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Cosa unisce Cairo, Marcorè e Varricchio? Il Premiolino. Tutte le foto

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Simona Ravizza, Ferruccio De Bortoli
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Enrico Mentana
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Giovanni Tizian
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Micheli Francesco, Jil Gae
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Nancy Porsia
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Milena Gabanelli
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Simona Ravizza
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Bianca Arrighini, Livia Viganò
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Claudio Arrigoni
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Massimo Bottura
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Francesca Di Carrobbio
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Francesca Hoepli, Matteo Hoepli
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Alessandro Tommasi
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Chiara Beria di Argentine, Armando Varricchio
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Chiara Beria di Argentine, Claudia Parzani, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo
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Chiara Beria di Argentine
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Neri Marcorè, Massimiliano Di Silvestre
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Elena Di Giovanni, vicepresidente Comin & Partners
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Claudio Arrigoni, Massimiliano Di Silvestre, Roberto Olivi, Massimo Bottura
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Massimiliano Di Silvestre, Roberto Olivi, Massimo Bottura
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Natalia Aspesi, Neri Marcorè
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Paolo Condò, Beppe Severgnini, Claudio Arrigoni
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Flavia Filippi, Guy Chiappaventi, Simona Ravizza
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Nello Scavo, Nancy Porsia
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Massimo Bottura
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Michele Masneri, Brunella Giovara, Giovanni Tizian
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Urbano Cairo, Lorenzo Sassoli de Bianchi, Gilberto Gabrielli
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Giannola Nonino, Cesare Rimini
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Piero Colaprico
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Donata Righetti
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Chiara Beria di Argentine
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Roberto Olivi
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Beppe Severgnini
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Beppe Severgnini, Chiara Beria di Argentine, Roberto Casati
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Gian Antonio Stella
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Ferruccio De Bortoli, Milena Gabanelli, Enrico Mentana
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Neri Marcorè, Giuseppe Sala

Si è tenuta ieri sera, presso la cornice del Giardino della Triennale di Milano, la cerimonia di premiazione de “Il Premiolino”, prestigioso e più antico premio dedicato al mondo dell’informazione fondato a Milano nel 1960.

L’evento esclusivo, presentato da Neri Marcorè affiancato da Chiara Beria di Argentine e Piero Colaprico, rispettivamente presidente e vicepresidente della Giuria del Premiolino, ha celebrato in presenza i vincitori della 61ª e della 60ª edizione rimandata a causa dell’emergenza sanitaria, e i 60 anni di storia de Il Premiolino compiuti nel 2020.

Prima dell’avvio della premiazione, sono intervenuti per un breve saluto, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, per la prima volta nei Giardini dallo scoppio della pandemia, e Massimiliano Di Silvestre presidente e ad di BMW Italia, partner del Premiolino. Festeggiata inoltre Natalia Aspesi che vinse esattamente 50 anni fa il premio, nel 1971.

Tra gli ospiti, diverse personalità di spicco e figure di rilievo tra cui: Lorenzo Sassoli De Bianchi (presidente UPA), Urbano Cairo (presidente e AD RCS Media Group), Francesco Micheli (presidente di Nextalia sgr), gli editori Hoepli, l’avvocato Rimini, l’Ambasciatore Armando Varricchio, Francesca Di Carrobbio (ad di Hermes Italia), l’avvocato Claudia Parzani, Giannola Nonino e Patrizia Sandretto Re Rebaudengo (presidente della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo).

La premiazione di quest’anno è stata arricchita da un Premio Speciale, conferito ad Alberto Cairo, scrittore e autore del “Diario da Kabul” su La Repubblica, per il suo impegno in Afghanistan. I due giurati Gian Antonio Stella e Ferruccio De Bortoli hanno premiato Cairo in collegamento da Kabul.

Subito dopo il conferimento della pergamena a Massimo Bottura per il Premiolino BMW SpecialMente 2020 la serata si è conclusa con il taglio della torta, confezionata dallo chef Andrea Berton e brindisi con tutti gli ospiti.

