Chi ha parlato del futuro dello spazio a Palazzo Farnese. Foto di Pizzi

01/06/2021

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Alessandro Profumo, Christian Masset

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Alessandro Profumo

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Josef Aschbacher, Flavia Giacobbe

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Christian Masset

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Christian Masset, Flavia Giacobbe

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David Avino, Paolo Gaudenzi, Giorgio Saccoccia, Massimo Comparini

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David Avino, Paolo Gaudenzi, Giorgio Saccoccia

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Flavia Giacobbe, Josef Aschbacher

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Flavia Giacobbe, Josef Aschbacher

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Flavia Giacobbe, Josef Aschbacher

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Flavia Giacobbe, Josef Aschbacher

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Christian Masset

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Christian Masset

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Flavia Giacobbe, Massimo Comparini

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Giorgio Saccoccia, Josef Aschbacher, Flavia Giacobbe

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Giorgio Saccoccia, Flavia Giacobbe, Christian Masset

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Giorgio Saccoccia, Josef Aschbacher

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Giulio Ranzo, Alessandro Profumo

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Josef Aschbacher, Alessandro Profumo, Luigi Pasquali

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Josef Aschbacher

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Josef Aschbacher

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Paolo Gaudenzi, Giulio Ranzo

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Philippe Baptiste, Giorgio Saccoccia, Christian Masset

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Philippe Baptiste, Giorgio Saccoccia, Christian Masset

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Bruno Tabacci

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Bruno Tabacci

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Bruno Tabacci

Si è tenuta il 31 maggio a Roma, a Palazzo Farnese, l’evento “Spazio: il futuro europeo e la collaborazione Italia-Francia”, organizzato dall’Ambasciata di Francia in Italia e dall’Institut français Italia.

Accolti dall’ambasciatore Christian Masset e moderati dalla direttrice di Formiche e Airpress Flavia Giacobbe, sono intervenuti il sottosegretario Bruno Tabacci (che ha la delega per il settore), il direttore generale dell’Esa Josef Aschbacher, il presidente dell’Asi Giorgio Saccoccia e il neo presidente del Cnes (l’agenzia francese) Philippe Baptiste. Presenti in platea, nel rispetto delle norme anti-Covid, tanti rappresentanti dell’industria italiana e francese, tra cui Alessandro Profumo (Leonardo), Massimo Comparini (Thales Alenia Space), Luigi Pasquali (Telespazio), Serafino D’Angelantonio (Airbus Italia), Giulio Ranzo (Avio), David Avino (Argotec). Tutti riuniti per parlare di Spazio, “un tema centrale negli attuali grandi cambiamenti economici, tecnologici e geopolitici”, ha ricordato l’ambasciatore Masset (qui cosa si è detto nell’articolo di Stefano Pioppi).