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Scuola e sostenibilità per il futuro dei giovani. La ricerca

Di Idiano D'Adamo

Un recente studio condotto in Italia evidenzia come le scuole possano diventare attori chiave nella transizione verso comunità più sostenibili e inclusive. L’analisi del professor Idiano D’Adamo

Le città contemporanee si trovano ad affrontare sfide sempre più articolate e complesse, derivanti dai processi di globalizzazione, dalla trasformazione sociale e dal rapido sviluppo delle tecnologie digitali. Tuttavia, una preoccupazione ancora più urgente riguarda la persistente incapacità dell’umanità di rispettare i limiti della natura, generando trasformazioni urbane non sempre orientate al benessere collettivo. La sostenibilità urbana richiede dunque non solo innovazione tecnologica, ma anche un approccio pragmatico, inclusivo e consapevole, capace di coniugare progresso, equità sociale e tutela ambientale.

I risultati di un recente studio, scritto con Paolo Basilico, Manlio Del GiudiceFederica Di SantoMassimo GastaldiFederico Passarelli Antonio Felice Uricchio, mostrano una diffusa sensibilità verso il tema del cambiamento climatico, accompagnata però da una conoscenza ancora limitata degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e dell’Agenda 2030. Le scuole, in particolare, vengono percepite come insufficientemente coinvolte nella promozione di una cultura della sostenibilità e nella prevenzione dell’abbandono scolastico. Tali risultati non intendono criticare l’impegno di coloro che operano con dedizione in questi ambiti, ma evidenziano la necessità di un’azione sistemica e coordinata, fondata su politiche mirate, partecipazione attiva e strumenti educativi innovativi.

In questo contesto, l’educazione partecipativa e il dialogo aperto assumono un ruolo cruciale per favorire consapevolezza e cambiamento. La scuola del futuro viene delineata come un luogo capace di integrare tecnologie verdi, energie rinnovabili, pratiche di gestione sostenibile delle risorse e strategie di decarbonizzazione, promuovendo al contempo la collaborazione, il pensiero critico e la risoluzione pragmatica dei problemi. Gli insegnanti sono chiamati a rinnovare i modelli educativi, incoraggiando una partecipazione attiva e rispettosa degli studenti e favorendo un apprendimento che unisca competenze tecniche e responsabilità civica.

Nel complesso, la ricerca conferma il ruolo strategico delle scuole come veri e propri catalizzatori della trasformazione sostenibile. Occorrono interventi politici mirati e programmi formativi più efficaci, capaci di trasformare la consapevolezza in comportamenti concreti e duraturi. Coltivando la cultura della sostenibilità fin dall’infanzia, è possibile formare comunità consapevoli e impegnate nel perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile e nel miglioramento della qualità della vita urbana. Ricordiamoci sempre le parole di San Giovanni Paolo II nel 1990 “sta così formandosi una coscienza ecologica, che non deve essere mortificata, ma anzi favorita, in modo che si sviluppi e maturi trovando adeguata espressione in programmi ed iniziative concrete”.


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