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Avatar About Alfonso Celotto

Alfonso Celotto è avvocato e professore di Diritto costituzionale alla facoltà di Giurisprudenza all’Università di Roma 3. Burocrate pedante e appassionato di leggi e decreti, ne parla spesso sui giornali, in radio e in televisione. Dal 2017 cura la rubrica “Carte bollate” a “Unomattina”. È stato capo ufficio legislativo e capo di gabinetto di diversi ministri e ha lavorato presso varie istituzioni, tra le quali la Banca d’Italia, il Ministero delle Politiche europee, della Semplificazione normativa, dello Sviluppo economico, della Salute, dell’Economia e delle finanze, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’Ospedale israelitico e l’ARAN. Ha pubblicato il romanzo Il dottor Ciro Amendola, direttore della Gazzetta Ufficiale (Mondadori, 2014) e vari saggi tra cui L’età dei non diritti (Giubilei Regnani, 2017) ; La Corte costituzionale (Il Mulino, 2018) E nato prima l’uomo o la carta bollata (Rai libri, 2020)

Il Consiglio dei ministri si può non fare a Roma?

Come è possibile che giovedì il prossimo Consiglio dei ministri si terrà nella sala comunale di Cutro? In verità nessuna legge o decreto impone che il Consiglio si tenga a Palazzo Chigi e nemmeno che si tenga a Roma. Anzi nella storia della Repubblica italiana è soltanto dal 1961 che il governo ha sede a Palazzo Chigi. Lo spiega a Formiche.net Alfonso Celotto

La Pubblica amministrazione di cui abbiamo bisogno. Il commento di Celotto

Nel 2022 sono stati depositati 16.850 ricorsi contro ministeri e Pubbliche amministrazioni. Ben 3421 ricorsi sono contro il silenzio di una amministrazione e 1430 per l’ottemperanza a sentenza. La riforma di cui abbiamo davvero bisogno? Rendere la Pubblica amministrazione rapida nelle risposte, positive o negative che siano. E il digitale non può che aiutarci. Il commento di Alfonso Celotto

Mattarella e l’abuso del decreto-legge. Scrive Celotto

L’abuso dei decreti-legge viene da lontano, ma negli ultimi anni ha raggiunto livelli insostenibili. Il costituzionalista analizza la lettera di richiamo inviata da Mattarella, sul mancato rispetto dei limiti costituzionali, l’eterogeneità delle misure, la frammentarietà del quadro. Tra le righe il Presidente si mostra consapevole che non può essere l’ennesimo richiamo a modificare una prassi abusiva da decenni. Ecco quale può essere la soluzione

Cosa c'è dietro le dimissioni della premier scozzese. Il commento di Celotto

Alla base delle dimissioni della prima ministra scozzese Nicola Sturgeon pare che ci siano anche le questioni sulla parità di genere. Il costituzionalista Alfonso Celotto spiega perché e a che punto invece siamo in Italia

Le regionali e l'epifenomeno del “non voto”. La riflessione di Celotto

Non andare a votare non è questione di obbligo o di sanzioni, ma una questione di crisi della democrazia, visto che da decenni siamo in quella che molti chiamano post-democrazia. Senza i partiti di massa, con le ideologie impallidite, in un sistema basato sulla televisione, il digitale e i social network, ciascuno di noi si sente sempre più lontano dalla democrazia rappresentativa. Il commento di Alfonso Celotto

La Firenze di Dante e il voto al Csm. Scrive Celotto

Da settimane leggiamo delle modalità di selezione dei candidati e della ripartizione fra i diversi gruppi parlamentari per aree di influenza e delle relative diatribe: a Fratelli d’Italia spettano 4 posti o solo 3? E alla Lega? E così via. Qualcuno ancora si stupisce, ma…

sigarette

Al Capone e il divieto di fumo in Nuova Zelanda. I dubbi di Celotto

La nuova Zelanda ha appena fatto entrare in vigore una legge particolare: da quest’anno è vietata la vendita delle sigarette a tutti i nati dal 2009 in poi. A prima vista sembrerebbe una misura di scarsa utilità. Invece…

L’eguaglianza e le spunte di Twitter. Il dubbio di Celotto

Non si è ancora chiarito se questi “riconoscimenti” saranno gratuiti o a pagamento, ma il vero dubbio è un altro: sono semplicemente tre riconoscimenti oppure è l’inizio di una differenziazione per classi e stati, proprio come nel vecchio mondo?

Twitter, l’ostracismo e la democrazia. Il commento di Celotto

Un referendum digitale che ricorda quelli che si facevano in Grecia. Ma quale dovrebbe essere il quorum? Per la riammissione dell’ex presidente Trump risulta che abbiano votato il 3,3% dei circa 237 milioni di utenti attivi del social. Davvero pochi. Eppure nel suo tweet sul risultato finale Musk non ha mancato di chiosare con un classicissimo “Vox popoli, vox dei”

Referendum e democrazia. L'idea di Celotto

Con lo sviluppo del digitale e il sempre maggiore astensionismo andranno trovate nuove forme di referendum, per rinvigorire la partecipazione democratica. Per dirlo con le parole di Marco Pannella: “I miei referendum non sono mai di protesta, ma sempre di proposta”

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