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Egitto leader dell’elettricità: fino a Nicosia un’autostrada da 2mila megawatt

africa mafia

Il Cairo e Nicosia si scambieranno 2mila megawatt di alta tensione costante, soggetto attuatore l’interconettore euro-africano. È questo l’ultimo di una serie di progetti legati al dossier energetico nel Mediterraneo orientale che vede sempre più protagonista il cosiddetto quadrumvirato energetico composto da Egitto, Cipro, Grecia e Israele. Un team che, di fatto, tra nuove partnership e convergenze su un dossier assolutamente strategico come quello energetico, procede compatto con i favori Usa (senza dimenticare la nuova fibra ottica da Cipro a Gibilterra).

QUI CRETA

L’isola legata al romanzo “Zorba il greco” scritto nel 1946 del quasi Nobel Nikos Kazantzakis, è oggi crocevia di interessi e cavi, oltre che di turismo. Infatti vi transiterà un vettore alla base dell’accordo di interconnessione elettrica tra Cipro ed Egitto. I soggetti coinvolti sono Egyptian Electricity Transmission Company (Eetc) ed Euro-Africa Interconnector. Si tratta di una sorta di autostrada energetica che lega Africa ed Europa con capacità di trasmettere in entrambe le direzioni. Ogni anno potranno transitare 17,5 terawattora, molto più della produzione annuale delle centrali elettriche della diga di Aswan. Un passo ulteriore che il sistema energetico egiziano compie, in un’ottica di potenziamento infrastrutturale e logistico come ha precisato chi sta svolgendo un ruolo di primo piano, ovvero il ministro dell’Energia Mohamed Shaker.

C’è anche un pizzico di Italia nell’Interconnettore Euro Africa, con la Cesi che si occuperà degli studi tecnici e delle soluzioni adeguate per le rotte pianificate non influenzate da vari fattori climatici, oltre agli aspetti finanziari e legali del progetto.

QUI EGITTO

Il collegamento elettrico Egitto-Cipro è considerato il primo passo per collegare elettricamente Il Cairo con l’Europa: rientra inoltre all’interno del quadro cui mira il piano di Al Sisi di annodare elettricamente l’Egitto con l’Europa, l’Africa e gli Stati del Golfo. Quindi riveste un’importanza strategica se osservato alla luce delle nuove dinamiche geopolitiche ed energetiche mediterranee. In questo modo l’Egitto avrà la possibilità di assumere lo status di importante asse elettrico per tutti i paesi di tre continenti, anche perché in seguito tale progetto comporta anche un buon ritorno in valuta forte a beneficio dell’economia interna.

Dalle prime informazioni che trapelano, sembra che il prezzo di vendita avrà tre livelli: il primo durante i tempi di carico più bassi, il secondo nel carico medio e il terzo quando i carichi raggiungono il picco. Il terzo livello sarà fisiologicamente il prezzo maggiore.

STRATEGIE

Il passo cipriota segue gli accordi egiziani già in essere Libia, Giordania e con l’Arabia Saudita i cui lavori inizieranno nel gennaio del 2021, per ottenere una capacità di 3mila MW. Lo scopo è quello di trasformare l’Egitto in un hub centrale per l’elettricità tra i paesi arabi, facilitando il commercio dell’elettricità in attesa del mercato comune. Già due mesi fa Il Cairo aveva annunciato un altro progresso per l’impianto di trasmissione di Toshky, una linea a doppio circuito da 170 chilometri collegata con il Sudan Wadi Halfa in collaborazione con Siemens.

Questa grande operazione si inserisce a seguito dell’azione portata avanti dal Fondo Monetario Internazionale per aiutare il Paese a ripristinare la stabilità macroeconomica e riportarla alla crescita sostenibile attraverso tre mosse: migliorare il funzionamento dei mercati valutari, ridurre il deficit di bilancio e il debito pubblico, creare posti di lavoro anche grazie a nuove infrastrutture.

FMI

Così dal 2016 è giunto un sostegno finanziario da 12 miliardi di dollari sotto forma di un meccanismo di Fondi ampliati, anche grazie all’azione di Reza Baqir, rappresentante presso l’Fmi per l’Egitto. E i risultati, anche in virtù di politiche mirate sul settore energetico, si possono cogliere dall’ultimo report-Paese pubblicato dal Fmi lo scorso aprile.

Si legge infatti che la situazione macroeconomica dell’Egitto è migliorata notevolmente dall’avvio del programma di riforma del novembre 2016. “La liberalizzazione del mercato dei cambi, una politica monetaria prudente e un consolidamento fiscale ambizioso hanno aiutato stabilizzare l’ambiente macroeconomico”. Per cui si nota una crescita accelerata, un calo dei deficit esterni e fiscali, un incremento delle riserve internazionali, un calo sia della disoccupazione che dell’inflazione.

TREND

Un trend di crescita che tocca anche lo sport: l’Egitto ospiterà tra un mese la Coppa d’Africa, che secondo il presidente della Federcalcio egiziana, Hani Abu Rida, è un grande segnale di fiducia dato dalla Fifa anche per l’economia egiziana. Il primo ministro presiederà una commissione per facilitare il lavoro della federazione, che potrà contare su otto stadi e su molte strutture ricettive tanto al Cairo quanto ad Alessandria. Accanto a ciò ecco Misr Fund, il primo fondo sovrano d’Egitto con l’ambizione di essere il braccio operativo di Egypt Vision 2030, la strategia di sviluppo sostenibile del governo Al Sisi per gestire 3mila beni in modo redditizio ed economico.

twitter@FDepalo


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