Ricordare e condannare con forza ciò che è successo un anno fa non è un mero rituale, ma il presupposto di ogni azione politica che dobbiamo condurre per riportare la pace in Medio Oriente, perché la reticenza che sempre più spesso si incontra nel farlo tradisce un antisemitismo latente e dilagante che deve preoccupare tutti. E le manifestazioni pubbliche di questi ultimi giorni lo hanno, purtroppo, confermato. L’intervento della presidente Meloni
Come cambia la mappa della regione un anno dopo l’attacco di Hamas
L'Italia globale è vicina a Israele e si impegnerà per impedire l'escalation. Parla Menia
Il vicepresidente della Commissione esteri/difesa del Senato: “L’Italia globale è vicina a Israele. L’azione del governo italiano, presidente di turno del G7, punta a impedire un’escalation su base regionale che potrebbe avere conseguenze inimmaginabili. Certamente Roma si impegnerà costantemente per un cessate il fuoco a Gaza, per la liberazione degli ostaggi israeliani e per la stabilizzazione del confine con il Libano in virtù del rispetto delle risoluzioni Onu”
Contenere il conflitto o combattere. Washington e il dilemma Medio Oriente
La crescente presenza militare americana in Medio Oriente mira a contenere le tensioni, ma solleva preoccupazioni riguardo alla capacità globale del Pentagono. Nonché sul possibile impatto sulle scelte politico-militari di Israele
7 ottobre, un anno dopo. La nuova mappa del Medio Oriente tracciata da Dentice
A un anno dall’attacco di Hamas del 7 ottobre il Medio Oriente è cambiato. Una nuova stagione si sta aprendo. Dentice (CeSI) delinea i confini della mappa regionale attuale e futura
Caos in Medio Oriente, rischio terrorismo. Il rapporto ReaCT spiegato da Bertolotti
La situazione in Medio Oriente potrebbe essere un moltiplicatore delle dinamiche terroristiche in questo momento. Per Bertolotti (Start Insight), “il vero successo risiede nel ‘blocco funzionale,’ ossia la capacità degli attacchi di compromettere i servizi essenziali, impegnando le forze armate e di polizia, disturbando la mobilità urbana e ostacolando le normali attività quotidiane”
Logiche e obiettivi del colpo di maglio israeliano a un anno dal 7 ottobre
Il 7 ottobre 2023 Hamas attaccava Israele con un’operazione terroristica senza precedenti condotta da terra, dal mare e dal cielo, facendo scempio di tutti coloro che abitavano nei kibbutz e nelle città vicine al confine, come Sderot. Un anno dopo Israele ricorda ed agisce. L’analisi di Gianfranco D’Anna
Vi spiego come cambia il confronto Iran-Israele. Parla Pedde
Per Nicola Pedde, esperto di Iran e direttore dell’Institute for Global Studies, si potrebbe innescare un meccanismo di colpi e controcolpi che è l’inizio della deriva verso un conflitto regionale: “Di sicuro entriamo in una nuova fase, con una nuova postura anche iraniana, che dichiara infatti ‘ci sentiamo in guerra’, e questo fa presupporre un più ampio coinvolgimento di tutti gli attori che compongono l’Asse della Resistenza”
L'Iran pronto all'attacco, ma l'Ue dovrebbe evitare il caos. L'analisi di Barnes-Dacey
Le Idf descrivono come stanno procedendo le prime operazioni di invasione del sud del Libano, mentre dagli Usa arrivano informazioni di intelligence su un possibile, imminente attacco missilistico iraniano contro Israele. Per Barnes-Dacey, direttore del programma Medio Oriente e Nord Africa presso l’European Council on Foreign Relations, i leader europei dovrebbero cercare di giocare un ruolo nel mitigare il conflitto visti gli interessi in ballo
Cosa aspettarsi da Teheran dopo la morte di Nasrallah? Risponde Salesio Schiavi
Per Salesio Schiavi, “ci vorrà del tempo per capire se l’indebolimento progressivo di Hezbollah, insieme a un potenziale declino dell’influenza iraniana nella regione, possa ridisegnare gli equilibri di potere”. L’Iran reagirà? Come consumerà la sua vendetta la milizia che Nasrallah guidava? Cosa resterà dell’Asse della Resistenza? Le risposte dell’analista ed esperto di Medio Oriente
Narco-jihad. Così Nasrallah gestiva il traffico di droga
Hezbollah è stato a lungo accusato di essere coinvolto in varie attività illecite, tra cui il traffico di droga, per finanziare le proprie operazioni. Con la morte di Nasrallah ci saranno effetti anche su questo aspetto. L’analisi di Vas Shenoy