Il totonomi per quello che Luigi Bisignani oggi sul Tempo chiama “il Gran Premio del Quirinale” è già scattato. Tutti o quasi i quotidiani si sono cimentati in un gioco che, la storia insegna, quasi mai poi corrisponde alla realtà. Anche Repubblica, la prima a dare con la nota di Stefano Folli, l’anticipazione sulle probabili dimissioni di Giorgio Napolitano a fine anno, ha pubblicato una sua lista di ipotetici candidati.
Claudio Tito ha individuato tre categorie da cui poter scegliere. Le donne, con in primo piano, il ministro della Difesa Roberta Pinotti, la senatrice Pd Anna Finocchiaro e il giudice della Consulta Marta Cartabia. Ci sono poi i “leader”, cioè le personalità che in passato hanno guidato partiti o il Paese, come gli ex premier Romano Prodi e Giuliano Amato o l’ex segretario Pd Walter Veltroni.
Ma, dice il quotidiano diretto da Ezio Mauro, alla fine potrebbe spuntarla anche un outsider. E qui la lista è lunga. Si va dal sindaco di Torino Piero Fassino al presidente della Commissione Esteri al Senato Pier Ferdinando Casini, dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan al presidente del Senato Pietro Grasso. O perché no, il presidente della Bce Mario Draghi?