un regolamento ad hoc secondo cui l’intera regione dei Balcani occidentali disporrà del medesimo regime di visti degli altri, cassando in questo modo l’esclusione applicata in precedenza a chi aveva passaporto serbo rilasciato dalla direzione di coordinamento della Serbia
Kosovo, ecco cosa c’è in ballo sul processo di adesione all’Ue
La condicio sine qua non di Kurti resta quella di separare il processo di adesione Ue dalla normalizzazione dei rapporti con Belgrado, punto sul quale l’Ue non conviene. Intanto dal meeting di Skopje si accelera sul progetto europeo da 6 miliardi per i Balcani
Perché la situazione nei Balcani è critica. Parla Lord Peach (inviato britannico)
“Dobbiamo incoraggiare un ritorno al dialogo interstatale e alla normalità”, spiega l’ex capo della difesa di Londra sottolineando l’importanza del rapporto anglo-italiano in materia di sicurezza. “I miei più calorosi auguri”, aggiunge, all’ammiraglio Cavo Dragone che prenderà il posto di presidente del Comitato militare Nato da lui occupato dal 2018 al 2021
Balcani, prospettive italiane ed europee. L'auspicio di Carteny
Intervista al professore di Storia delle relazioni internazionali alla Sapienza di Roma: “L’Italia porterà allo stesso tavolo gli attori locali e internazionali per garantire uno sviluppo integrato di tutta la regione. Può intervenire come player perché è un facilitatore, sia per lo sviluppo dei programmi europei e internazionali di sviluppo economico e di stabilizzazione, sia per il proprio status di attore storico dell’area”
Un modello altoatesino per sbloccare la crisi tra Serbia e Kosovo. La proposta di Politi
Conversazione con il Direttore della Nato Defense College Foundation: “La Serbia avrebbe tutto da perdere violando dei precisi accordi tecnico-militari con la Nato e si vedrebbe contrastata dalla KFor. D’altra parte, la rigidità da parte kosovara rischia di bloccare la soluzione del riconoscimento del Paese in sede Onu”
Così l'Italia può giocare da pivot nei Balcani. Scrive Menia
Oltre a rafforzare la Kfor, che garantisce un presidio strategico, il nostro Paese può candidarsi ad un ruolo di primo piano in una macro area interessata dall’allargamento a est e da nuove vicende geopolitiche legate ai super player esterni. L’intervento di Roberto Menia, senatore di FdI e vicepresidente Commissione Esteri/Difesa del Senato
Non solo Ucraina. Così la polveriera balcanica impatta sull'Ue secondo Politi
“Il Kosovo non ha i 2/3 dell’Assemblea generale dell’Onu che lo riconoscano e chiaramente serbi, russi e cinesi premono in modo contrario, esattamente come Cipro Nord, come l’Ossezia, come le quattro province in Ucraina, come Gaza. Per dire che se il confine non è stato cambiato in modo consensuale non verrà poi riconosciuto: questa è la cifra del blocco del dialogo e della normalizzazione tra Pristina e Belgrado”. Conversazione con il direttore della Nato Defense College Foundation
Dall'Albania passa il ruolo italiano nei Balcani
La visita del presidente Mattarella in Albania e Macedonia del Nord a suggello dei negoziati con l’Ue ribadisce anche il potenziale ruolo di Roma nella regione