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Roma, Italia Viva non sarà alleata dei 5S in nessun caso. Parla Nobili

Nobili

Italia Viva a Roma non si alleerà mai con i pentastellati, neppure nell’ipotesi in cui alla fine Virginia Raggi non dovesse essere della partita: “Lo schema nazionale non si può tecnicamente riproporre a Roma. Non ci può essere alcuna alleanza, in nessun caso”. E se il Pd facesse questa scelta? “Noi saremmo costretti a comportarci diversamente, ma non credo andrà così”. Parla Luciano Nobili, deputato di Italia Viva e punto di riferimento nella capitale del partito di Matteo Renzi

“A Roma non si può fare nulla insieme a chi ha governato negli ultimi cinque anni. Non possiamo certo presentarci ai romani con Virginia Raggi o con chi l’ha sostenuta”. E ancora, sulla corsa di Carlo Calenda verso il Campidoglio: “Vorremmo che fosse il nostro candidato sindaco. Il suo è l’unico nome in campo che corrisponde all’identikit che dovrebbe avere chi correrà nella capitale per il centrosinistra”. Parola di Luciano Nobili, deputato e componente della segreteria nazionale di Italia Viva e riferimento romano del partito guidato da Matteo Renzi, che in questa conversazione con Formiche.net ha fatto il punto su cosa (non) sta accadendo in casa centrosinistra in vista del voto della prossima primavera (Covid-19 permettendo). A partire da una certezza, che Nobili in questa intervista ha esposto senza mezzi termini: Italia Viva a Roma non si alleerà mai con i pentastellati, neppure nell’ipotesi in cui alla fine Raggi non dovesse essere della partita: “Lo schema nazionale non si può tecnicamente riproporre a Roma. Non ci può essere alcuna alleanza, in nessun caso”. E se il Pd facesse questa scelta? “Noi saremmo costretti a comportarci diversamente, ma non credo andrà così”.

Nobili, il tempo continua a trascorrere senza che vi sia alcun passo avanti sulla scelta del candidato sindaco del centrosinistra. Preoccupato?

Virginia Raggi è in campo e tra una metro C ferma e l’ennesimo bus in fiamme sta facendo comunque la sua campagna elettorale. Il centrodestra ormai è a un passo dal partire con un candidato insidioso come Guido Bertolaso (qui la recente intervista di Formiche.net a Claudio Durigon). E noi che facciamo? Continuiamo a guardarci l’ombelico e a perdere tempo?

Teme che il centrosinistra possa cominciare ad handicap la prossima campagna elettorale per Roma?

Dobbiamo avere al più presto un progetto serio per la città, per governarla, dopo dieci anni molto difficili. E’ da mesi che abbiamo chiesto, al Pd innanzitutto, l’assunzione di una comune iniziativa.

E la risposta è stata il tavolo di coalizione che si è insediato da alcune settimane. Troppo poco?

Italia Viva ambisce a essere la seconda forza politica del centrosinistra, a Roma e non solo. In quel tavolo vogliamo starci, ma abbiamo anche l’impressione che in queste riunioni si stia lavorando solo per prendere tempo. Roma non se lo può permettere, non può essere un talent show per aspiranti candidati. Ha bisogno di una figura pronta e di livello e non può essere condannata a questa attesa perenne. E poi vanno definiti meglio il perimetro politico e la visione per la città.

Prendere tempo per cosa?

E’ come se in un certo senso qualcuno fosse in attesa che venga celebrato un matrimonio combinato che non si sa se verrà mai celebrato. Quello tra il Pd e il Movimento.

Dunque pensa anche lei che l’attesa sia legata all’accordo, ancora possibile, tra Pd e movimento? 

Se qualcuno nel Pd ha voglia di impostare la campagna elettorale difendendo questi cinque anni di amministrazione lo faccia pure. Noi nel nostro piccolo continueremo a criticare fortemente questa amministrazione, come del resto abbiamo sempre fatto. Io comunque non penso che il Partito democratico voglia tutto questo.

Intanto però i retroscena dicono che questo sarebbe lo scenario principale su cui starebbe lavorando il Pd e anche un pezzo del Movimento. Che ne pensa?

Sono convinto che al di là delle ricostruzioni giornalistiche anche il Pd ambisca a voltare completamente pagina dopo questi anni. Il mio appello è a fare presto, a fare insieme e a fare bene.

Però ci sono state anche diverse dichiarazioni pubbliche in tal senso. E’ sicuro che non sia proprio quello il motivo di questo temporeggiare?

Nel Pd ci sono anime diverse.

Nobili ma perché questa posizione di netta contrarietà nei confronti dei cinquestelle nel caso in cui Raggi alla fine non si ricandidasse?

