Il Rapport Annuel D’Activitè Tracfin 2014 del Ministero delle Finanze francese indica soltanto sette segnalazioni per operazioni sospette di finanziamento del terrorismo, rispetto a 38.419 segnalazioni. La Banca d’Italia (Unità d’Informazione Finanziaria), nel rapporto semestrale 2015, riferisce, per l’anno 2014, il numero complessivo di 71.758 segnalazioni, di cui solo 93 legate a operazioni sospette di finanziamento del terrorismo. Preoccupa anche il dato tendenziale che è in decrescita solo per quelle di finanziamento del terrorismo. Sono numeri e conclusioni di un rapporto messo a punto dal Centro studi Luigi Sturzo.
COSA DICE IL REPORT
Finte rimesse di denaro. Utilizzo di circuiti internazionali di pagamento non bancari. Raccolte di soldi mascherate. Attività religiose o commerciali truccate. Vendita di petrolio in nero e commercio di reperti archeologi trafugati. E ancora: sequestri di persona e traffico di droga. Il finanziamento al terrorismo cresce e sfugge ai controlli standard, quelli previsti per l’antiriciclaggio e oggi utilizzati per individuare anche i flussi finanziari destinati a sostenere le organizzazioni sovversive. Capitali di enormi dimensioni si muovono, ma non vengono intercettati. Calano sia in Francia sia in Italia, infatti, le segnalazioni di operazioni sospette di finanziamento al terrorismo: nel 2014, Oltralpe su oltre 38mila casi schedati, solo 7 si riferiscono a movimenti finanziari sospetti legati al terrorismo; nel nostro Paese questo tipo di segnalazioni sono appena 93 su oltre 71mila. E’ quanto emerge da un rapporto realizzato dal Centro Internazionale Studi Luigi Sturzo, secondo il quale mentre aumenta il terrore, dopo i fatti di Parigi della scorsa settimana, esistono criticità in particolare sul tracciamento degli spostamenti finanziari di dubbia provenienza.
VENDITE VERE E RACCOLTE FINTE
La mappa sul finanziamento al terrorismo tracciata dal Centro Sturzo mette in risalto anzitutto come le organizzazioni sovversive reperiscano fondi assai importanti. Si tratta di risorse destinate all’acquisto e detenzione di armi, esplosivi, documenti d’identità, trasporti, auto, covi, complici, strumenti di comunicazione e logistica internazionali. Le attività terroristiche richiedono movimentazione di denaro che passa di mano in mano, transita, diventa operazioni commerciali e finanziarie. Secondo le analisi tecniche, questi capitali provengono a volte da illecito, a esempio la vendita di petrolio in nero, di reperti archeologici trafugati, di proventi dei sequestri di persona e del traffico illecito di droga e persone. Altre volte sono finte rimesse, mediante circuiti internazionali di pagamento non bancari, tutte sotto soglia a persone spesso inesistenti. In alcuni casi si tratta di apparenti raccolte di denaro di fatto consegnate a terroristi mediante la copertura di rispettabili attività religiose o di attività commerciali o finanziarie, sostanzialmente false.
LE STRANEZZE SUL NUMERO DELLE SEGNALAZIONI
Dopo i fatti di Parigi, l’attenzione si è concentrata sulla localizzazione delle basi logistiche tra la Francia e il Belgio. La criticità, tuttavia, – dice il rapporto – non è legata al solo controllo delle frontiere interne ed esterne; il tema rilevante è quello dei capitali e dei processi economici che rendono possibili le stragi. E i flussi finanziari sono difficilissimi da individuare. Il dato più allarmante è quello relativo alle segnalazioni di operazioni sospette di finanziamento del terrorismo. A fronte di un aumento d’intensità delle attività criminali terroristiche organizzate, il Rapport Annuel D’Activitè Tracfin 2014 del Ministero delle Finanze francese indica soltanto sette segnalazioni per operazioni sospette di finanziamento del terrorismo, rispetto a 38.419 segnalazioni. La Banca d’Italia (Unità d’Informazione Finanziaria), nel rapporto semestrale 2015, riferisce, per l’anno 2014, il numero complessivo di 71.758 segnalazioni, di cui solo 93 legate a operazioni sospette di finanziamento del terrorismo. Preoccupa anche il dato tendenziale che è in decrescita solo per quelle di finanziamento del terrorismo. Infatti, le segnalazioni in tale settore nel 2010 sono state 222, nel 2011 sono passate a 205, l’anno successivo diminuite a 171, nel 2013 solo 131 e 93 appena nel 2014.