Gli Stati Uniti sanzionano due comandanti del gruppo ribelle yemenita, ne denunciano le responsabilità nella crisi umanitaria nel Paese e ne tracciano i collegamenti con l’Iran. Rassicurazioni di Washington a Riad
Emanuele Rossi
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L’Fbi mette una taglia sullo chef di Putin. La risposta in Libia
Il proprietario della Wagner, società per la guerra privata del Cremlino, ha sulla testa una taglia dell’Fbi, che offre 250mila dollari a chiunque offra informazioni utili per catturarlo. Per comprendere il ruolo della Wagner basta allungare l’occhio alla Libia, dove la società muove le carte dell’influenza russa nella sponda sud del Mediterraneo
Riad-Washington, cosa c’è oltre al caso Khashoggi. L'analisi di Ardemagni
Il report sull’assassinio del giornalista saudita Jamal Khashoggi diffuso dagli Stati Uniti incolpa indirettamente – ma pesantemente – l’erede al trono Mohammed bin Salman. Tuttavia Washington non intende spingersi troppo oltre perché non vuole perdere il contatto con un alleato importante come l’Arabia Saudita, spiega Ardemagni (Ispi)
Pasdaran alla guerra in Medio Oriente, tra missili e destabilizzazione
I Pasdaran portano avanti la loro opposizione al governo Rouhani anche mobilitando le milizie regionali per compiere attacchi e far ricadere le responsabilità indirette sull’Iran e complicare ogni forma di dialogo
Dal raid Usa all’architettura regionale. Analisi sul Medio Oriente con Bressan
In Siria c’è una presenza militare Usa, ma tutto si gioca attorno al futuro del regime di Bashar el Assad. Al centro, i diversi equilibri che ruotano attorno alla futura distribuzione del potere che coinvolge anche Iran, Russia, Turchia e potenze del Golfo. Colloquio con Matteo Bressan, docente di Relazioni internazionali e studi strategici alla Lumsa e analista Nato Foundation
Biden chiama Salman e bombarda la Siria. Messaggio agli alleati
Un attacco contro le milizie sciite finanziate dall’Iran per rimarcare le linee rosse. Una telefonata all’alleato saudita per tranquillizzarlo sulla volontà di non lasciarlo solo. Biden manda un doppio messaggio e spiega che nel Medio Oriente gli Usa ci sono
Perché l'Europa può essere il ponte tra Golfo e Iran. Conversazione con Bianco (Ecfr)
L’Europa può avere un ruolo nella ricomposizione della sicurezza nel Golfo Persico? Secondo un policy paper redatto per l’Ecfr dall’esperta della regione Cinzia Bianco, la risposta è sì: l’Ue e i Paesi europei insieme possono costruire ponti tra le monarchie sunnite e la Repubblica islamica di Iran
Iran, da Israele la porta è chiusa. Dentice spiega perché
Israele non intende intraprendere alcuna forma di contatto con l’Iran. La posizione è condivisa da tutte le forze politiche, con poche sfumature, e trova consenso nelle strutture (che si contendono le trattative con gli Usa) e nell’attuale e nel futuro governo. Per ora la porta è chiusa, spiega Dentice (CeSI) a Formiche.net
Sull’Iraq (e Iran) interessi e obiettivi Usa e Nato si incrociano
L’Iraq è un pezzo importante di una regione difficile. Gli Stati Uniti cercano la ricomposizione di una stabilità, pensando anche al rapporto con l’Iran, e la Nato potrebbe essere il vettore per costruire capacità operative – sia sul fronte dell’anti-terrorismo sia sul contenimento dei Pasdaran – e capacità di ristrutturazione statuale
Cina-Iran. Tre ragioni per cui Pechino vuole il Jcpoa spiegate da Scita
La Cina è parte delle discussioni sul nucleare iraniano, così come è stata parte dell’accordo Jcpoa. Pechino guarda al dossier con interessi pragmatici orientati a mantenere una sostanziale stabilità, pace, equilibrio nella regione mediorientale. Conversazione con Jacopo Scita, School of Government and International Affairs della Durham University
















