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Con la dorsale adriatica del gas si avvicina il raddoppio del Tap

Si completa l’infrastruttura europea che affianca la strategia del governo italiano con Piombino e Ravenna. All’orizzonte la possibilità che l’Italia si strutturi come il principale snodo mediterraneo del gas, grazie alla capacità iniziale del Tap di 10 miliardi di metri cubi, ora espandibile a 20

Dorsale adriatica del gas, c’è il sì della Commissione europea che accoglie positivamente “la decisione dell’Italia di costruire la Dorsale adriatica” tra Abruzzo e Umbria che porterà il metano nel Nord Europa. Lo ha affermato la commissaria europea per l’Energia, Kadri Simson, nel suo intervento di apertura durante il dialogo sull’energia tra Unione europea e Azerbaigian. Si rafforza così la strada che porta dritta al raddoppio del Tap, all’interno di un quadro in cui la postura italiana sul dossier energetico moltiplica la propria densità, politica e tecnica.

Più Tap

Dall’ultimo dialogo energetico Ue-Azerbaigian, dunque, emerge la certezza che il raddoppio del Tap è vicino, incorniciato nel progetto di espansione del Corridoio meridionale del gas, che va dal Caspio e dal Medio Oriente in Europa. Il ministro dell’Energia azero, Parviz Shahbazov, e la commissaria europea per l’energia, Kadri Simson, lo hanno detto apertamente, alla presenza di attori chiave come i rappresentanti della Banca europea per gli investimenti e della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo: il gasdotto Tap è un progetto strategico per l’Italia e per l’Unione europea. “L’espansione del Corridoio meridionale del gas per servire i mercati dell’Italia, della Germania meridionale o dell’Europa centrale, attraverso il nuovo percorso emergente chiamato ‘Anello della Solidarietà’, è per noi un progetto strategico”. In questo senso va letta la decisione italiana relativa alla Dorsale Adriatica.

Numeri

I numeri dell’Azerbaigian dimostrano oggettivamente il cambio di ruolo: 11,4 miliardi di metri cubi di gas esportati lo scorso anno in Europa (+ 39% rispetto al 2021), mentre nel primo trimestre del 2023 sono già stati pari a 2,9 miliardi. Le esportazioni verso l’Europa rappresentano il 51% del volume totale del trasporto di gas dell’Azerbaigian. La capacità iniziale del Tap è di 10 miliardi di metri cubi, espandibile a 20 miliardi di metri cubi. Nel luglio 2022, Ue e Azerbaigian hanno concordato di raddoppiare le forniture di gas entro il 2027.

Oltre Piombino e Ravenna

Non solo Tap, la prospettiva su cui lavora il governo è quella di andare oltre Piombino e Ravenna, proiettandosi così ben al di là del fabbisogno italiano annuale. Lo ha spiegato il ministro per l’ambiente e la sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, secondo cui al fine di arrivare ad avere un nuovo ruolo dal punto di vista energetico occorre “aggiungere anche altri rigasssificatori oltre Piombino e Ravenna”.

In questo senso il ministro ha assicurato che l’assunzione italiana di una centralità diversa dal punto di vista energetico è data sia dalla possibilità di avere delle pipeline dall’Algeria, sia dal contesto libico, senza dimenticare il passo del Gries al nord, con la Svizzera da cui arriva il gas norvegese. “E poi il Tap che vale 10 miliardi di metri cubi e che M5s non voleva. Inoltre serve Porto Torres per la Sardegna e Gioia Tauro. Dobbiamo rinforzare la dorsale adriatica perché attualmente passano 125 milioni di metri cubi al giorno e dobbiamo portarla a 160. In questo modo l’Italia è nella condizione di avere l’autosufficienza e di essere soggetto esportatore”.

Scenari

Appare evidente che, con il raddoppio del Tap, si completa così quel laborioso processo di l’infrastrutturazione europea che ‘affianca’ la strategia del governo italiano tarata sui rigassificatori a Piombino e Ravenna. All’orizzonte la possibilità sempre più concreta che l’Italia si strutturi come il principale snodo mediterraneo del gas, grazie alla capacità iniziale del Tap vicina al raddoppio netto.

Del tema si è discusso anche al Delphi Forum in svolgimento in Grecia, alla presenza di ministri e analisti come il capo della direzione generale per l’Energia della Commissione europea, Ditte Juul Joergensen, che ha ribadito l’importanza della cooperazione sempre più stretta dei Paesi del Mediterraneo orientale nel campo della sicurezza energetica. Sulla sicurezza energetica ha aggiunto che l’Ue ha già messo in pratica gli strumenti adatti ad evitare la crisi in corso. Infatti gli stoccaggi di gas europei sono al 58%, una percentuale record per questo periodo dell’anno.

Secondo una personalità che il Mediterraneo lo conosce molto bene, come Jeoffrey Pyatt, assistente del segretario di Stato degli Stati Uniti per le risorse energetiche, già ambasciatore americano ad Atene per sei anni, gli Usa vedono la regione del Mediterraneo orientale come un’area di grandi opportunità, sia per le ottime potenzialità presenti in Paesi come l’Egitto, sia per una maggiore interconnettività della rete elettrica tra Europa e Nord Africa.



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