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Ecco come l’Europa si sfascia su Schengen e Dublino

Tristezza, ecco la mia prima reazione. Perché il problema è reale, ma questo annuncio corrisponde alla scoperta che noi svedesi siamo uguali al resto d’Europa, non rappresentiamo più il modello e nemmeno l’eccezione“. Parla dalle pagine di Repubblica lo scrittore svedese Bjorn Larsson all’indomani della decisione di rimpatriare tra i 60 e gli 80 mila richiedenti asilo da parte del governo del suo Paese noto per essere stato un modello di solidarietà e accoglienza.

MIGRANTI, PROFUGHI, RIFUGIATI

Non è solo Schengen a far tremare la poco stabile Unione europea. I rimpatri previsti dalla Svezia, infatti, potrebbero aprire nuovamente il dibattito sui criteri in base ai quali gli Stati dell’Ue concedono o meno lo status di rifugiato. Già la Germania, all’indomani dell’aperture delle sue porte ai siriani lo scorso 25 agosto, aveva sottolineato la necessità di distinguere tra chi va via dal Paese d’origine volontariamente e, spesso, per ragioni economiche (migranti economici), e chi scappa per questioni di sopravvivenza (rifugiati o profughi). A distinguere tra profugo e rifugiato è uno status giuridico previsto dalla Convenzione di Ginevra e spiegato su Internazionale: “Profugo è un termine generico che indica chi lascia il proprio paese a causa di guerre, invasioni, rivolte o catastrofi naturali”, mentre “la condizione di rifugiato è definita dalla convenzione di Ginevra del 1951, un trattato delle Nazioni Unite firmato da 147 paesi. Nell’articolo 1 della convenzione si legge che il rifugiato è una persona che ‘temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o opinioni politiche, si trova fuori del paese di cui ha la cittadinanza, e non può o non vuole, a causa di tale timore, avvalersi della protezione di tale paese’“.

Tale distinzione, come sottolineava il germanista Angelo Bolaffi intervistato da Formiche.net, è imprescindibile per riuscire a far fronte al numero di migranti che ogni giorno sbarcano alle porte dell’Europa, ma non sufficiente per la risoluzione del problema.

OLTRE SCHENGEN E DUBLINO III

La Convenzione di Dublino III (2013/604/CE) prevede che il primo Stato membro in cui vengono memorizzate le impronte digitali o viene registrata una richiesta di asilo di un rifugiato sia poi responsabile della successiva richiesta d’asilo. Per far fronte al flusso immenso di migranti, lo scorso agosto Angela Merkel aveva di fatto sospeso Dublino scegliendo di accogliere tutti i rifugiati siriani che avessero voluto varcare le soglie della Germania.

Ma ora, dopo la chiusura dei confini da parte degli Stati del nord Europa (tra cui la stessa Germania, la Francia, la Danimarca, la Svezia), si chiede a gran voce l’applicazione di Dublino III, i cui oneri ricadono in gran parte sugli Stati di primo arrivo, ossia Italia e Grecia, accusati di non fare abbastanza per identificare i migranti che sbarcano nelle loro coste. La pena se tali misure non saranno applicate (creazione di hotspot e identificazione) sembra essere l’esclusione, per due anni, dall’area Schengen per la Grecia (ma che si rivolge indirettamente anche all’Italia).

INCONTRO RENZI-MERKEL

Siamo disponibili e volenterosi di fare la nostra parte. Non abbiamo nessun problema con la Turchia o la Germania sui finanziamenti” per affrontare l’emergenza migranti. Ma “stiamo aspettando che le istituzioni europee ci diano risposte su alcuni quesiti su come intendere questo contributo e altri contributi sull’immigrazione” dal punto di vista della flessibilità nel patto di bilancio: “Speriamo che le risposte che abbiamo chiesto a Bruxelles sulla computazione di questi denari possano arrivare il prima possibile“. Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, in conferenza stampa con Angela Merkel a Berlino nella giornata di ieri, che ha toccato, tra i tanti temi, anche la questione migranti.

L’Italia è pronta a fare la “propria parte” per affrontare l’emergenza profughi, ha spiegato Renzi, ma solo se non prevarrà la politica “dei muri” in Europa e se ci saranno “regole europee per i rimpatri e per l’accoglienza“. “Siamo certo disponibili a fare la nostra parte, a condizione che non dimentichiamo mai l’ideale che ci muove: l’Europa è nata abbattendo i muri, non costruendo muri. È nata per affermare l’ideale di fraternità. Ci devono essere regole europee per i rimpatri, per l’accoglienza. L’Italia sotto questo profilo è pronta a fare la sua parte“.

LE RASSICURAZIONI SUI RICONOSCIMENTI

Se l’Europa perde Schengen perde se stessa. Ogni sforzo per l’ideale europeo va fatto insieme, non un singolo Paese può essere lasciato da solo: rimpatri, diritto asilo, frontiere“, ha continuato Renzi rispondendo alle domande durante la conferenza stampa con i giornalisti. Il premier ha tenuto poi a “rassicurare l’opinione pubblica tedesca: se in passato ci sono state difficoltà nelle procedure, oggi la polizia italiana registra il 100% delle impronte digitali e delle foto per un’esigenza sacrosanta di sicurezza” e “quando investiremo sulla cybersecurity avere anche la foto sarà molto utile per contrastare il terrore. Il lavoro va avanti, se perdiamo Schengen perdiamo la Ue“.

Conosciamo per mille motivi le difficoltà che derivano da un afflusso smodato di donne e uomini che vengono qui non certo perchè qualcuno li chiama come sostiene una certa propaganda sterile e insulsa, ma perchè fuggono da guerra, fame, morte“.

GLI APPROFONDIMENTI DI FORMICHE.NET:

Come è andato il vertice Renzi-Merkel. Il commento di Stefano Cingolani
Cosa succede in Svezia (e non solo) con i profughi. L’articolo di Simona Sotgiu
Ecco come Germania e Francia abbandonano Grecia e Italia sui migranti. L’articolo di Simona Sotgiu
Crisi di Schengen o fine dell’Europa? Il commento di Benedetto Ippolito
Tutti i fallimenti dell’Unione europea (non solo sull’economia). L’analisi di Guido Salerno Aletta
Tutte le convulsioni in Germania sui profughi: risorsa o sciagura? L’articolo di Andrea Affaticati
Ecco tutti i costi della rottamazione di Schengen. L’articolo di Simona Sotgiu
Un paio di consigli non richiesti a Renzi sull’Europa. Il commento di Stefano Cingolani
Schengen, ecco come i Paesi europei sbarrano le frontiere. L’articolo di Simona Sotgiu
Ecco come la Germania s’interroga sull’immigrazione islamica dopo Colonia. L’articolo di Andrea Affaticati
Ecco tutti gli Stati che stanno rottamando Schengen. L’articolo di Eunews

DALL’ARCHIVI DI FORMICHE.NET:

Vi spiego la strategia di Merkel sull’immigrazione. Parla il germanista Bolaffi. L’intervista di Simona Sotgiu
Immigrazione, chi (e come) vuole cambiare il trattato di Dublino. L’articolo di Simona Sotgiu
Ecco come (e perché) la Germania distingue tra migranti e rifugiati. L’articolo di Simona Sotgiu
Perché la Germania spalanca le porte ai siriani. L’articolo di Simona Sotgiu


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