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Come e perché Minenna e Raineri hanno mollato Virginia Raggi

Virginia Raggi

E’ una crisi politica in piena regola, la prima da quando Virginia Raggi ha trionfato alle elezioni amministrative dello scorso giugno. In un colpo solo il sindaco pentastellato di Roma perde due pezzi fondamentali della sua squadra di governo della città: il super assessore – con deleghe al Bilancio e alle Partecipate – Marcello Minenna e il capo di gabinetto Carla Romana Raineri. “Entrambi dimissionari” ha raccontato l’agenzia di stampa Ansa, con una decisione formalizzata nella tarda serata di ieri. E non sono gli unici ad aver fatto oggi un passo indietro: in mattinata, infatti, anche i vertici di Atac si sono dimessi dopo il durissimo scontro innescato dalla lettera inviata dal direttore generale dell’azienda dei trasporti Marco Rettighieri all’assessore alla Mobilità Linda Meleo. Altro colpo di scena a metà pomeriggio quando anche il numero uno di Ama Alessandro Solidoro ha annunciato le dimissioni.

L’ADDIO DI MINENNA

Il capo di gabinetto di Roma Capitale, Carla Raineri, e l’assessore al bilancio Marcello Minenna, hanno rassegnato ieri le proprie dimissioni. E’ quanto si apprende dallo stesso assessore del Comune di Roma“. Sono queste le parole con cui l’Ansa ha lanciato la notizia sul suo sito web. Ed è questa, di fatto, l’unica voce che è trapelata a proposito di Minenna. Sembra comunque che il suo addio sia strettamente collegato a quello del capo di gabinetto, la cui nomina era stata fortemente caldeggiata dallo stesso Minenna.

LA VERSIONE DI RAGGI

A parlare, anzi a scrivere, è stata invece Raggi che nella nottata di mercoledì 31 agosto ha affidato ad un post su Facebook alcune considerazioni. Nessun accenno al passo indietro di Minenna: il sindaco ha, però, dato la sua versione dei fatti sulla querelle che fin dalla nomina ha visto protagonista Raineri a causa del maxistipendio da 193.000 euro l’anno. “Ci siamo rivolti all’ANAC che, esaminate le carte, ha dichiarato che la nomina della Dott.ssa Carla Romana Raineri a Capo di Gabinetto va rivista“, ha affermato Raggi. Il motivo di questa indicazione dell’Anticorruzione andrebbe ricercata nell’errata applicazione da parte del Campidoglio del Testo Unico degli Enti Locali. Ha scritto ancora Raggi citando il parere dell’Autorità guidata da Raffaele Cantone: “La corretta fonte normativa a cui fare riferimento è l’articolo 90 TUEL e l’applicazione, al caso di specie, dell’articolo 110 TUEL è da ritenersi impropria“.

LE DIMISSIONI DI RAINERI

Dunque – da quanto pare di capire al momento – Raineri sarebbe stata nominata sulla base di un articolo di legge sbagliato, il 110 anziché il 90 del Testo Unico degli Enti Locali: il primo consentiva che le fosse attribuito uno stipendio così alto, mentre il secondo autorizza anche la corresponsione di una retribuzione più bassa, quella prevista dal “contratto collettivo nazionale di lavoro del personale degli enti locali“. Siamo nel campo delle ipotesi, ma è plausibile che sulla base del parere dell’Anac Raggi abbia detto a Raineri di voler rivedere gli estremi della sua nomina e che quest’ultima – magistrato sessantunenne della Corte d’Appello di Milano – abbia detto no e abbia così deciso di andarsene. Il sindaco su Facebook ha scritto che “conseguentemente” alle indicazioni dell’Anac “sarà predisposta l’ordinanza di revoca“, ma Raineri ha fornito all’Ansa una versione diversa: “Ho rassegnato le mie irrevocabili dimissioni già ieri“.

LA VERSIONE DI RAINERI

Parlando con un’altra agenzia di stampa – l’AdnKronos – Raineri ha annunciato che presto illustrerà più nel dettaglio le sue ragioni: “Al momento non voglio rilasciare dichiarazioni, quel che le dico è che diffiderò chiunque avanzi l’ipotesi che le mie dimissioni siano legate all’accettazione dell’articolo 90 ovvero a riduzioni dei miei compensi perché non è così. Credevo di essere stata chiamata per garantire la legalità. La verità è tutt’altra. Spiegherò presto le mie ragioni“.

