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Questa manovra è espansiva, aspettate e vedrete. La versione di Padoan

La manovra giallorossa è finalmente nata, mancano solo gli ultimi dettagli. Dopo un nuovo vertice di maggioranza a Palazzo Chigi, ieri mattina, il Consiglio dei ministri ha approvato nella notte la legge di Bilancio 2020. L’ex Finanziaria vale su per giù una trentina di miliardi, 23 dei quali utilizzati per disinnescare le clausole Iva. Qualcuno voleva di più, a cominciare dagli industriali che sovente hanno chiesto più coraggio su certe misure, quali il costo del lavoro. Ma era davvero possibile fare di più o di meglio? Domanda girata direttamente a Pier Carlo Padoan, ex ministro dell’Economia nei governi Renzi e Gentiloni, oggi deputato dem e da ieri vicepresidente dello Iai. Che di manovre ne ha scritto quattro.

Padoan, in molti hanno parlato di manovra restrittiva. Lei che dice?

Questa manovra è la più espansiva possibile nelle condizioni date. Che sono difficili sia dal punto di vista della crescita, che è zero, sia dal punto di vista dei vincoli di bilancio. Ma il quadro programmatico che verrà approvato questa sera, ha una virtù.

Quale?

Assume un valore in prospettiva, gettando le basi per un’espansione nei prossimi anni. Con questa manovra si pongono le basi per una ripartenza della nostra economia. Faccio l’esempio della spesa per investimenti già finanziata e che non è stata immobilizzata. Ancora, la riduzione del cuneo fiscale negli anni avvenire o anche le maggiori risorse derivanti dai minori interessi sul debito che arriveranno dai mercati, una volta convinti che l’Italia riparte. Siamo dinnanzi a una manovra espansiva se vista in prospettiva.

C’è chi avrebbe preferito una manovra espansiva, ma subito…

Rispondo dicendo che il rischio è di finire come nella scorsa legislatura, dove una manovra che è partita come espansiva alla fine si è trasformata in restrittiva a causa dell’aumento degli interessi sul nostro debito.

In questi giorni si è parlato molto di Quota 100. Renzi la vorrebbe abolire. E lei che ne pensa?

Io ho detto più volte che la Quota 100 era una misura sbagliata perché danneggiava le generazioni future, non creando posti di lavoro per i giovani e tutto sommato poco conveniente. Tuttavia a certe condizioni e su certe fasce sociali si può pensare a un meccanismo di flessibilità in uscita, anche se questo si può fare senza la Quota 100. In sintesi, rimango a favore di una sostituzione della Quota 100 con strumenti che si possono concordare con le parti sociali.

Assolombarda ha chiesto giorni fa 13-14 miliardi di taglio al cuneo fiscale.

Sul cuneo fiscale rispondo agli industriali che vorrebbero 13-14 miliardi di taglio del cuneo, in questo modo. Primo, che se vogliono una tale espansione mi devono spiegare dove prendono le risorse senza aumentare il deficit e dunque i tassi sul debito. Secondo, negli anni scorsi le imprese hanno ricevuto molte agevolazioni fiscali, soprattutto in ottica Industria 4.0. E se oggi ci sono poche risorse, questa volta occorrerebbe partire dai lavoratori.

Padoan il prossimo anno il nostro Pil, Def alla mano, non andrà oltre lo 0,6%. Solo colpa dell’Italia o della Germania che si è fermata?

La Germania è un problema per il nostro Pil. La situazione a Berlino è grave, ci sono problemi strutturali per l’industria tedesca. L’Europa si deve svegliare, avviando progetti di sostenibilità, mentre la Germania, che non ha certo problemi di bilancio, dovrebbe investire sulle infrastrutture, aiutando se stessa meglio di quanto stia facendo adesso.

Cuneo, Quota 100, Iva, Investimenti. Non ci stiamo dimenticando il debito pubblico?

Speriamo di no. Anche perché, parafrasando Trotsky (Lev, politico e militare russo, ndr) noi possiamo anche dimenticarci del debito ma il debito non si dimentica di noi. Perché vede, se il debito non scende aumenta la nostra fragilità. Il problema è che se ci fosse una nuova recessione con questo debito saremmo molto vulnerabili con conseguenze poco gradevoli.

Il governo sta pensando di tassare la plastica. Condivide?

Il messaggio che si darebbe è meno plastica e più strumenti alternativi e sostenibili. E poi ogni volta che c’è una tassa su qualcosa, si colpisce è vero un segmento, ma si ri-alloca anche una risorsa da qualche parte.

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