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Il governo Bayrou parte in salita. I veti di Mélenchon e Le Pen

È il quarto esecutivo che nasce nel corso dell’anno e – certamente – dopo l’esperienza fallimentare di Barnier – anche quello guidato da Bayrou non sorge propriamente con i migliori auspici. Si rincorrono, infatti, le polemiche a poche ore dall’insediamento. Spuntano vecchie glorie come Borne e Valls, ma sia Mélenchon che il Rassemblement National di Bardella e Le Pen minano i presupposti per un governo duraturo

I pilastri (saltati) del modello tedesco. Come uscire dalla crisi secondo Fabbrini

Merz è molto meno “dipendente” da Putin rispetto a quanto non lo fosse lo stesso Scholz. Ed è per questo che probabilmente una coalizione formata da Cdu e Verdi potrebbe essere salutare, rafforzando il baricentro europeo. La crisi tedesca è strutturale: i tre pilastri del modello economico-politico sono saltati. E in Francia la situazione è tesa. Conversazione con il politologo Sergio Fabbrini

Il vertice in Lapponia rafforza il ruolo dell'Italia in Ue. Parla Calovini

Meloni partecipa al vertice in Lapponia assieme ai capi di governo di Svezia, Finlandia e Grecia e rafforza il ruolo dell’Italia sul piano internazionale. Migrazione e sicurezza rappresentano due priorità dell’agenda politica europea e l’approccio pragmatico del premier aiuta il nostro Paese a consolidarsi come interlocutore fondamentale. Colloquio con Giangiacomo Calovini, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Affari Esteri

Al Paese serve un leader capace di fare sintesi. La versione di Parisi

La costruzione di una coalizione a tempo indeterminato unificata da un leader super partes attorno a un progetto di medio termine è l’unica esperienza alla quale si può ancora fare riferimento. Il sistema elettorale attuale non favorisce formazioni centriste, ma nulla è impossibile. Il Pd? Faccia sintesi delle sensibilità. Colloquio con Arturo Parisi, docente di Sociologia politica all’Università di Bologna e per quasi trent’anni alla guida dell’Istituto Cattaneo

Difesa comune e riforma dei trattati. Cosa serve all'Ue secondo De Meo (Ppe)

Le ultime parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky aprono, una volta in più, uno squarcio sull’esigenza di ragionare – dalla prospettiva dell’Unione europea – in modo “serio e non più derogabile” di Difesa comune. La politica estera dipenderà dalla capacità che avrà l’Ue di parlare a una voce, evitando le frammentazioni che l’hanno caratterizzata negli ultimi anni e modificando i trattati. Colloquio con il presidente delegazione Ue all’assemblea parlamentare della  Nato e componente della Commissione Difesa

Scholz paga (anche) le scelte sbagliate di Merkel. Parla Villafranca

Caduto il governo guidato da Olaf Scholz, la Germania si trova in una situazione molto complessa e la prospettiva è quella di un governo – composito – e probabilmente con anime politiche difficilmente compatibili. Il cancelliere uscente paga anche scelte sbagliate fatte da Merkel, in particolare sull’eccessiva dipendenza da Putin per le forniture di gas. Colloquio con il vicepresidente della ricerca di Ispi, Antonio Villafranca

Ad Atreju una Meloni “di lotta”. Il Pd? Più sindaci e meno establishment. Parla Sorice

Per Giorgia Meloni essere “di lotta e di governo” continua a garantirle un ottimo appeal sull’elettorato. Mentre il Pd “deve consolidare la leadership della segretaria e lavorare con gli amministratori”. Intervista di Formiche.net al sociologo e docente de La Sapienza, Michele Sorice

No alla riforma Calderoli, ma ragioniamo (seriamente) di autonomia. Parla De Maria (Pd)

Noi contrastiamo sia l’Autonomia che il Premierato che sono riforme non coordinate fra loro nate da una spartizione di priorità fra le forze politiche di maggioranza, che insieme se dovessero essere applicate indebolirebbero la nostra struttura istituzionale. Questo non deve far venire meno un ragionamento di valorizzazione dell’autonomia delle regioni italiane, che però va fatto in modo completamente diverso in un quadro che sostiene l’unità nazionale del Paese. Colloquio con il parlamentare dem, Andrea De Maria

Autonomia, è presto per dire referendum. L'analisi di Sterpa

È troppo presto, per cantare vittoria, dalla prospettiva dei promotori del referendum per abrogare l’Autonomia differenziata. Ora la “palla” torna nelle mani della Corte Costituzionale, che dovrà pronunciarsi sull’ammissibilità o meno del referendum. Il rischio, però, è trasformare questa votazione in un plebiscito politico e sfruttarlo contro il premierato. Oltre a bloccare il Parlamento. Colloquio con il costituzionalista Alessandro Sterpa

Il successo di Meloni dipende dal “fattore Dc”. Parla Mannino

Il successo di Meloni, incoronata da Politico come leader più potente in Europa, dipende molto dal poter contare su due democristiani. Raffaele Fitto, neo eletto vicepresidente esecutivo della Commissione europea, e dal rapporto consolidato e di collaborazione che ha con il Capo dello Stato, Sergio Mattarella. E ora? Spostarsi verso i popolari. Colloquio con l’ex ministro democristiano, Calogero Mannino

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