C’è qualcosa di memorabile nell’autogol che il governo ha deciso di mettere a segno con la manifestazione di oggi a Narni (Conte, Zingaretti, Di Maio, Speranza e altri riuniti per la prima volta in pubblico ad illustrare gli aspetti essenziali della manovra finanziaria d’autunno), fulgido esempio di tafazzismo in diretta Facebook.
L’appuntamento infatti riesce (in un colpo solo) a mettere in luce tutte le criticità della maggioranza ed a renderle malinconicamente intellegibili anche dal più distratto degli osservatori, facendo così un pessimo servizio al premier ed al suo governo.
Proviamo a spiegarci meglio.
Punto primo: tutti gli esponenti di spicco della maggioranza dicono da settimane che il voto umbro è di rilevanza locale e non ha collegamenti con gli equilibri nazionali.
Ecco allora l’evento di Narni arrivare come un falco a smentire tutto ciò, poiché anche una marmotta addormentata capisce che se il premier ed i capi politici dei partiti di governo scelgono una cittadina umbra a 36 ore dall’apertura delle urne anziché, che so, Milano o Napoli per illustrare la legge di Bilancio lo fanno solo perché in quella regione si vota.
Punto secondo: tutti nella coalizione giallorossa dicono che c’è concordia politica da vendere, nonostante gli scricchiolii udibili a soli due mesi dalla nascita del governo.
Ed ecco l’appuntamento di Narni piombare come un’aquila reale sulla preda ghermendola senza pietà: il neonato partito di Matteo Renzi annuncia con malcelata soddisfazione che nessuno di loro sarà della partita.
Punto terzo: il governo cerca di mostrare forza e capacità di incidere sugli eventi.
Ebbene la kermesse (un po’) propagandistica di Narni arriva giusta giusta per ottenere il risultato opposto, come ci diranno (quasi certamente) i risultati elettorali di domenica sera.
Ora i casi sono due.
O l’appuntamento di Narni è venuto su da solo (un po’ come un tartufo alle radici di un nocciolo) e allora c’è poco da fare: sono i casi della vita.
Oppure è stato pensato per evidenziare le criticità, rendendo palese che è già tempo di pensare ad equilibri più avanzati.
Fatico a scegliere tra le due ipotesi (!), pur avendo notato un certo attivismo del ministro Di Maio sull’evento oggetto di questa modesta riflessione.