Il francese “L’Evenement” della regista franco-libanese Audrey Diwan, storia di un aborto clandestino nella Francia del 1960, ha conquistato il Leone d’oro della 78esima edizione della Biennale di Venezia.
Si tratta del secondo Leone consecutivo vinto da una regista donna dopo quello per Chloé Zhao nel 2020 per “Nomadland”.
Leone d’argento per la miglior regia al film di Jane Campion “The power of the dog”, western psicologico firmato dalla regista di “Lezioni di piano”, con Benedict Cumberbatch, Kirsten Dunst.
La Coppa Volpi per il miglior attore a Piolo Pascual per la sua interpretazione in “On the job: The missing 8” di Erik Matti (Filippine) un film sulla corruzione dei politici, la violenza della polizia, i compromessi a cui i media finiscono per cedere. La coppa Volpi per la miglior attrice a Penelope Cruz. In “Madres Paralelas” di Pedro Almodovar l’attrice spagnola ha convinto per intensità e profondità. L’attrice premio Oscar ha detto in italiano: “Grazie alla giuria di questo premio che mi fa molto felice, un vero onore. Sappiamo quanto è difficile organizzare un festival in questo periodo, siamo qui a celebrare il cinema grazie alla vostra tenacia. Grazie a Pedro, questo premio è tuo al 100%, la tua etica del lavoro è straordinaria, non potrei essere più orgogliosa di far parte del tuo film”.
Tripletta Italia. “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino vince il Leone d’argento – Gran premio della Giuria. Il regista conquista il premio con il suo film più intimo e autobiografico, una struggente e meravigliosa lettera d’amore nei confronti di Maradona, del cinema e della città di Napoli. “Dovete avere un po’ di pazienza perché sono leggermente emozionato” ha detto il regista e ha iniziato i suoi ringraziamenti “la squadra di Netflix, i produttori italiani e la troupe che è stata eccezionale e mi ha aiutato tanto in un film non facile, come gli attori, i miei genitori e i miei fratelli, mia moglie Daniela che è vent’anni e passa che mi sopporta e mi vuole bene, i miei figli. Qualcuno un po’ antipatico mi dice perché fai un altro film con Toni Servillo ora gli posso dire guardate dove sono arrivato a fare film con Toni Servillo. Devo ringraziare quelli che mi hanno accolto da ragazzo, Umberto Contarello e Antonio Capuano, il mio più grande amico Nicola Giuliano”, ha aggiunto commuovendosi.
Premio Marcello Mastroianni a Filippo Scotti, giovane protagonista di “È stata la mano di Dio”. “Sono emozionato come quando Paolo mi ha preso per fare il film. Dopo questo periodo di pandemia è bellissimo e pesante questo premio. Ringrazio Paolo per la fiducia e tutto il cast è meraviglioso. Grazie” ha detto.
Terzo riconoscimento per “Il buco” di Michelangelo Frammartino, che riceve il Premio speciale della Giuria. “Grazie al direttore che ci ha invitato al concorso e alla giuria e ai compagni di viaggio e ad un grande speleologo calabrese Antonio La Rocca, grazie ai produttori che hanno creduto in questo salto nel buio Grazie agli speleologi che danno forma al buio e se ne occupano e grazie alla Calabria la più bella di Italia” ha detto sul palco.
Non ha ricevuto nessun premio individuale Toni Servillo (presente in tre film in concorso) e nessun premio in assoluto per l’altrettanto celebrato “Qui rido io” di Mario Martone.
Alla madrina Serena Rossi, protagonista di un divertente video sui social con i Bennifer sul red carpet, il compito di celebrare il ritorno in sala dopo lo stop della pandemia. “Sono stati giorni intensi perché la Mostra è stata intensa, al centro gli esseri umani e le loro fragilità che sono anche i loro punti di forza – ha detto la madrina nell’apertura – è stata una Mostra gioiosa, le star internazionali di tutto il mondo, sono stati giorni incredibili, persone provenienti da tutte le parti del mondo a parlare di cinema, le sale sempre piene. Ci siamo ritrovati, siamo ritornati a casa, seduti seppur distanziati, uno accanto all’altro sotto il grande schermo. Finalmente. Grazie alle persone che con dedizione fanno cinema alle persone che sono tornate e quelle che torneranno al cinema”.
Premio per la miglior sceneggiatura a “The lost daughter!”, la trasposizione sul grande schermo del romanzo di Elena Ferrante “La figlia oscura”, diretto da Maggie Gyllenhaal, al suo esordio alla regia. “Anche se girato in inglese e la location è greca questo è un film italiano. Non so dirvi quanto sono felice, mi sono sposata qui in Puglia e ho scoperto di essere incinta la seconda volta qui in Italia e il mio film e la mia carriera di regista è nata qui in questa sala” ha detto. Miglior attore (sezione Orizzonti) a Piseth Chhun in White Building di/by Kavich Neang. Sempre nella sezione Orizzonti, il premio per la miglior attrice va a Laure Calamy per la sua interpretazione in “A plain temps” che si aggiudica anche il premio per la miglior regia nella sezione Orizzonti.
La giuria ha assegnato a “Imaculat” di Monica Stan e George Chiper-Lillemark il premio Leone del futuro per la miglior opera prima; miglior cortometraggio il cileno “Los huesos” di Cristobal Leon e Joaquin Cociña; miglior sceneggiatura per Peter Kerekes e Ivan Ostrochovsky per 107 MOTHERS di Peter Kerekes. La giuria ha assegnato anche un premio speciale nella sezione Orizzonti: va al boliviano “El gran movimiento” di Kiro Russo. E il premio per il miglior film della sezione Orizzonti è assegnato a “Pilgrims” di Laurynas Bareisa. Il cinema si innova grazie alle nuove tecnologie e così anche i premi: consegnato a “Le bal de Paris” di Blanca Li il premio per la miglior esperienza in realtà virtuale. Sempre nell’ambito della realtà virtuale, il premio per la miglior opera VR va a “Goliath: Playing with reality” di Barry Gene e May Abdalla.
Assegnato anche il premio degli spettatori, una novità di quest’anno, il vincitore è Il cieco che non voleva vedere Titanic di Teemu Nikki presentato nella sezione Orizzonti. “Il film sarà nelle sale la prossima settimana, andate a vederlo” ha detto dal palco il regista.
(Foto: account Instagram-@labiennale)