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Russia e Cina si esercitano (e spiano a vicenda) nel Mare del Giappone

Durante un’esercitazione congiunta nel Mar del Giappone, Russia e Cina hanno simulato di dare la caccia a un sottomarino (americano?). Ma in quei giorni Pechino s’è innervosita per la presenza di una nave spia mandata da Mosca (a carpire segreti militari cinesi?)

“Navi delle flotte russa e cinese eseguiranno manovre tattiche congiunte compresi tiri di artiglieria con vere munizioni e operazioni di sostegno ad elicotteri che si alzeranno in volo dalle stesse navi”, ha detto in un video il vice comandante della flottiglia di Primorye, regione russa a nord-ovest del Giappone, secondo quanto riporta l’agenzia Interfax.

Navi da guerra russe e cinesi stanno svolgendo pattugliamenti congiunti nel Pacifico, incluso nel Mare di Okhotsk, nell’Estremo oriente russo che bagna le isole Curili (contese tra Tokyo e Mosca) e dove si affaccia Sakhalin, isola russa al nord di Hokkaido (da cui è divisa dallo Stretto di La Perouse) oggetto recentemente di una contesa energetica con aziende giapponesi e occidentali.

Le navi russo-cinesi compiranno manovre di addestramento insieme, annuncia il ministero della Difesa di Mosca, che seguiranno di una decina di giorni l’esercitazione “Vostok 22”, durante la quale le forze armate di Cina e Russia “hanno collaborato per distruggere un sottomarino ostile”. Il Cremlino sta sottolineando particolarmente il valore politico di queste attività anche per il momento particolare.

Il leader cinese Xi Jinping ha incontrato oggi, giovedì 15 settembre, il presidente russo Vladimir Putin a Samarcanda, dove si svolge il summit della Shanghai Cooperation Organization. Un faccia a faccia che si è svolto mentre sia Mosca che Pechino vivono una fase di tensione con gli Stati Uniti (e in parte con l’Europa) – la prima legata all’invasione ucraina, l’altra riguardo alle evoluzione del dossier taiwanese e più in generale alla competizione per il primato globale.

Più di 50.000 truppe provenienti da una dozzina di nazioni della regione — tra cui Cina, India, Bielorussia, Mongolia e Tagikistan — hanno partecipato a Vostok 22, coordinate dal ministero della Difesa di Mosca. Di quelle manovre, la caccia al sottomarino è stato sicuramente il momento showtime. Gli equipaggi delle flottiglie russe e cinesi hanno dato la caccia al “sommergibile nemico”, un elicottero russo Ka-27PL per la guerra antisommergibile ha individuato i segni di un bersaglio sospetto, ed è stato effettuato un attacco simulato coordinato.

Non è azzardato pensare che l’eventuale mezzo nemico potesse essere uno americano: gli Stati Uniti sono presenti all’interno di quelle rotte, dove mostrano bandiera come forma di deterrenza strategica. A febbraio 2021 anche la Francia inviò un sottomarino (il “SNA Emeraude”) nel Mar Cinese, a sud dell’area di caccia russo-cinese, sebbene manovre in cooperazione si siano svolte anche tra quelle acque. E recentemente anche la Germania ha dimostrato interesse ad aumentare le attività nell’area.

Domenica scorsa, l’emittente di Stato cinese CCTV ha dedicato uno speciale all’esercitazione Vostok, mostrando le immagini di delle due marine che si esercitavano, con elicotteri che atterrano sui ponti delle rispettive navi da guerra e missili lanciati in mare.

Tuttavia, al di là della narrazione e della propaganda, è improbabile che Russia e Cina abbiano raggiunto un livello di integrazione tecnica e tattica di alta qualità, ossia non sono ancora vicine a qualcosa di simile a quello messo in piedi nella “Rim of the Pacific” (Rimpac), l’enorme esercitazione guidata annualmente (e più o meno nella stessa regione) dagli Stati Uniti. Secondo una fonte militare, ancora non ci sono “reali attività congiunte, ma solo forme di cooperazione militare orientate anche al valore politico”.

Sebbene queste esercitazioni siano considerate come un’incarnazione della condivisione di destini da parte dei due Paesi, alcuni esperti militari affermano che tutto potrebbe non essere come sembra. Lu Li-Shih, ex istruttore dell’Accademia navale di Taiwan a Kaohsiung, ha dichiarato al South China Morning Post che una nave da guerra elettronica russa specializzata nel tracciamento di superficie, la “Marshal Krylov”, ha partecipato alle esercitazioni Vostok e la sua presenza potrebbe aver messo “a disagio” l’Esercito Popolare di Liberazione, perché stava compiendo attività di spionaggio soprattutto sul cacciatorpediniere “Nanchang” Type-055 – che è dotato di particolari sistemi radar.

La Cina e la Russia hanno rafforzato la loro cooperazione sotto Xi – che però ora potrebbe avere difficoltà nel sostenere la sua strategia in merito. La partnership è diventata più solida a fronte delle ampie sanzioni imposte a Mosca e dell’isolamento politico ed economico guidato dagli Stati Uniti, con Pechino che ha approfittato degli sconti russi sul petrolio.

La Cina si è posta su una linea ambigua riguardo all’invasione dell’Ucraina, non condannando pubblicamente l’azione di Putin ma esprimendo posizioni generali a favore del diritto di sovranità. Esistono timori giustificati su un’alleanza militare Cina-Russia per contrastare l’Occidente. Ma tra Mosca e Pechino restano anche distanze e una sostanziale sfiducia che va oltre alla narrazione di buoni amici, alleati.


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