“La Camera dei deputati è lieta di presentare l’’Inventario del fondo Francesco Cossiga’, che i figli hanno deciso di donare alla nostra istituzione per metterlo a disposizione della comunità scientifica e di tutti i cittadini. Si tratta di un archivio di notevole importanza storica e di significativa consistenza documentale. Quest’opera consente di ripercorrere circa 70 anni di storia del nostro Paese, dal 1944 al 2011. I fascicoli che lo compongono offrono il punto di vista di uno dei maggiori protagonisti della vita politica e istituzionale italiana nelle diverse fasi che hanno scandito l’impegno al servizio del nostro Paese”. Lo ha detto il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, durante la presentazione del volume “Inventario del fondo Francesco Cossiga”, nella Sala Regina di Montecitorio.
“Essi sono – ha aggiunto – anche una preziosa testimonianza di prima mano su fatti e personalità anche straniere di quegli anni. Dagli esordi nell’amatissima Sardegna all’ascesa alle più alte cariche istituzionali, l’itinerario personale di Francesco Cossiga testimonia la convinzione che lo ha sempre guidato, quella del primato della politica. Un primato che era innanzitutto in lui di valori. Egli ha creduto fermamente nella centralità della persona umana, è stato un grande sostenitore della forza della democrazia e della necessità di difenderla anche nei suoi possibili momenti di fragilità”.
Presente anche il presidente emerito della Corte Costituzionale Giuliano Amato. “Sono contento di vedere questo parto lungo e difficile arrivato” a termine, “abbiamo 800 pagine della vita di Francesco Cossiga. È stato un mio amico con le caratteristiche che lui aveva, determinate dal carattere e dalla sua condizione di salute. Gli insulti che mi sono preso da lui sono infiniti, come infinite erano il giorno dopo le cose che faceva per farmi capire che era stato un fatto momentaneo. Io non posso non ricordarvi che divento ministro dell’Interno, lo incontro a un ascensore del Senato e lui mi informa che non avrebbe più usato la Batteria, perché ora dipendeva da me. Io sorrisi e gli dissi: ‘Peccato’. Poi continuò a telefonarmi attraverso la Batteria”.
“La seconda cosa: lui si sentiva – è un paradosso ma ve lo assicuro – un mio collega mancato nell’accademia. Lui aveva scritto un bel pezzo sulla trimestrale di diritto pubblico negli anni ’50 su cui gli avevo scritto e, in fondo, dentro di sé c’era la nostalgia di una carriera accademica che non aveva fatto e un rispetto anche per coloro che l’avevano fatta. Quindi, io ero un amico professore, che per lui erano due cose entrambe significative”.
Presenti in sala anche Marco Minniti, Elisabetta Belloni, Vittorio Sgarbi, Luigi Zanda, Arturo Parisi, Pier Luigi Bersani, Gianni De Gennaro, Vincenzo Paglia e tanti altri ancora.
Ecco el foto di Umberto Pizzi.
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