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La complicità tra Di Maio e Giorgetti ad Atreju, ospiti di Giorgia Meloni. Foto di Pizzi

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Giorgia Meloni Giancarlo Giorgetti
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Giorgia Meloni Luigi Di Maio
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Luigi Di Maio Giancarlo Giorgetti
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Luigi Di Maio Giancarlo Giorgetti
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Giorgia Meloni Antonio Tajani
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Antonio Tajani

È iniziata la versione natalizia di Atreju, la manifestazione organizzata da Fratelli d’Italia dal 1997 e per la prima volta in versione invernale rispetto al tradizionale appuntamento di settembre. Giorgia Meloni ha salutato il pubblico, che è nella tensostruttura allestita in piazza del Risorgimento, a Roma. “Atreju è una manifestazione che ha nel suo Dna la capacità di confronto – ha detto – perché le identità forti non hanno mai paura dDi confrontarsi”.

“Io sul Quirinale non credo che avremo problemi di affidabilità da parte dell’opposizione. E questo non vuol dire che saremmo d’accordo. Io in questo momento temo molto di più che nel centrodestra ci sia una profonda spaccatura sul colle, soprattutto ad opera di Salvini, che in questo momento non so quanto possa essere affidabile. Lo dico in presenza delle forze di centrodestra… Secondo me ora è più affidabile Giorgia Meloni”. Queste le parole di Luigi Di Maio, ministro degli Affari esteri, partecipando al dibattito, e Giancarlo Giorgetti, numero due della Lega e ministro dello Sviluppo economico. Presente anche Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Fi.

Chi è più affidabile tra Salvini e Meloni?, chiede il direttore del Messaggero , Massimo Martinelli. “Questa non era prevista come domanda…”, risponde Giorgetti, che poi precisa: “Io faccio parte di un partito che si chiama Lega per Salvini premier. e quindi questo è l’obiettivo politico che mi motiva e che mi fa prendere anche delle posizioni non sempre convenzionali e ortodosse. Però, io vorrei dire che questo Governo di cui io faccio parte, con questa maggioranza sicuramente anomala, nasce e risponde a una situazione eccezionale e si giustifica in uno stato di emergenza. Non è normale dialettica politica che la Lega stia al governo insieme al Pd, questo è evidente. Ha senso un governo in una situazione di questo tipo se può governare, cioè se può prendere decisioni. Lo dico molto tranquillamente, se guardando avanti ci si aspetta un anno di campagna elettorale in cui ciascuno fa campagna elettorale per le proprie bandiere, diventa difficile governare e governare anche l’emergenza”.

Come racconta Concetto Vecchio su Repubblica, “Di Maio e Giorgetti non smettono un attimo di confabulare. Giorgetti fa una battuta e Di Maio ride. Di Maio gli sussurra qualcosa e Giorgetti chiude le dita a carciofo per chiedere divertito «e che ci azzecca?». E ride, reclinando la testa all’indietro. Poi al leghista viene in mente un’altra cosa, che deve essere divertentissima, gliela comunica, e Di Maio ridanciano gli batte le mani sul braccio. Che cosa mai hanno da dirsi? Sono amici. Vanno insieme in pizzeria. Saranno due architetti nell’elezione del prossimo Capo dello Stato. Tajani ha ribadito che non può essere Draghi.”

(Foto: Umberto Pizzi-riproduzione riservata)

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