Il Consiglio commercio e tecnologia è diventato la piattaforma ideale per coordinare la risposta Ue-Usa a Putin e consolidare il fronte democratico contro le tecno-autocrazie. Nel prossimo incontro (15-16 maggio) si prevedono grandi passi avanti su controlli delle esportazioni e dual-use, lotta alle fake, sicurezza delle catene di approvvigionamento e standard telco
Domenica 15 maggio, nell’area industriale di Parigi-Saclay, si apriranno ufficialmente i lavori della seconda edizione del Consiglio commercio e tecnologia (Ttc) tra Stati Uniti e Unione europea. Non è ancora confermata la lista degli ufficiali, ma è probabile che ci saranno i commissari europei Margrethe Vestager e Valdis Dombrovskis (rispettivamente competizione e commercio). Da parte americana ci si aspetta l’arrivo della segretaria al commercio Gina Raimondo e della rappresentante della Casa Bianca Katherine Tai.
Annunciata nell’estate 2021 e inaugurata a settembre a Pittsburgh dai quattro diplomatici, più il segretario di Stato Usa Antony Blinken, questa piattaforma di dialogo era stata pensata come un’iniziativa per ricostruire le relazioni commerciali dopo il quadriennio Trump e rafforzare la cooperazione tecnologica tra le due sponde dell’Atlantico. Anche e soprattutto nell’ottica di competere meglio con la Cina, rinsaldando il fronte tecnologico ed economico delle democrazie. Ma l’invasione dell’Ucraina ha cambiato le carte in tavola.
EFFETTO RUSSIA
Senza volerlo Vladimir Putin ha catalizzato il processo di consolidamento del fronte occidentale, che a sua volta ha trovato quanto mai opportuna la neonata piattaforma di dialogo. “L’Ucraina ha dato al Ttc un nuovo senso di finalità. Ha una dimensione geopolitica più grande. Ora c’è la narrazione delle democrazie contro le autocrazie”, ha detto un alto diplomatico europeo a Noah Barkin (German Marshall Fund).
Così il Consiglio pensato per appianare divergenze e collaborare sul breve termine (due-tre anni) è diventato un’iniziativa di lungo respiro. Il Ttc è stato fondamentale per coordinare la risposta occidentale, ha scritto Mark Scott di Politico; per esempio, il tavolo di lavoro sul controllo delle esportazioni è servito per studiare, accordarsi su e implementare le sanzioni su Mosca e Minsk. E nella bozza della dichiarazione finale del prossimo incontro, la Russia è menzionata 25 volte.
CONTROLLO DELLE ESPORTAZIONI
Ue e Usa intendono raddoppiare gli sforzi in seno al Ttc per contrastare il Cremlino, spiega Scott. Sul versante delle esportazioni, la collaborazione Ue-Usa si espanderà per abbracciare le tecnologie emergenti (specie l’intelligenza artificiale) e vigilare sull’invio di prodotti dual-use, che possono avere impieghi militari. Con l’obiettivo ultimo di limitare lo sviluppo tecnologico russo, minando alla base la competitività del sistema bellico di Putin. Ironicamente, queste provvigioni erano state pensate per contrastare Pechino, ma gli addetti ai lavori del Ttc ci hanno messo pochissimo a riorientarle su Mosca.
LO STRUMENTO ANTI-DISINFORMAZIONE
Bruxelles e Washington vogliono aiutarsi anche sul lato infowar. Scott ha anticipato la nascita di un “meccanismo congiunto di crisi” per condividere informazioni e dati estrapolati dai social media, con l’obiettivo di mappare, capire e contrastare le operazioni di disinformazione russe. Questo strumento, spiega la bozza, potrà essere esteso ad altri Paesi dell’Occidente geopolitico, con la speranza di rafforzare le difese d’emergenza contro le fake news diffuse dalle autocrazie. In parallelo si lavora per garantire ai ricercatori più accesso alle piattaforme social e per bandire la pubblicità mirata sui minori (entrambi obiettivi del Dsa europeo).
MICROCHIP E CATENE DI VALORE
La condivisione strutturata di informazioni non riguarderà solo la disinformazione. Ue e Usa intendono dotarsi di sistemi di preallarme per coordinare le risposte su tutto, dalle possibili restrizioni del commercio globale (come il porto congestionato di Shanghai) alla crisi dei microchip, passando per l’approvvigionamento di terre rare (dominato da Pechino). Lato semiconduttori, entrambe le parti stanno progettando una dichiarazione a parte e una “mappa” dei sussidi pubblici. Intanto il tavolo di lavoro sul commercio globale sta approntando un meccanismo per segnalare quando Paesi terzi impongono “barriere commerciali significative” per le aziende europee e statunitensi.
STANDARD E TELECOMUNICAZIONI
Anche qui si distingue più chiaramente la volontà di contrastare la Cina, che da tempo lavora per creare degli standard tecnologici a propria immagine e somiglianza. Ue e Usa vogliono unire le forze sul versante della standardizzazione creando un meccanismo di “informazione strategica” che permetta di coordinare i loro gli approcci alla definizione degli standard globali. Il Ttc vuole anche spingere le organizzazioni Ue e Usa di finanziamento pubblico a “promuovere l’uso di fornitori di fiducia” (leggi: escludere Huawei e affini) nei progetti delle infrastrutture di telecomunicazione critiche, come le reti 5G. Si punta soprattutto ai Paesi a basso e medio reddito, scrive Scott, dove le aziende cinesi si sono inserite con successo nelle reti locali.