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F-35, gasdotti e geopolitica. Da Pompeo e Pence assist alla Grecia

F-35, gasdotti e geopolitica: ecco il trittico di interessi che maturano sull’asse Washington-Atene dopo la visita alla Casa Bianca del premier ellenico Kyriakos Mitsotakis. Un’interlocuzione che, al netto di passate criticità (si veda alla voce Pechino-Pireo e Mosca-Salonicco), è tornata solida e costante, così come hanno sottolineato tutti i protagonisti e che oggi punta a farsi impalcatura di un nuovo disegno a cavallo tra due quadranti strategici come quello euromediterraneo e quello mediorientale.

QUI WASHINGTON

Oltre a pacche sulle spalle di Trump, Pompeo e Pence, il premier greco ottiene una granitica certezza: gli Stati Uniti continueranno a sostenere la leadership della Grecia in Europa con l’obiettivo di andare oltre gli scambi commerciali che lo scorso anno hanno toccato quota 3 miliardi di dollari. Oggi in più, come ha sottolineato il vicepresidente Mike Pence, vi è “una filosofia comune di governance” che influenza valutazioni e scelte. Il riferimento è verosimilmente al dossier energetico, in cui Atene svolge un ruolo primario sia per la commercializzazione in Europa del gas naturale americano, sia per gli effetti della nuova concezione del mercato europeo post alleanza energetica russo-turca (su cui si registra anche una partnership marittima tra il Segretario al Commercio Usa Ross e l’oligarga greco Marinakis).

Un passaggio sul quale Mike Pompeo ha lanciato due messaggi: il primo relativo alla sicurezza e la prosperità della Grecia, il secondo con un palese riferimento alla cooperazione tra le forze armate dei due paesi “con l’obiettivo di espandere ulteriormente la cooperazione energetica”.

QUI ATENE

Cosa cambia in concreto dopo le dichiarazioni di intenti? In questo momento Atene ha necessità di riguadagnare la superiorità militare nei confronti della Turchia, come ha osservato oggi il ministro della difesa Nikos Panagiotopulos, aprendo ufficialmente all’interesse della Grecia per l’acquisizione di una ventina di caccia F-35 inizialmente destinati ad Ankara per un valore di circa tre miliardi di euro. Ciò al fine di essere pronti a reagire “in caso di superamento della linea rossa” da parte della Turchia.

I velivoli di quinta generazione si sommeranno al programma di aggiornamento degli 82 F-16 nella versione Viper che sta iniziando in questi giorni (un processo che dovrebbe durare da sette anni) e alla flotta di elicotteri Kiowa acquistati di seconda mano dagli Usa la scorsa primavera e operativi nella base aerea di Larissa, accanto ai droni Uav americani. C’è inoltre la possibilità che la Grecia acquisti anche due navi, così come riportato nei mesi scorsi.

SCENARI

Il fil rouge ellino-americano è tarato in questi giorni anche sulla cronaca legata alla crisi in corso con l’Iran. La presenza degli Stati Uniti in Grecia e a Cipro è lievitata sensibilmente nelle ultime 24 ore. Ieri una formazione di elicotteri statunitensi Chinook e Blackhawk è partita dall’aeroporto militare di Eleusi verso Cipro, dove sarà di stanza nelle prossime settimane. Inoltre tre giorni fa una formazione composta da aerei Osprey a decollo verticale e C-130 è giunta alla base cretese di Souda per lo stesso scopo. Infatti Washington ha formalmente chiesto a Nicosia di schierare temporaneamente un’unità di risposta rapida sul territorio della Repubblica di Cipro, con il compito principale di evacuare missioni diplomatiche o trasferire altri cittadini statunitensi dagli Stati Uniti.

Souda, base som sull’isola di Creta, aveva ospitato alcune settimane fa il primo bombardiere B-52 per una missione di addestramento nello stesso scalo dove nel giugno 2018 aveva fatto tappa l’Air Force One di Donald Trump per operazioni di rifornimento in vista del viaggio a Singapore per incontrare il leader della Corea del Nord Kim Jong-Un.

twitter@mondogreco

 


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