Dal centro spaziale di Kourou, il lancio del satellite Sentinel-1D ha ultimato la prima generazione radar del programma europeo Copernicus. Indubbiamente un traguardo tecnologico e politico, che vede l’Italia in prima linea con Leonardo e Thales Alenia Space. Ma dietro al successo si cela anche la consapevolezza del profondo divario tra l’Europa e i giganti globali dello Spazio. È l’inizio della riscossa per le ambizioni spaziali europee?
L’Europa ha un nuovo guardiano in orbita. Alle 22:02 del 4 novembre, dal centro spaziale di Kourou nella Guyana francese, un razzo Ariane 6 ha portato in orbita Sentinel-1D, l’ultimo satellite della prima generazione della missione Sentinel-1 del programma europeo Copernicus, gestito dall’Agenzia spaziale europea (Esa) per conto della Commissione europea. L’acquisizione del segnale, avvenuta alle 23:22, ha confermato il successo dell’operazione. A pieno regime, Sentinel-1D opererà in coppia con Sentinel-1C, garantendo una copertura globale e costante della superficie terrestre. “Questo lancio è un traguardo importante per l’Esa: completa la missione Sentinel-1 e assicura la continuità dei servizi Copernicus”, ha commentato Simonetta Cheli, direttrice dei programmi di Osservazione della Terra dell’agenzia.
Un programma strategico
Copernicus è tra i più ambiziosi programmi di osservazione della Terra al mondo. Grazie alle sue “sentinelle” – satelliti dotati di strumenti ottici, radar e iperspettrali – fornisce dati fondamentali per il monitoraggio ambientale, la sicurezza marittima, la risposta ai disastri naturali e lo studio dei cambiamenti climatici.
Lo ha sottolineato anche Andrius Kubilius, Commissario europeo per la Difesa e lo Spazio: “Il successo del lancio di Sentinel-1D è una tappa fondamentale non solo per Copernicus ma per l’intero programma spaziale dell’Unione. Nell’attuale scenario geopolitico, disporre di dati di osservazione e di un accesso autonomo allo spazio è ancora più cruciale per l’Europa”.
La missione Sentinel-1, inaugurata nel 2014, ha inaugurato un nuovo capitolo per la capacità europea di monitorare il pianeta, grazie al suo radar ad apertura sintetica (Sar), capace di penetrare le nuvole e operare di giorno e di notte. Con Sentinel-1D, l’Europa rafforza la continuità di un servizio che oggi supporta anche applicazioni operative cruciali: dal monitoraggio dei ghiacci polari ai movimenti del suolo, fino alla sicurezza delle rotte marittime.
Il contributo italiano
Dietro il successo di Sentinel-1D c’è una significativa componente italiana. Thales Alenia Space, joint venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%), è infatti prime contractor per la realizzazione del satellite, il che ha significato un ampio coinvolgimento dei siti di Roma, Milano e L’Aquila.
Leonardo, attraverso le sue partecipate e le proprie divisioni industriali, ha fornito elementi chiave per la missione, dai sensori per il controllo di assetto (prodotti a Campi Bisenzio) alle power unit (sviluppate a Nerviano) che alimentano il radar principale per assicurare la continuità delle immagini. I dati generati da Sentinel-1D saranno poi raccolti, tra gli altri, dal Centro spaziale di Matera, gestito da Leonardo tramite e-Geos (joint venture tra Telespazio 80% e Agenzia Spaziale Italiana 20%), che opera anche il servizio di emergenza Copernicus per la Commissione europea.
“L’osservazione della Terra è un dominio essenziale e strategico per comprendere e affrontare le sfide globali del pianeta e rafforzare l’importante posizione tecnologica dell’Europa”, ha sottolineato Massimo Claudio Comparini, managing director della Divisione Spazio di Leonardo. “L’aggiunta di Sentinel-1D, completando il set di sensori radar dedicati della prima generazione, conferma la solidità e la capacità di innovazione del programma Copernicus. Leonardo, con Telespazio e Thales Alenia Space, contribuisce sin dalle origini con tecnologia, prodotti e servizi, consolidando il nostro ruolo di partner di riferimento nell’osservazione della Terra e nell’integrazione tra spazio e digitale”, ha aggiunto.
Il gruppo italiano, infatti, è presente in tutti i segmenti del programma, dalla realizzazione dei satelliti Sentinel-1 e -3, alle nuove missioni Chime, Cimr e Rose-L, fino ai servizi geospaziali e all’elaborazione dei dati raccolti. I laboratori italiani ospitano inoltre la produzione di strumenti avanzati come i radiometri Slstr dei Sentinel-3, in grado di misurare la temperatura della Terra con una precisione di un decimo di grado, e lo spettrometro Swir del Sentinel-5, dedicato al monitoraggio dei gas atmosferici. Soddisfazione espressa anche da Thales Alenia Space Italia. “Sono particolarmente orgoglioso di questo lancio di successo — ora la famiglia Sentinel-1 è completa”, ha dichiarato Giampiero di Paolo, amministratore delegato di Thales Alenia Space Italia. “La nostra consolidata e riconosciuta competenza nello sviluppo di satelliti radar per l’osservazione della Terra è di nuovo in orbita”.
C’è ancora molta strada davanti
Il successo di Sentinel-1D segna la fine di una fase, ma anche l’inizio di un nuovo capitolo. Mentre la prima generazione delle Sentinelle continua a operare in tandem, l’Esa e la Commissione europea guardano alla seconda generazione di Copernicus, che integrerà sensori iperspettrali, radar multifrequenza e capacità di calcolo distribuito. Ma attenzione a lasciarsi andare ai facili entusiasmi. Se da un lato la messa in orbita di Sentinel-1D rappresenta un successo per l’Europa spaziale, dall’altro restituisce anche la misura della distanza – impressionante – rispetto agli altri space actors globali. Quello che ha messo in orbita il Sentinel-1D è il quinto lancio spaziale europeo nel 2025. A titolo di comparazione, SpaceX programma di raggiungere i 150-170 lanci prima della fine dell’anno. Lo spazio è la frontiera strategica del futuro, e l’Europa ha molta strada da recuperare prima di potersi realmente definire un attore spaziale al pari di Usa e Cina o dei grandi privati come Elon Musk. La speranza è che il successo di questo lancio, oltre che motivo di celebrazione, sia l’inizio di quel cambio di mentalità di cui lo spazio europeo necessita.















