Lunedi 28 marzo il prefetto Franco Gabrielli, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio ha presentato al Campus Luiss di Viale Romania il suo libro “Naufragi e nuovi approdi: dal disastro della Nave Concordia al futuro delle Protezione Civile”, edito da Baldini + Castoldi.
Insieme all’autore hanno dialogato Tonia Cartolano, giornalista di Sky Tg 24, e Giovanni Orsina, direttore della School of Government.
L’incontro è stato aperto dagli interventi della professoressa Paola Severino, vice presidente della Luiss, e Giovanni Lo Storto, direttore generale dell’Ateneo.
“La copertina mi ha davvero ispirata: il messaggio di Gabrielli è straordinario”, ha detto Severino. “Il tema dell’emergenza deve essere affrontato per tempo. Ci si deve arrivare preparati. Questo è un lavoro che a mio avviso dovrebbe diventare libro di testo. Perché l’autore insegna che la leadership è sapersi assumere delle responsabilità”.
“Se non ci fosse stata la partnership pubblico-privato”, ha continuato la professoressa “la nave Concordia non si sarebbe potuta salvare. Mettere insieme il pubblico e il privato è una delle sfide che anche io cercherò di portare avanti”.
Giovanni Lo Storto nel suo intervento ha affermato di aver letto il volume “tutto d’un fiato perché dentro c’è la storia di un pezzo del nostro Paese. È un testo pieno di umanità”.
“È un libro con all’interno una serie di traiettorie, una delle quali è l’esperienza personale di un uomo chiamato ad una responsabilità molto alta”, ha concluso.
Anche Giovanni Orsina ha ribadito l’importanza di questo libro: “È una lettura affascinante quella degli atti attraverso cui passa questa tragedia. È un pezzo importante della storia dell’Italia. Intorno a questa storia c’è un percorso istituzionale e amministrativo che ne fa un caso di studio attraente”.
“Se avessi saputo che avrei ricevuto tanti complimenti, l’avrei scritto prima”, ha scherzato Gabrielli. “L’ho pensato dieci anni dopo il disastro. Una cosa ragionata. Il libro, realizzato con Francesca Maffini, è stata un’esigenza. Tornando sul posto del disastro ebbi un brivido. Dovevo raccontare tutto. Il mio vero grande amore è la Polizia di Stato, quella è la mia casa. Parto da lì. E l’essenza è servire, se si fa questo mestiere. E poi la consapevolezza, cuore di qualsiasi approccio. In questo Paese o si esce dai manicheismi o il salto è impossibile. La Pubblica amministrazione ha bisogno di una revisione”.