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Gianluca Zapponini About Gianluca Zapponini

Gianluca Zapponini, romano dal 1985, giornalista professionista dal 2016, papà di una bimba e gran goloso di notizie. Nel 2010 fresco di laurea di Scienze Politiche sono approdato a Milano Finanza, per restarci oltre 4 anni. Quotate, mattone, giochi, una spruzzata di politica ma soprattutto tanta tanta finanza pubblica. Poi il passaggio dalla carta stampata all'agenzia finanziaria MF-DowJones e infine l'arrivo a Formiche.net.

Gli eurobond non sono più un tabù. Vincitori e vinti nella notte di Bruxelles

La decisione a notte fonda di finanziare l’Ucraina per due anni ricorrendo al mercato dei capitali, sancisce il fallimento della linea tedesca e della stessa Ursula von der Leyen. E premia, semmai, quella italiana del compromesso. Ma anche l’ex presidente dalla Bce, profeta e architetto del debito condiviso

Dal ferro ai minerali critici. Washington rilancia contro Pechino nel continente africano

Da quando l’Europa ha alzato le prime, vere, barricate contro il Dragone, Pechino ha nuovamente concentrato la sua potenza di fuoco sul continente africano. Ma non ha fatto i conti con le grandi imprese che tra ferrovie e miniere provano a marcare il territorio e garantire all’Occidente fonti di approvvigionamento libere dal predominio cinese. Il caso della Guinea

Ue-big tech, cosa non piace agli Usa e chi rischia di più

Secondo un report di Signum Global Advisors, non ci sarebbero aziende italiane tra quelle messe nel mirino da Washington in caso di rappresaglie per la disparità di trattamento per le imprese americane che operano in Europa

Con Occhiuto a Palazzo Grazioli va in scena l'Italia liberale

Dall’incontro romano presso la Stampa Estera, nel Palazzo che fu dimora di Silvio Berlusconi, il confronto tra manager e politici sul futuro del Paese, con protagonista il governatore della Calabria che qualcuno vede verso una futura guida di Forza Italia. Ma per il momento non ci sarà nessuna Opa sul partito azzurro

Mosca deve pagare, ma sugli asset serve più lucidità. La linea Meloni

La premier alla Camera per le tradizionali comunicazioni che precedono il Consiglio europeo più delicato dell’anno. La Russia deve rispondere delle sue azioni e pagare per i danni causati all’Ucraina, ma guai a farsi prendere la mano con soluzioni frettolose e frutto di forzature. E comunque, decideranno solo i capi di governo

La rivolta dei pannelli. Quali sono le imprese europee che sfidano la Cina

Alcuni produttori europei di inverter hanno deciso di tagliare i ponti con Pechino, acquistando d’ora in avanti componentistica esclusivamente made in Europe. Un altro segnale che anche sulle rinnovabili il vento per il Dragone sta cambiando. Almeno in Europa

Basta sprecare soldi, i cinesi investano. E Xi perde le staffe

Il leader del Dragone non avrebbe retto alla raffica di dati negativi sull’economia cinese, a cominciare dagli investimenti, arrivati nelle ultime settimane. E durante la riunione del partito di fine anno si sarebbe scagliato contro quella spesa improduttiva e di scarsa qualità che non genera crescita

Asset russi, eurobond o niente. Le tre strade dell'Europa per l'Ucraina

Giovedì il Consiglio europeo chiamato a stabilire da che parte vuole stare l’Europa nell’ambito del sostegno economico a Kyiv. La Germania vuole lo smobilizzo delle riserve per farne da garanzia al maxi finanziamento da 140 miliardi, Belgio ed Ungheria continuano a fare muro. L’Italia invece gioca la carta del compromesso. E attenzione al jolly degli eurobond

Il mondo non tema l'AI, ma la cavalchi. Anatomia di una rivoluzione amica secondo Matteo Manfredi

Ogni grande cambiamento, se ben compreso e governato, può portare l’economia e la società in una nuova dimensione fatta di crescita e benessere. Con l’AI molti mestieri spariranno ma tanti altri ne arriveranno, l’importante è investire in formazione e governance. La Sampdoria? Oggi è finalmente un club solido e credibile. Intervista a Matteo Manfredi, fondatore di Gestio Capital

L'Italia taglia fuori il Dragone dal solare. La prima asta China free

Dopo aver provveduto ad escludere i produttori cinesi dalle gare per gli incentivi, il governo italiano ha assegnato oltre 1,1 gigawatt a società che non prevedono l’utilizzo di componentistica asiatica nei moduli

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