Il taglio del nastro della kermesse meloniana è occasione per ascoltare gli indirizzi politici forniti dal sottosegretario alla presidenza con delega all’attuazione del programma, che ha tratteggiato un Paese che nel contesto internazionale è considerato un interlocutore affidabile
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Mes, superbonus e austerità. Meloni replica e il Senato approva
106 i voti favorevoli, 61 contrari e 13 astenuti. Pollice in su anche ad alcune sezioni delle risoluzioni, anche riformulate, presentate da Pd, Italia Viva e Azione sulle quali il governo ha espresso parere positivo. Respinte quelle del Movimento 5 Stelle e di Alleanza Verdi e Sinistra. Ma al di là dei numeri, scontati, spiccano le precisazioni di Giorgia Meloni
Riforma del premierato. Fini difende Giorgia mentre Casini e Bertinotti...
I tre ex presidenti della Camera discutono di Costituzione, Parlamento, Democrazia sia per portare un contributo all’attività riformatrice del governo, sia per avanzare perplessità. Dei tre è Fini il presidenzialista a difendere l’iniziativa dell’esecutivo. Ma tutti convergono sull’esigenza di superare le liste bloccate
Non si può punire chi investe. Meloni verso il Consiglio Ue
In attesa del prossimo consiglio Ue, il premier illustra in aula i risultati dell’esecutivo: “Il Patto? Non si può punire chi investe. Italia una nazione virtuosa. Grande lavoro di Giorgetti e Fitto. I Balcani? Sono già nel cuore del continente e l’Italia è in prima linea per la loro integrazione. Kyiv? Ha già vinto la guerra”
Vi racconto il modello vincente (e dialogante) di Atreju. Parla Menia
Lo storico esponente della destra (Msi, An, FdI) mette l’accento su come la tradizionale convention che si apre giovedì prossimo è “la naturale prosecuzione di un modo di fare politica, niente affatto arroccato, come certa critica sostiene, ma aperto al dibattito con gli avversari e caratterizzato da un’idea propositiva: soluzioni accanto a valori”
Le destre alla prova delle elezioni Ue. Cosa c'è in gioco secondo Quagliariello
Conversazione con il presidente della fondazione Magna Carta, già parlamentare e ministro. “Destra radicale vs destra di governo? In occasione delle elezioni europee si comprenderà se la frattura tra queste due prospettive diventerà insanabile, oppure si rimarginerà. Resta, però, un problema: l’Europa, così come diceva Kissinger, non ha ancora trovato un suo numero di telefono al quale la si possa contattare”
L'Ue di domani parte da Palazzo Chigi. Meloni vede Metsola
Metsola è uno dei nomi che stanno circolando per la guida della prossima commissione europea, al pari dell’attuale presidente e dell’ex premier italiano Draghi. L’esponente popolare maltese ha dalla sua parte molti Paesi nordici, ed è vicina all’ex segretario generale del Ppe Simon Bussutil, anch’egli maltese. Che possa bastare per il grande balzo dal Parlamento alla commissione è difficile prevederlo. Mentre è un fatto oggettivo il continuo relazionarsi di Meloni con il mondo popolare di Bruxelles
Il conservatorismo italiano è saldamente atlantista. Parola di Alli
Conversazione con il segretario generale della Fondazione De Gasperi: “La politica estera dei Paesi democratici e dei sistemi democratici, a partire dagli Stati Uniti e dall’Unione europea, deve essere sempre di più basata sulla necessità di difendere il nostro modello, ovunque e comunque. In gioco non c’è più una competizione basata su contiguità territoriali o su fatti economici e commerciali, ma una competizione basata su modelli di governo”
Usa e Ue, conservatorismi a confronto. Quando la politica estera conta
La riflessione di Kori Schake, dello storico think tank conservatore “American Enterprise Institute” apparsa su Foreign Affairs, accende un faro negli Usa e nel Vecchio continente, dove le sfide non si limitano solo a Kyiv o Gaza, ma abbracciano il caso serbo-kosovaro, il fronte mediterraneo legato al nord Africa, i rigurgiti indipendentisti catalani, le spinte di Cina, India e Giappone che interagiscono quotidianamente con l’Europa. A questo, oltre che al resto, dovrà fornire un risposta l’area conservatrice-repubblicana europea
Nessun rischio per la democrazia. La partita di Meloni (e Salvini) in Ue vista da Galli
“L’obiettivo di Meloni è quello di fare una seconda operazione Ursula con FdI dentro, che sarebbe sicuramente un upgrade, con la cancellazione delle accuse di fascismo o di inaffidabilità democratica”. Conversazione con il professore emerito di Storia delle Dottrine Politiche presso l’Università di Bologna