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Marco Bellocchio, premiato a Cannes, nelle foto di Pizzi

Accolto in sala prima ancora dell’inizio del film da applausi scroscianti, Marco Bellocchio, emozionato, ha interrotto l’ovazione finale di quasi 10 minuti e ha preso il microfono che Thierry Fremaux gli ha passato per ringraziare il calore del pubblico. “Se questo che avete visto vi ha emozionato vuol dire che c’è qualcosa che esce dalla casa Bellocchio e arriva a tutti” ha detto il regista, premiato a Cannes con la Palma d’oro d’onore.

Osannato dalla stampa italiana, “Marx può aspettare”, in sala in Italia ora, è stato accolto anche con calore da Variety: “Il bisogno di comprendere piuttosto che di assolversi è il filo che percorre questo potente documentario”.

La Palma d’Onore alla carriera gli verrà consegnata da Paolo Sorrentino questa sera, sabato. “Marx può aspettare”, il documentario che ricostruisce attraverso le testimonianze della sua famiglia, la morte del fratello gemello, Camillo, avvenuta quando lui aveva 26 anni.

“È chiaro che questa tragedia si era presentata in modo indiretto in situazioni diverse in altri film, ci ho pensato dopo”, ha raccontato Bellocchio in una conversazione con Repubblica. “Il tema del suicidio c’è in film come Il gabbiano, Salto nel vuoto, Il regista di matrimoni. E soprattutto Gli occhi, la bocca, in cui cercavo di raccontare il mio dramma, ma non ne sono rimasto soddisfatto. Ho capito, dopo, che c’era in me una invisibile censura perché mia madre era ancora viva, perché ero immerso nell’analisi collettiva i cui i temi erano quelli della guarigione, l’uscita dalla psicosi. Non avevo allora la libertà di oggi che non ho niente da perdere, nessun freno ideologico. Né voglio compiacermi nel dolore. Solo capire”.

Ecco una selezione di foto di Umberto Pizzi.

(c) Umberto Pizzi – Riproduzione riservata


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