Intervista a Riccardo Fraccaro, deputato del Movimento 5 Stelle, già ministro per i Rapporti con il Parlamento e sottosegretario alla presidenza del Consiglio nei due governi guidati da Giuseppe Conte. “Il Superbonus rilancia un settore storicamente trainante per l’economia del nostro Paese come l’edilizia”. E il dibattito politico sul prossimo Capo dello Stato? “Non è opportuno tirare per la giacchetta il presidente Mattarella”
Sulla proroga del Superbonus fiscale del 110% “c’è un impegno formale da parte del presidente del Consiglio: mi aspetto che mantenga la promessa fatta agli italiani”. Anche perché “è fondamentale dare agli operatori, e a tutta la filiera coinvolta, un orizzonte temporale certo entro cui operare”. Parola di Riccardo Fraccaro, deputato del Movimento 5 Stelle e componente della commissione Attività produttive di Montecitorio, con un recente passato al governo in qualità di ministro per i Rapporti con il Parlamento nel primo esecutivo guidato da Giuseppe Conte e di sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel secondo. In questa conversazione con Formiche.net, Fraccaro ha fatto il punto sull’applicazione del Superbonus del 110%, di cui è stato il principale artefice, e sulle novità introdotte a tal riguardo con il decreto Semplificazioni recentemente convertito in legge. Ma non solo, perché nell’intervista Fraccaro ha anche toccato alcuni delle principali questioni che stanno interessando in questa fase il dibattito politico nel nostro Paese. A cominciare dalla via strettissima che porterà all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica all’inizio del 2022.
Onorevole Fraccaro, partiamo dall’inizio: perché ritiene che il Superbonus del 110% sia una misura chiave per la ripartenza economica italiana anche alla luce del Pnrr?
Lo confermano diversi indicatori, a partire dai quasi 27.000 aperti finora: il Superbonus rilancia un settore storicamente trainante per l’economia del nostro Paese come l’edilizia ma in chiave sostenibile, puntando alla riqualificazione e all’efficientamento. Abbiamo trasformato le costruzioni in un settore finalmente in crescita, dopo decenni, e allo stesso tempo abbiamo contribuito a renderlo green. E i dati ci stanno dando ragione.
È soddisfatto dalle misure di sburocratizzazione introdotte dal decreto Semplificazioni recentemente convertito in legge oppure si attendeva di più in quest’ottica?
Abbiamo apportato importanti semplificazioni sia per facilitare i lavori, sia per dare certezze ai cittadini. Pensi alla Cila 110%, un documento unico e uguale in tutta Italia: è una piccola rivoluzione. Serviranno altri sforzi ma abbiamo già fatto gran pare del lavoro.
Pensa che il governo Draghi punti abbastanza su questo strumento, che è stato uno dei provvedimenti chiave introdotti dal governo Conte II all’inizio della pandemia?
Il primo dato positivo è stato il mantenimento dei fondi del Pnrr, a cui si sono aggiunti quelli del fondo complementare, per garantire la proroga inserita nella legge di Bilancio dello scorso dicembre. C’è poi un impegno formale preso dal Presidente del Consiglio e del ministro Daniele Franco ad andare oltre nella prossima legge di Bilancio.
La proroga al 2023 – attualmente la misura scade il 30 giugno del 2022 – è ritenuta assolutamente necessaria da tutti gli addetti ai lavori. Confida che sarà disposta con la prossima legge di Bilancio, come indicato? La legge di bilancio è a suo avviso il veicolo giusto, considerate anche le tempistiche della sua approvazione?
La cosa fondamentale è dare agli operatori, e a tutta la filiera coinvolta, un orizzonte temporale certo entro cui operare. Sarebbe stato auspicabile introdurre la proroga già nella prima metà dell’anno proprio per dare più certezze e tempo di programmazione a tutti i soggetti interessati. Credo che oggi la legge di Bilancio sia lo strumento più congruo per stanziare ulteriori risorse su una misura così fortemente sostenuta in Parlamento e fra tutti gli stakeholder coinvolti. C’è un impegno formale da parte del presidente del Consiglio e mi aspetto che mantenga la promessa fatta agli italiani.
