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Chi candiderà il centrodestra a Roma? Tutti i nomi tirati in ballo (Calenda incluso)

Centrodestra

Calma piatta. Piattissima. Il candidato ancora non c’è. Anzi, è lontano dall’essere individuato. Come confermato da diverse fonti consultate da Formiche.net, i partiti della coalizione navigano a vista. E intanto l’ex capo della protezione civile ha ribadito ancora il suo no a correre: “L’ho ripetuto in ogni modo. Io non mi candido. Se ne facciano tutti una ragione”

 

Se il centrosinistra piange, il centrodestra certo non ride. Ovvero, detta in termini politici: se a Roma dalle parti del Partito democratico regna ancora sovrana la confusione dopo le ultime 48 ore di fuoco, nei dintorni del centrodestra l’unico motivo di soddisfazione è rappresentato dalle condizioni, appunto di evidente difficoltà, in cui versa lo schieramento opposto. Per il resto, invece, nessuna fumata bianca. Calma piatta. Piattissima.

Solo l’ennesima, a questo punto forse definitiva, smentita da parte di Guido Bertolaso, l’uomo che Forza Italia e Lega avrebbero voluto candidato sindaco del centrodestra per il Campidoglio. La sua ritrosia e i dubbi esternati a più riprese da Fratelli d’Italia – in ultimo anche questa mattina da Fabio Rampelli sul Corriere della Sera – sembra abbiano però fatto tramontare l’ipotesi. “Sono stato chiaro e l’ho ripetuto in ogni modo. Io non mi candido. Se ne facciano tutti una ragione”, ha scritto questa mattina su Facebook l’ex capo della protezione civile che ieri, come rilevato da Tommaso Labate sempre sul quotidiano diretto da Luciano Fontana, aveva incontrato Matteo Salvini in un faccia a faccia nel quale avrebbe ulteriormente confermato al leader leghista il suo no a correre a Roma.

Ma allora, se fosse davvero ufficiale il no di Bertolaso, quale potrebbe essere il nome alternativo scelto dal centrodestra, a cui, va ricordato, le condizioni di contesto e i tentennamenti del centrosinistra attribuiscono, almeno per ora, un evidente situazione di vantaggio? La risposta, semplicissima nella sua chiarezza, non può che essere la seguente: non si sa. Ovvero, il candidato ancora non c’è. Anzi, è lontano dall’essere individuato. Come confermato da diverse fonti consultate da Formiche.net, i partiti della coalizione navigano a vista.

In quest’ottica non stupisce che l’attesa riunione sulle amministrative tra i tre leader di partito Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani – in teoria in programma domani – sia stata spostata alla settimana prossima, come sottolineato dall’esponente di Forza Italia. “Domani ci sarà una riunione dei responsabili degli enti locali del centrodestra, poi la settimana prossima con Salvini e Meloni per cominciare a individuare i candidati per le grandi città”, ha affermato a tal proposito l’ex presidente del Parlamento europeo. Insomma, ancora tempo per trovare una quadra difficilissima non solo a Roma, ma pure negli altri quattro principali centri urbani – ossia Torino, Milano, Bologna e Napoli – che andranno al voto il prossimo autunno.

Di sicuro, dunque, c’è poco. Non è neppure detto che alla fine si vada su un profilo civico come era stato affermato fin dalle regionali dello scorso settembre. Anche se, sottolineano in molti, l’opzione tecnica rimane la più probabile per due ordini di ragioni. Innanzitutto perché eviterebbe alle singole forze politiche di mettere la faccia su un’eventuale sconfitta: il che, considerato che il centrodestra è ritenuto da tutti il favorito in vista delle prossime elezioni capitoline, basta a spiegare la condizione di scollamento in cui versa in questa fase la coalizione.

E poi perché l’eventuale nome civico avrebbe al ballottaggio più chance di conquistare i consensi dei candidati perdenti al primo turno. Ergo, è più facile che un elettore dei cinquestelle o del Pd scelga al secondo turno il centrodestra nel caso in cui a rappresentarlo ci sia una manager o un professionista invece di un esponente di partito.

Solo che i nomi papabili in questo senso scarseggiano, nel senso che ne sono stati fatti diversi senza però che dalle parole si sia passati poi ai fatti: tra gli altri, ad esempio, quelli del presidente dell’Istituto per il Credito sportivo Andrea Abodi (recentemente ospite in questo webinar di Formiche), del chirurgo Massimo Martelli e dell’ex magistrato Simonetta Matone. Eventualmente in tandem con un politico da affiancargli come vicesindaco. Da questo punto di vista si è parlato ultimamente delle due esponenti di Fratelli d’Italia Chiara Colosimo e Lavinia Mennuni (i cui nomi, però, erano circolati quando sembrava ancora d’attualità l’ipotesi Bertolaso, anche un po’ per consolare Fratelli d’Italia nell’eventualità di una scelta non completamente condivisa).

Se invece alla fine dovesse prevalere la strada politica, la scelta potrebbe ricadere sul vicepresidente della Camera Rampelli – in questa fase impegnato sulla proposta di riforma costituzionale di Roma Capitale il cui testo, anche a firma Meloni, è stato presentato oggi in Commissione – o, dice qualcuno, sugli azzurri Maurizio Gasparri e Francesco Giro. Ipotesi, le ultime due, che sembrano però soprattutto di scuola.

Rimane in fondo la pista che porta a Carlo Calenda, a cui nessuno veramente crede ma che in molti stanno citando in queste ore a mo’ di battuta surreale. Ovvero, ma vista la fine del rapporto tra il manager e il Pd e la ricerca di un candidato da parte del centrodestra, non potrebbero alla fine Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia convergere sull’ex ministro dello Sviluppo economico, come ha fatto Italia Viva di Renzi, ormai sempre più distante dal Pd? Difficilissimo che accada. Anzi, probabilmente è impossibile viste anche le risposte arrivate dagli stessi protagonisti della vicenda. Certo, in politica mai dire mai. Soprattutto quando si parla di Roma.



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