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Putin prova a dividere l’Occidente usando il gas. Telefonate con Draghi e Scholz

Primo contatto tra il presidente del Consiglio e il leader russo che insiste sul pagamento in rubli. Lo stesso ha fatto parlando con il cancelliere tedesco. Obiettivo: disunire il Quint. Ma ci sono sempre meno orecchie in Europa disposte ad ascoltare il Cremlino e così…

È durata circa un’ora la telefonata tra il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi e il presidente russo Vladimir Putin. Il colloquio è avvenuto all’indomani dei negoziati tra russi e ucraini a Istanbul, dopo la video-riunione di ieri a cui hanno preso parte i leader del Quint (Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Stati Uniti) e dopo il contatto tra il presidente francese Emmanuel Macron e il leader russo, che oggi ha sentito anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Nelle stesse ore il presidente statunitense Joe Biden ha avuto un confronto con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Questa è stata la prima telefonata tra Draghi e Putin dall’inizio della guerra. Prima dell’invasione russa dell’Ucraina, i due leader si sentivano quasi ogni mese. Alla vigilia dell’invasione, dopo un ultimo disperato tentativo diplomatico con l’omologo Sergey Lavrov, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio aveva annunciato che la prevista visita del presidente del Consiglio a Mosca era saltata. Erano dunque due mesi, dal 1° febbraio, che i due leader non avevano contatti diretti.

Al centro del colloquio c’è l’andamento del negoziato tra la Russia e l’Ucraina e i suoi ultimi sviluppi, ha riferito Palazzo Chigi. Il presidente Draghi, si legge nella nota, “ha sottolineato l’importanza di stabilire quanto prima un cessate il fuoco, per proteggere la popolazione civile e sostenere lo sforzo negoziale”. Inoltre, “ha ribadito la disponibilità del governo italiano a contribuire al processo di pace, in presenza di chiari segni di de-escalation da parte della Russia”. Il presidente Putin, invece, “ha descritto il sistema dei pagamenti del gas russo in rubli”. I due leader hanno concordato sull’opportunità di mantenersi in contatto, conclude il comunicato.

Quello del pagamento delle forniture di gas è il tema in cima all’agenda russa con l’Italia e la Germania, due Paesi le cui politiche energetiche si stanno allineando in risposta alla crisi ucraina.

Stando a quanto riferito dal Cremlino alla Tass, Putin ha parlato con Draghi dell’andamento dei negoziati a Istanbul e ha dato spiegazioni sul pagamento del gas in rubli, cosa che il G7 ha respinto. Di quest’ultimo tema Putin ha discusso anche con Scholz (la faccenda non è invece priorità per la Francia, meno colpita dalla crisi energetica grazie anche al nucleare). Il leader russo e il cancelliere tedesco hanno concordato che il passaggio al pagamento del gas russo in rubli sarebbe stato ulteriormente discusso da un team di esperti russi e tedeschi, ha fatto sapere il Cremlino. Intanto, però, l’Europa per ora può continuare a pagare il gas russo in euro, ha detto Putin a Scholz secondo una nota diffusa dal governo di Berlino, purché tramite Gazprom per evitare le sanzioni europee.

Come ricordato su Formiche.net, in questi giorni Wally Adeyemo, vice segretario al Tesoro americano, è impegnato in un viaggio europeo sulle sanzioni, con tappe a Londra, Bruxelles, Berlino e Parigi, per spingere l’Unione europea a un nuovo pacchetto di restrizioni puntando alle “catene di approvvigionamento critiche”.

Con i colloqui odierni Putin sembra stia cercando di dividere l’Occidente facendo leva sulla crisi energetica e sulle diverse sensibilità all’interno del Quint, in cui Stati Uniti e Regno Unito insistono sulla linea dura esprimendo scetticismo sui segnali di un allentamento russo e temendo che si tratti soltanto di un modo per riorganizzare le forze davanti alle difficoltà.

Ma dopo la visita di Biden in Europa per i tre summit (Nato, G7 e Consiglio europeo) e l’incontro tra i capi delle intelligence del Quint avvenuto nelle stesse ore a Roma che dimostra una ritrovata sintonia tra le agenzie dopo le divergenze sull’invasione, sembrano sempre di meno le orecchie in Europa disposte ad ascoltare le promesse del Cremlino. Inoltre, se è vero che l’energia è una potente leva nei confronti dell’Europa, non va ignorato che anche la Russia ha bisogno di vendere il gas.



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