C’è chi chiede di estendere il Superbonus 110% anche oltre le seconde case, e quindi a tutto il residenziale, e poi anche al non residenziale, che al momento è escluso dalla misura. Cosa ne pensa?
Sul residenziale ci siamo fermati a due abitazioni per contribuente anche per mantenere un certo principio di equità e di utilizzo equilibrato delle risorse. Credo che ci sia molto potenziale per una misura a favore del settore industriale e produttivo del Paese. Per un’impresa, soprattutto per quelle più energivore, diventare più green non ha solo una valenza sociale e ambientale positiva, ma consente anche di risparmiare in bolletta, con un impatto positivo in termini di competitività e riduzione dei costi fissi non indifferente.
Uno dei nodi principali riguarda le difficoltà con cui sono costretti a confrontarsi i condomini per accedere al Superbonus 110%. In che modo ritiene che si possa spingere in questo senso? Ovviamente è da qui che passano molte delle potenzialità di questa misura anche in ottica Paese.
Strutturalmente il processo di avvio dei lavori per i condomini è più complicato e le autorizzazioni amministrative meno immediate delle case unifamiliari. Per questo dare un orizzonte temporale più ampio, tramite una proroga almeno fino al 2023, è fondamentale. Poi contiamo di introdurre anche ulteriori semplificazioni finalizzate a favorire l’adesione di un maggior numero di condomini.
Stando ai dati che citava il Superbonus ha iniziato a carburare dopo un inizio inevitabilmente un po’ a rilento. Ora però c’è chi teme che gli effetti della misura possano essere almeno in parte compromessi dal pesante rincaro che sta interessando i materiali in edilizia. È preoccupato in questo senso e cosa si può fare per impedire che ciò accada?
Certamente questo è un fenomeno rilevante e potenzialmente limitante per la misura. Le riaperture progressive a livello globale avviate con il progredire delle campagne vaccinali, unite a evidenti strozzature della supply chain, hanno portato a un evidente rialzo dei prezzi nei primi mesi del 2021. Non è certo un fenomeno legato esclusivamente al Superbonus. In ogni caso se il fenomeno dovesse proseguire si potrebbe ragionare in prima battuta su una revisione dei prezzari nazionali e regionali, per dare maggiore flessibilità alle imprese.
Passando a temi più prettamente politici onorevole, una domanda sul nuovo corso del Movimento 5 Stelle a guida Giuseppe Conte. Quali sfide vi attendono in questo contesto di governo di larghe intese guidato da Mario Draghi?
La sfida più importante che abbiamo di fronte è la riscrittura delle regole europee. È l’Europa oggi a dover fare le riforme per archiviare definitivamente la stagione dell’austerità. Solo così gli Stati potranno investire il necessario nella transizione ecologica creando lavoro e sviluppo. Ci aspettiamo che il premier Draghi utilizzi la sua autorevolezza per raggiungere questo risultato.
È iniziato in queste ore il semestre bianco di Sergio Mattarella e puntuale è partito il dibattito politico sulle prossime elezioni del presidente della Repubblica che si svolgeranno a gennaio. Lei sarebbe favorevole a un eventuale bis da parte dell’attuale capo dello Stato?
Credo che sia presto per fare nomi e che non sia opportuno tirare per la giacchetta il presidente Mattarella. Una cosa è certa: in questo Parlamento il Movimento 5 Stelle dovrà essere determinante anche per l’elezione del prossimo Capo dello Stato.
Nel futuro del M5s vede la famosa alleanza strutturale con il Pd? Alle amministrative in programma un po’ ci siete riusciti e un po’ no.
Le alleanze sono state fatte lì dove si sono verificate le condizioni per farle. Non credo nelle alleanze forzate, serve una visione comune. Il percorso è ancora da scoprire, ma anche interessante e con potenzialità. Sarà importante mantenere la propria identità, altrimenti questo processo non porterà a una crescita.