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Il secondo compleanno (turbolento) del premier Giuseppe Conte, a Palazzo Chigi, visto da Pizzi. Le foto

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Giuseppe Conte spegne 55 candeline, ma forse avrebbe preferito tempi migliori per festeggiare il suo compleanno. La crisi di governo, se non è già iniziata, è alle porte. Lega e Cinque Stelle, per ammissione dello stesso leader del Carroccio, Matteo Salvini, non vanno più tanto d’accordo.

E allora lo spettro della crisi si avvicina, al punto che la conferenza stampa di Conte, prevista per oggi, è stata rimandata sine die. Chissà se tra i probabili vertici che potranno contrassegnare la sua giornata e i dilemmi su come uscire dall’impasse, ci sarà spazio per brevi festeggiamenti e se tra una richiesta e l’altra dei due azionisti di governo il premier troverà modo e tempo di tagliare una torta.

E proprio nel giorno del compleanno di Conte, il vicepremier in quota M5S, Luigi Di Maio è tornato a parlare della possibile crisi di governo e delle prossime azioni del Movimento. “Noi siamo al governo non per chiedere poltrone ma per tagliarle. Per anni lo Stato ha saputo solo chiedere, dal 9 settembre invece comincerà a restituire qualcosa indietro ai cittadini: risparmiamo mezzo miliardo di euro da mettere su strade, ospedali, sulla riduzione delle tasse. Manca solo l’ultimo voto e mi auguro nessuno si tiri indietro all’ultimo minuto, sarebbe gravissimo. Anzi, sarebbe un segnale al Paese. Il segnale di chi non vuol cambiare nulla. Le parole sono belle ma non bastano. Servono i fatti”.

(Foto di Umberto Pizzi – riproduzione riservata)



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