Premiati e Motivazioni

In totale sono stati cinque i gruppi di vincitori chiamati sul palco, mescolando le due annate e unendole per nuclei tematici. Alla lettura delle motivazioni, per ciascun premiato, è seguita la consegna delle pergamene da parte dei componenti della giuria composta da Chiara Beria di Argentine (presidente), Piero Colaprico (vicepresidente), Giulio Anselmi, Ferruccio de Bortoli, Milena Gabanelli, Massimo Gramellini, Enrico Gramigna, Enrico Mentana, Donata Righetti, Valeria Sacchi, Beppe Severgnini, Gian Antonio Stella, Carlo Verdelli e Roberto Olivi per BMW Italia.

Per la 61ª edizione:

Bianca Arrighini e Livia Viganò (Factanza). La forza di Factanza è nella capacità di sintetizzare una notizia in 15 secondi, utilizzando testo, foto, infografica, unito ad uno spazio di approfondimento video con interventi autorevoli di esperti del settore. Un modello di informazione rapida e di qualità rivolto agli under 25 sul loro canale di riferimento: Instagram. 100 mila followers negli ultimi 6 mesi.

Brunella Giovara (Giornalista e inviata de La Repubblica). Puntigliosa nella ricerca di realtà, con l’imperativo di “vedere con i propri occhi”, Brunella Giovara realizza nel quotidiano la fatica di un mestiere che si scrive, a volte, correndo, e la bellezza di voler trovare, grazie all’ascolto, la frase che profuma più di altre di verità.
Barbara Palombelli (Stasera Italia – Rete 4). Barbara Palombelli nella nuova stagione della sua lunga ed eclettica carriera di giornalista nella Roma della politica ha dimostrato con la conduzione del programma “Stasera Italia” come gestire l’informazione nei mesi delicati e complessi della pandemia e del cambio di governo con toni pacati, competenza e il distacco di chi ben conosce con le regole del gioco la futilità di certe carriere e contrapposizioni.

Nancy Porsia (giornalista freelance esperta di Medio Oriente e Nord Africa). Per aver raccontato coraggiosamente e tra molte difficoltà con inchieste svolte sul posto il traffico dei migranti dalla Libia con i suoi retroscena e connivenze. Quando è stata costretta ad abbandonare quel Paese ha continuato con tenacia e competenza a scrivere del fenomeno migratorio dai Paesi africani. Freelance, collabora con Rai, Sky, Il Fatto, Domani, The Guardian, l’Espresso, Al Jazeera.

Giovanni Tizian (Domani). Giovanni Tizian è un giornalista d’inchiesta che unisce all’accuratezza dei suoi scritti un non comune coraggio civile. Il mestiere, quello vero che il Premiolino ha sostenuto e celebrato nei tanti anni della sua storia, è fatto di competenze ma anche soprattutto di sacrifici nel cercare le notizie e umiltà e senso di responsabilità nel valutare e renderle pubbliche. Tizian interpreta le migliori qualità di una promettente nuova generazione di giornalisti.

Per la 60ª edizione:

Guy Chiappaventi e Flavia Filippi (La7). “Il massacro nascosto”, docufilm girato da Chiappaventi e Filippi in piena pandemia e trasmesso il 2 maggio 2020 nello speciale Bersaglio Mobile La7 con voce narrante l’attore bergamasco Alessio Boni, è ben più di una straordinaria inchiesta televisiva sulla strage del Covid-19 nelle alte terre lombarde. Quei volti, quelle voci, quelle lacrime raccolte con professionalità e tanta umanità dai 2 inviati sono una prova di ciò che è davvero accaduto e che non dovrebbe mai più ripetersi.
Paolo Condò (Sky). Nella nobile corte di principi e principesse del giornalismo sportivo, merita un posto d’onore. Unico italiano nella giuria internazionale del Pallone d’Oro, è firma di riferimento per tanti lettori, suoi primi tifosi. Una vita alla “Gazzetta dello Sport”, un fresco passaggio a “Repubblica”, con una vertiginosa serpentina si è buttato con successo anche nell’arena televisiva, diventando in poco tempo uno dei volti più apprezzati, per competenza, pacatezza e anche ironia, del salotto buono di SkySport. Quest’anno il Pallone d’oro del Premiolino lo porta a casa lui.

