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Russia, Cina e Corea del Nord. Quel triangolo per evitare le sanzioni

Pechino e Mosca stanno ricorrendo a uno stratagemma per aiutarsi a vicenda ed eludere le misure imposte dall’Occidente: utilizzare piccole banche sconosciute ai radar americani per favorire le transazioni. Un film che potrebbe ripetersi anche con la Corea del Nord

Cercare un alleato, per sfuggire alle sanzioni imposte dall’Occidente. Non è certo la prima volta che Mosca bussa alla porta della Cina per tentare di salvare un pezzo della propria economia.  La visita in Cina dello scorso mese di Vladimir Putin ha di fatto aperto un canale sicuro tra Mosca e Pechino, nel campo dei pagamenti e delle transazioni. Al punto, ha raccontato l’autorevole quotidiano nipponico Japan Times, che i due Paesi avrebbero creato degli appositi istituti con cui sfuggire alle grinfie delle sanzioni. Una decisione che si sarebbe resa ancor più impellente da quando la filiale cinese di Vtb, seconda banca russa, è finita nel mirino degli Stati Uniti, a causa della sua complicità nel sostegno alla guerra contro l’Ucraina.

Non bisogna mai dimenticare che il commercio tra Russia e Cina è salito alla cifra record di 240 miliardi di dollari nel 2023. Ma esso dipende quasi per tutto dalla regolarità dei pagamenti tra i due Paesi. Pagamenti che, come spesso raccontato da Formiche.net, sono finiti più volte in sofferenza a causa della paura delle banche cinesi di finire invischiate nella rete delle sanzioni. Per questo Cina e Russia hanno deciso di ricorrere all’utilizzo di alcuni piccoli istituti di confine, che ad oggi sono ancora semi-sconosciuti ai radar. L’utilizzo delle banche nelle regioni di confine facilita anche lo spostamento degli intermediari che lavorano per conto delle aziende russe.

“Dopo la visita di Putin, in una delle province cinesi sono comparse delle banche che stanno aprendo conti per società russe sul territorio cinese”, ha detto una fonte bancaria. Un canovaccio che sembra ripetersi anche su un altro versante, quello della Corea del Nord. Anche qui il capo del Cremlino si è palesato, portandosi dietro un accordo che va esattamente in questa direzione. Non a caso, con Putin a Pyongyang c’era anche il governatore di Primorsky Krai, la regione russa che confina con la Corea del Nord, quella in cui si svolgono gran parte dei traffici in violazione delle sanzioni economiche fra Russia, Cina e Corea del Nord.

Gli stessi Kim Jong Un e Putin firmano un accordo tra Corea del Nord e Russia. L’intesa consolida un legame che si è rafforzato dal settembre 2023, quando Kim si è recato in Russia. La Corea del Nord da mesi fornisce armi a Mosca, in particolare artiglieria, e ha un ruolo rilevante nella strategia militare elaborata dalle forze armate russe nella guerra in contro da oltre 2 anni con l’Ucraina. Il documento, siglato oggi durante la visita di Putin a Pyongyang, porta le relazioni tra i due paesi “ad un nuovo livello”. Prevede “l’assistenza reciproca nel caso in cui uno dei due Paesi venga attaccato”. Il presidente russo ha garantito che Mosca e Pyongyang si daranno pieno sostegno reciproco come veri amici e buoni vicini. La Russia, in particolare, “non esclude lo sviluppo” di cooperazione tecnico-militare con la Corea del Nord.

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