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30 anni fa debuttava Non è la Rai. I protagonisti immortalati da Pizzi

Sandra Monteleoni, Gianni Boncompagni, Paolo Villaggio e Piero Badaloni
Irene Ghergo e Gianni Boncompagni
Gianni Boncompagni
Mario Marenco e Gianni Boncompagni
Gianni Boncompagni
Gianni Boncompagni
Sandra Monteleoni, Gianni Boncompagni, Paolo Villaggio e Piero Badaloni
Irene Ghergo e Gianni Boncompagni
Gianni Boncompagni
Mario Marenco e Gianni Boncompagni
Gianni Boncompagni
Gianni Boncompagni

Sono passati 30 anni dalla nascita di “Non è la Rai”, trasmissione andata in onda dal 9 settembre 1991 al 30 giugno 1995 per quattro edizioni su Mediaset. A idearla, Gianni Boncompagni e Irene Ghergo; a condurla, prima Enrica Bonaccorti, poi Paolo Bonolis e le ultime due stagioni furono invece condotte da una giovanissima Ambra Angiolini.

Un programma di grande successo, che ebbe un fortissimo impatto sulla televisione italiana e che generò grandissime polemiche. Alle critiche, rispose Buoncompagni: “Faccio un programma privo di contenuti, non voglio lanciare nessun messaggio. Dicono che propongo ‘un insopportabile clima da gita scolastica in torpedone’. E allora? Cosa c’è di male? Sono d’accordo, solo che toglierei il termine insopportabile. E poi abolirei la parola volgare, perché io pretendo da tutti i miei collaboratori delle inquadrature castissime”.

A fare polemica, la struttura del programma, la scelta di dare sempre più spazio a giovani ragazze minorenni a cui si dava la possibilità di esibirsi in diversi modi, ballare e cantare, ma non solo: affidando segmenti del programma (il “Cruciverbone”, la rubrica affidata ad Ambra Angiolini “Il gioco dello zainetto”, in cui il telespettatore che chiamava doveva indovinare dieci oggetti contenuti nello zainetto di Ambra).

Proprio Angiolini ha raccontato al Fatto Quotidiano che “Gianni mi ha regalato tutto quello che in quel momento non era passione ma obbligo: studiare perché dovevo, leggere perché era obbligatorio. Mi ha fatto scoprire un mondo di cose che potevo scegliere e che sarebbero diventate passione”.

Ecco, allora, i principali protagonisti di “non è la Rai” visti da Umberto Pizzi.

(c) Umberto Pizzi – Riproduzione riservata



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