Michele Masneri (Il Foglio). Autore brillante e mai sciatto in particolare di articoli di costume nella serie di servizi su San Francisco/ Silicon Valley (raccolti da Adelphi) ha saputo disegnare da ottimo cronista un affresco ricco di dettagli, ironico e mai scontato sui celebrati nuovi tycoon e sugli stili di vita in luoghi all’avanguardia dell’era digitale.

Simona Ravizza (Corriere della Sera). Ravizza unisce passione giornalistica, scrupolosa preparazione professionale a competenza scientifica. Una volta si sarebbe detto che è una cronista di razza ma la definizione è desueta. Diciamo, allora che è stata ed è la cronista della salute. Grazie a lei, quando si scoprì il paziente 1 a Codogno, l’opinione pubblica ha potuto cogliere subito la pericolosità del contagio e la sua distruttiva forza epidemica. Ravizza ha fatto il cane da guardia del sistema sanitario lombardo. Questa volta un’antica definizione giornalista è appropriata e attuale. Il buon giornalismo fa bene anche alla salute. Di tutti

Nello Scavo (Avvenire). Dal raccontare le storie delle persone che papa Bergoglio ha salvato durante la dittatura argentina alla denuncia delle atrocità commesse nei campi profughi, Nello Scavo è l’inviato speciale che sa coniugare la precisione del cronista e il cuore dell’essere umano. Ovvero l’Abc del mestiere antico che amiamo. E che non può essere fatto senza consumare le scarpe, come lui fa sin da ragazzo.

Alessandro Tommasi (Will Media). Uno dei più riusciti modelli di informazione fatto da giovani per i giovani. Racconta su Instagram, attraverso pillole video, l’economia, la politica europea, internazionale, il razzismo, la violenza. Si autodefinisce come spazio nato per “capire ciò che ci circonda e fare un figurone a cena”. Ma è qualcosa di più. Spiegando in modo semplice e competente, ha saputo avvicinare a temi complessi 500.000 ragazzi fra i 18 e i 35 anni in meno di un anno.

I vincitori del Premiolino BMW SpecialMente, riconoscimento destinato a un giornalista, blogger o comunicatore che si sia distinto per la realizzazione di articoli o servizi sui temi connessi all’inclusione sociale, sono:

Per la 61ª edizione:

Claudio Arrigoni (Gazzetta dello Sport). “Vatti a vedere gli handicappati a Binasco”, gli dissero. Era il 1981. Cominciò così, con quel servizio «minore», il lungo percorso giornalistico ma più ancora culturale, umano, letterario di Claudio Arrigoni, diventato cronaca dopo cronaca, Paralimpiade dopo Paralimpiade (7 estive, 5 invernali), libro dopo libro, un punto di riferimento del mondo della disabilità.
Per la 60ª edizione:

Lo chef Massimo Bottura. Nato nella Modena delle auto veloci e del cibo slow, cresciuto «sotto al tavolo dove la nonna Ancella tirava la sfoglia», Bottura non è solo uno chef straordinario ma un uomo generoso che si è inventato l’Onlus «Food for Soul» contro lo spreco alimentare, una miriade di progetti di solidarietà, la casa-modello de «il Tortellante» che coinvolge con genitori e nonni tanti ragazzi autistici. Infine, su Instagram «Kitchen Quarantine» che nei mesi più duri del lockdown ha riunito intorno alla sua una moltitudine di famiglie facendo sentire meno sole soprattutto quelle toccate dalla disabilità.

Premio Speciale, conferito quest’anno ad Alberto Cairo, scrittore e autore del “Diario da Kabul” su La Repubblica, per il suo impegno in Afghanistan con la seguente motivazione:

Piemontese, laureato in legge, fisioterapista per scelta dal 1989 in Afghanistan dove per il Comitato internazionale della Croce Rossa è protagonista del miracolo di aver messo su oltre a quello di Kabul (250 dipendenti, tutti disabili) altri 7 ospedali che hanno curato 80 mila vittime della guerra di ogni etnia, esercito e religione Alberto Cairo candidato al Nobel per la pace è anche un grande giornalista. Il suo “Diario da Kabul” è un capolavoro: dettagli minimi, di buon senso e d’amore, che spiegano il mondo intero.

Tutte le foto.


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