“L’eredità di quella stagione di Accordi di libertà va oggi raccolta e reinterpretata, su scala più ampia e globale. Lo spirito di quella stagione che ha dato buoni frutti può rappresentare un punto di riferimento per un presente incerto, per un tempo inquieto e senza pace, per rilanciare un’azione condivisa nella società all’insegna della crescita del cittadino”. Sono le parole di Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia e presidente della Commissione Affari esteri e difesa a Palazzo Madama, intervenendo al Convegno organizzato dalla Fondazione Bettino Craxi Ets e dall’Ambasciata italiana presso la Santa Sede in occasione del quarantesimo anniversario della firma del Concordato fra Stato e Chiesa cattolica.
“La nostra stessa Europa – ha proseguito -, in preda a un’inquietante perdita di riferimenti valoriali, identitari e culturali, nel corso della sua storia recente ha vissuto lunghi periodi di pace grazie alla forza dei movimenti democratici e alle scelte politiche che sono state compiute per favorire le condizioni della convivenza pacifica tra i popoli del Continente; alla definizione della cornice di pace, però, ha contribuito in maniera determinante l’azione stessa delle diverse Chiese, capaci di riconoscersi, legittimarsi, parlare il linguaggio del rispetto e della solidarietà”.
Presente anche il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani. “I Patti rappresentano ancora una pietra miliare nei rapporti tra lo Stato e la Chiesa, con cui esiste una collaborazione costante nella tutela della libertà religiosa e dei luoghi di culto, in Italia e nel mondo, sia nella organizzazione e gestione di eventi importanti ospitati nel nostro Paese come il Giubileo”, ha commentato Tajani. “Un accordo che dimostra anche che ci può essere convivenza pacifica tra le varie confessioni religiose in uno Stato laico”. Il Concordato del 1984 regola oggi i rapporti bilaterali tra Stato e Chiesa e ha aperto la strada a una serie di intese anche con confessioni diverse da quella cattolica”.
Dopo quattro decenni, si può dire che “le soluzioni adottate nel nuovo accordo per la disciplina delle materie di comune interesse hanno retto molto bene alla prova del tempo”, ha detto il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin. A proposito del prossimo Giubileo, Parolin ha dichiarato che “manca oramai poco meno di un anno” al suo inizio e si è detto “fiducioso che, grazie al comune impegno, potrà essere raggiunto un risultato lusinghiero”.
Il modello concordatario italiano ha un futuro e può continuare a ispirare, a patto che “il dialogo istituzionale che lo ha animato venga declinato in concreto nella complessità maturata negli ultimi quarant’anni”, ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Alfredo Mantovano. Il Cristianesimo, ha aggiunto, è una fede “senza la quale l’Italia non sarebbe quella che è”.
Le foto di Umberto Pizzi.
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