Perché Raggi non ha governato da sola in questi anni. Lo ha fatto insieme al Movimento e con il suo pieno sostegno, ribadito a ogni giorno e a ogni ora da tutti i massimi vertici da Beppe Grillo in giù. Lo stesso Pierpaolo Sileri molto onestamente, secondo quanto riportato ieri dal Messaggero, alla domanda su un sua eventuale candidatura ha risposto che avrebbe votato Raggi.

Non è neanche una questione di nomi, giusto? Ad esempio l’ipotesi il viceministro alla Salute Sileri vi potrebbe piacere oppure no?

Non è una questione di nomi, si tratterebbe di una soluzione obiettivamente impossibile. Poi per fortuna le elezioni amministrative sono a doppio turno e ci sarà la possibilità per gli elettori dei cinquestelle di scegliere eventualmente al ballottaggio tra la proposta di centrosinistra e quella di centrodestra. Ma ripeto non è un tema unicamente di nomi. Non si può scegliere solo sulla base di questo aspetto, il percorso politico è fondamentale. E il nostro ci rende impossibile una collaborazione. Non si riuscirebbe neppure a costruire un programma di governo: noi puntiamo a fare tutto il contrario di quello che è stato fatto in questi cinque anni.

Ma che differenza c’è tra il livello nazionale e quello locale? In fondo siete pur sempre alleati di governo

Vanno distinti i due piani. La mia valutazione sull’operato del governo è tutto sommato positiva. Seppur tra mille difficoltà e differenze, l’esecutivo – che ricordo è nato su nostra iniziativa – è riuscito a realizzare gli obiettivi che si era dato. A partire dalla nostra salda collocazione in Europa che il precedente aveva messo gravemente in dubbio. Da questo punto di vista ora la necessità che abbiamo è darci una nuova ragione sociale e cambiare passo in vista dei prossimi due anni.

E su Roma?

Come le dicevo, questo schema non è in alcun modo riproducibile nella capitale, perché ci sono stati cinque anni disastrosi in cui siamo sempre stati convintamente all’opposizione dei cinquestelle. E dobbiamo essere conseguenti.

Nobili, quindi cosa chiedete al Pd e agli alleati?

Di partire immediatamente con la costruzione del progetto del centrosinistra per Roma, che a nostro avviso dovrà ruotare intorno a tre elementi imprescindibili.

Quali?

Innanzitutto l’individuazione di un candidato sindaco competente e autorevole, a tal punto da dare subito, con la sua semplice presenza in campo, l’idea che c’è un investimento serio e convinto per una sfida importantissima ma anche molto difficile, considerato quanto accaduto negli ultimi dieci anni. E poi, secondo punto, la costruzione di squadra altrettanto forte.

In linea con quanto sostiene, ad esempio, Francesco Rutelli?

Esattamente, il modello deve essere quello. Per governare Roma non basta un direttore d’orchestra seppur bravissimo. Ci vuole, appunto, un’orchestra all’altezza. Nella squadra di Francesco Rutelli c’erano nomi di primissimo piano, come Paolo Gentiloni, Walter Tocci, Linda Lanzillotta, Roberto Giachetti, Gianni Borgna. Questo è l’esempio da seguire e dobbiamo iniziare già a lavorarci se vogliamo arrivare pronti.

E il terzo punto?

Un programma chiaro e netto, certo approfondito ma anche fatto di alcune priorità chiave per spiegare ai romani come vogliamo cambiare nel profondo la capitale. Noi contiamo di organizzare nelle prossime settimane una Leopolda romana con una prima fase solo in modalità digitale e con la speranza magari di poterci tornare a incontrare di persona alla fine del percorso, per consegnare le nostre idee al futuro candidato sindaco e a tutta la città.

Nobili, a proposito del primo punto possiamo dire che il vostro nome è Carlo Calenda?

Vorremmo che fosse lui il candidato sindaco. Il suo è l’unico nome in campo che corrisponde all’identikit che dovrebbe avere chi correrà nella capitale per il centrosinistra.

La sua candidatura, però, ha riscontrato molta freddezza, per non dire di più. Perché?

La penso come Michele Serra (qui il suo commento su Repubblica), non certo un pericoloso renziano. Vista l’oggettiva penuria di big in campo bisognerebbe a mio avviso solo ringraziarlo. E invece è partito un fuoco di fila inspiegabile. Ma sono convinto che le cose si possano risolvere.

Quindi possiamo dire che se il Pd dovesse fare l’accordo con i cinquestelle voi appoggereste comunque Calenda?

Non lo vedo questo film. Spero e credo che il centrosinistra si presenterà unito.

Ma l’interlocuzione tra Calenda e Zingaretti, che le risulti, in qualche modo sta procedendo?

So che un dialogo c’è e spero che sia fruttuoso per tutti. E soprattutto per Roma.



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