RAINERI E MINENNA

Dunque, la versione più probabile – secondo le prime ricostruzioni – è che Raineri abbia anticipato la mossa del sindaco e che si sia dimessa prima di essere revocata. A seguire o contestualmente sono arrivate anche le dimissioni di Minenna, come detto vicinissimo a Raineri. Non si può escludere, comunque, che a motivare il passo indietro del dirigente Consob ci siano anche i dubbi su altri eventuali errori commessi in Campidoglio su nomine e stipendi di assessori e dirigenti vari. Se Anac ha rilevato che la delibera di nomina di Raineri è stata fatta sulla base di presupposti di legge sbagliati, cosa garantisce che lo stesso non sia avvenuto anche per tutti gli altri? E’ questa la domanda che potrebbe essersi posto Minenna.

CERCASI TERZO CAPO DI GABINETTO

A prescindere dai motivi che hanno condotto a queste doppie dimissioni, Raggi e il suo staff ora dovranno mettersi a lavoro per cercare un nuovo assessore e un nuovo capo di gabinetto, il terzo da quando il nuovo sindaco si è insediato. Non appena eletta, infatti, la prima cittadina aveva affidato quel ruolo all’attuale vicesindaco Daniele Frongia in tandem con il contestato da grillini dirigente capitolino Raffaele Marra, ma quella scelta venne poi ritrattata per dubbi anche in questo caso legati alla legittimità di legge e per alcune contestazioni arrivate dalla base dei cinquestelle.

UN NUOVO SUPER ASSESSORE?

Il passo indietro di Minenna potrebbe causare anche un rimescolamento più ampio delle deleghe all’interno della giunta Raggi. Il dirigente Consob, infatti, era stato chiamato ad occuparsi di due materie fondamentali: il Bilancio innanzitutto e poi anche le aziende partecipate. Due competenze che ne facevano di fatto l’assessore più importante della giunta capitolina. Considerato quanto tempo Raggi e i suoi abbiano impiegato per convincere Minenna ad accettare, non sarà semplice trovare qualcuno che riesca facilmente a prenderne il posto. A quanto risulta, l’ormai ex assessore in queste settimane stava lavorando in particolare su due fascicoli: un piano di valorizzazione e dismissione delle partecipate del Campidoglio e un assestamento tecnico del bilancio, da varare a metà settembre e dal quale cercare di racimolare qualche risorsa aggiuntiva da destinare alle principali esigenze della città.

LA BUFERA SU ATAC

A completare il quadro di una giornata da dimenticare per Virginia Raggi anche le doppie dimissioni che si sono registrate in Atac: sia l’amministratore unico Armando Brandolese che il direttore generale Rettighieri, infatti, hanno abbandonato l’azienda capitolina dei trasporti. I rapporti tra il Campidoglio e i vertici della società si erano definitivamente rovinati martedì scorso dopo la dura lettera di accuse inviata da Rettighieri all’assessore alla Mobilità Meleo. Un documento al quale – ieri nel tardo pomeriggio – era seguita la replica stizzita dell’amministrazione capitolina: “L’atteggiamento di Rettighieri è irresponsabile. Siamo alla ricerca di un nuovo management.

L’ADDIO DI SOLIDORO

Ma non è finita: sono da poco trascorse quando le agenzie di stampa battono la notizia di un altro passo indietro, quello del numero uno dell’azienda capitolina dei rifiuti Solidoro, annunciato da Ama con uno scarno comunicato: “L’Amministratore Unico Alessandro Solidoro ha rassegnato le proprie dimissioni poiché, a seguito delle dimissioni dell’Assessore al Bilancio, Dottor Marcello Minenna, ha ritenuto venute meno le condizioni per l’incarico affidatogli“. Alla base della decisione di Solidoro ci sono dunque le dimissioni di Minenna che lo aveva fortemente voluto alla guida della municipalizzata della nettezza urbana. Per lo stesso motivo si vocifera che possa lasciare il direttore generale di Ama Stefano Bina che era stato nominato, sempre su input di Minenna, poco più di una settimana fa.

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